In tedesco "übersetzen" è tradurre, ma anche traghettare; questa "strana barca" vuole quindi trasportare parole da una sponda all'altra di lingue diverse, sperando che non risentano troppo della traversata.
Un grande orologio a due facce è appeso sopra le porte centrali di Clerys in O'Connell Street. “Sotto l'orologio di Clerys” è un noto appuntamento, sia per i dublinesi che per i visitatori provenienti dalla campagna, ed è famoso nella cultura della città come luogo in cui iniziano molte storie d'amore.
Il 23 settembre 1987, i Radiators suonarono per la prima volta in pubblico Under Clery's Clock. La band si era riunita per un concerto unico nel nightclub Hawkins di Dublino per raccogliere fondi per l'AIDS.
Under Clery's Clock era nello stesso momento parte del suo tempo e in anticipo sui tempi. Scritta da Phil Chevron, condensava in sole 117 parole sia il suo isolamento di omosessuale cresciuto a Dublino negli anni '60 e '70 sia, a differenza di molte altre canzoni gay dell'epoca che ambivano a fare coming out o a sfuggire alla violenza omofoba, l'aspirazione a un'epoca di vera uguaglianza: “Tutto ciò che voglio è abbracciarmi / Sotto al lampione / Proprio come fanno gli altri amanti”.
Ed era confortevolmente irlandese, addirittura dublinese: non solo Clery's (scomparso) e il suo famoso orologio (ancora lì) o l'ultimo autobus per An Lár, ma anche Burgh Quay (e i bagni pubblici, ora scomparsi, che erano stati un luogo di ritrovo per uomini gay).
“Dire
Wolf” è una ballata dei Grateful Dead, pubblicata come terza traccia dell'album
Workingman's Dead del 1970. Il testo è stato scritto da Robert Hunter dopo aver
visto un adattamento cinematografico del romanzoIl
mastino dei Baskerville. La musica, contenente elementi di musica country e
folk, fu composta da Jerry Garcia lo stesso giorno. La canzone racconta la
storia di un uomo che gioca a carte con un “lupo cattivo” in una fredda notte
d'inverno a “Fennario”. Il lupo della storia è un canis dirus, un canide estinto, originario del Nord America e
vissuto nel pleistocene, affine al lupo grigio.
Secondo
lo stesso Hunter, come riportato nella pubblicazione Annotated Grateful Dead Lyrics, lui e Garcia stavano speculando
sull'identità del cane della storia, e gli venne l'idea che potesse essere un canis dirus. Hunter scrisse il testo la
mattina successiva, basandosi sulle immagini che la frase gli evocava, e Garcia
scrisse la musica più tardi, quello stesso giorno.
Nei boschi cedui di Fennario, i lupi circolano
L’inverno era così duro e gelido, che il terreno
ghiacciava fino a tre metri sotto
Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare
Per favore non mi ammazzare
Mi sedetti per la cena, era una bottiglia di
Bourbon
Dissi le mie orazioni e andai a letto, l’ultima
cosa che mi videro fare
Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare
Per favore non mi ammazzare
Quando mi destai, il Lupo, seicento libbre di
peccato
Con un ghigno alla mia finestra, dissi
semplicemente vieni dentro
Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare
Per favore non mi ammazzare
Il Lupo entrò, avevo le mie carte, ci sedemmo per
una partita
Tagliai il mazzo pescando la Regina di Picche, ma
le carte erano tutte uguali
Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare
Per favore non mi ammazzare
Nella risacca di Fennario, il nero e maledetto
pantano
Il Lupo riscuote quanto gli è dovuto, mentre i
ragazzi cantano intorno al fuoco
Gli Energy Orchard sono stati un gruppo rock, guidato da Bap
Kennedy (fratello del cantautore Brian Kennedy), attivo tra la fine degli anni
'80 e l'inizio degli anni '90, proveniente da Belfast. Il loro stile, si
rifaceva molto all'influenza di Van Morrison e di altri gruppi rhythm and
blues, ma incorporava elementi tradizionali della musica folk irlandese. La canzone
Sailortown, scritta da Kennedy, fa parte del primo disco a nome della band,
pubblicato nel 1990, e il nome si riferisce a una comunità di lavoratori nel
porto di Belfast.
Appena presa la paga, risalivo malfermo la strada.
Fuori di testa, ma ancora in piedi.
Hei ragazzina, vuoi uscire con me?
So che ami qualcun altro. Che c’è che non va in
me?
Dal
verso “I grew to be a man, I learned to love the virtues of sweet Sally
MacLennane” si potrebbe evincere che il titolo della canzone si riferisca al
fascino muliebre di una bellezza locale, invece pare che “Sally MacLennane”
(canzone pubblicata dai Pogues su “Rum, Sodomy and the Lash” nel 1985) sia una
bevanda a base di Stout, ovvero un particolare tipo di birra scura. Il testo
per altro ha come protagonisti non la “signora” del titolo ma il narratore e il
suo amico Jimmy, laddove quest’ultimo decide di avventurarsi per il vasto
mondo, mentre il primo resta al paese e diventa barista del pub locale. Al
ritorno Jimmy apprende della morte di molti avventori, e anziché spaventarsi,
incuriosito dal “treno su cui erano saliti”, beve fino a strozzarsi, seguendo
la stessa sorte.
Ok,
questa potrebbe essere un'affermazione un po' azzardata e si tratta più di una
questione di “interpretazione” che di identificazione, che è ciò che si trova
per lo più in The Parting Glass. Ma... dato il titolo di questo disco e la
piega lirica di “Old Main Drag”, vale forse la pena di considerare la natura
dell'“armonica” suonata da Jimmy. Ovviamente, potrebbe trattarsi dello
strumento, noto anche come “organo a bocca”, che si suona soffiando o aspirando
aria attraverso di esso. Data questa realtà, non sorprende che il termine sia
stato utilizzato anche per indicare l'organo sessuale maschile. Se questa
lettura è corretta, allora potrebbe essere un modo per “placare gli animi”
degli psicopatici e degli uomini arrapati del bar, e potrebbe anche spiegare le
espressioni felici del mattino dopo.
Where the elephant man broke strong men's necks
When he had too many powers...
In
A Drink with Shane MacGowan (2001,
Grove Press, ISBN 0-821-3790-3, p. 42), Shane racconta quanto segue: “L'uomo
elefante di quella canzone era un tipo in carne e ossa, che veniva al pub di
Dagenham [la casa dello zio di Shane, dove lavorò per un po' di tempo] ed era
un tipo enorme e si lanciava in terribili risse e prendeva a schiaffi la gente;
una sera si scontrò con un altro enorme bastardo e vinse l'incontro, ma nel
frattempo si ruppe il collo. Andò in giro con un gesso intorno al collo per i
sei mesi successivi, ed è per questo che lo chiamavano l'uomo elefante. L'uomo
elefante rompe il collo agli uomini forti quando ha bevuto troppi Powers. Ovviamente whisky Powers”.
Nella
raccolta di testi “Poguetry” (Faber & Faber, ISBN 0-571-14198-6) è
“Powers”. Come vediamo nella citazione di Shane, la versione del libro è
probabilmente quella corretta, poiché “Powers” si riferisce senza dubbio al
whisky irlandese di John Powers piuttosto che ai doni soprannaturali dell'uomo
elefante.
"I'd like to
think of me returning when I can
To the greatest little boozer and to Sally MacLennane..."
Il
termine “Boozer” si riferisce a un pub in generale, non a qualche persona che
vi si trova. Data la predilezione di Shane per l'uso di riferimenti storici o
letterari per i suoi personaggi, pensavo che Sally Mac non avrebbe fatto
eccezione, ma finora non sono riuscito a trovare alcun riferimento a questa
seduttrice.
Sto
lavorando su questo riferimento per cercare di far quadrare la cronologia, ma
ho trovato una ricetta per una “Sally MacLennane Stout” per voi birrai
casalinghi là fuori, quindi “imparare ad amare le virtù della dolce Sally
MacLennane” potrebbe essere un riferimento a questo particolare tipo di stout,
che si presume sia più dolce della Guinness.
"Drink
the brown" probabilmente si riferisce alla tradizionale bitter inglese (Newcastle
Brown ad esempio).
Sally MacLennane
Beh, Jimmy suonava l’armonica nel pub dove sono
nato
La suonava dalla sera fino alle placide ore del
primo mattino
Dava sollievo all’anima dei matti e degli uomini
eccitati
E tutti apparivano molto contenti al mattino dopo
Ora, a Jimmy non piaceva il proprio posto in
questo nostro mondo
Dove l’uomo elefante rompeva il collo degli uomini
forti
Quando aveva bevuto troppi bicchieri di Powers
“Sono così triste di vedere il dolore della gente
che me ne andrò”
E prese la strada per diossaddove al mattino
Lo
accompagnammo alla stazione sotto la pioggia
Lo baciammo
mettendolo sul treno
E gli
cantammo una canzone, dei bei tempi andati
Pur sapendo
che lo avremmo rivisto ancora
Mi è triste
dire che devo seguire la mia strada
Perciò offritemi birra e whiskey perché sto andando lontano
Mi
piacerebbe pensare che farò ritorno quando potrò
Al più
grande localino da sbronze e a Sally MacLennane
Gli anni passarono, i tempi cambiarono, diventai
uomo
Imparai ad amare le virtù della dolce Sally
MacLennane
Mi beccai urla e scherno e bevvi le birre e tornai
a casa strisciando all’alba
E finii per diventare un barista al mattino
Ho azionato la pompa della birra, mi sono beccato
i miei malumori e ho annacquato il whiskey
Ho parlato di puttane e di cavalli con gli uomini
che bevevano la Brown
Li sentivo dire che Jimmy stava facendo i soldi
lontano da qui
E qualcuno ci lasciava, diretto in cielo, senza
preavviso
Lo
accompagnammo alla stazione sotto la pioggia
Lo baciammo
mettendolo sul treno
E gli
cantammo una canzone, dei bei tempi andati
Pur sapendo
che lo avremmo rivisto ancora
Mi è triste
dire che devo seguire la mia strada
Perciò offritemi birra e whiskey perché sto andando lontano
Mi
piacerebbe pensare che farò ritorno quando potrò
Al più
grande localino da sbronze e a Sally MacLennane
Quando Jimmy ritornò a casa, fu sorpreso di coloro
che erano dipartiti
Mi chiese tutti i dettagli del treno su cui erano
saliti
C’è gente che ha paura di schiattare, ma Jimmy
bevve fino a soffocare
E prese la strada per il paradiso al mattino
Lo
accompagnammo alla stazione sotto la pioggia
Lo baciammo
mettendolo sul treno
E gli
cantammo una canzone, dei bei tempi andati
Pur sapendo
che lo avremmo rivisto ancora
Mi è triste
dire che devo seguire la mia strada
Perciò offritemi birra e whiskey perché sto andando lontano
Mi
piacerebbe pensare che farò ritorno quando potrò
Al più
grande localino da sbronze e a Sally MacLennane
“The Harder They Come” è una canzone reggae del
cantante giamaicano Jimmy Cliff. È stata registrata per la prima volta per la
colonna sonora dell'omonimo film del 1972, in cui si suppone sia stata scritta
dal protagonista del film, Ivanhoe Martin.
Beh, mi dicono che c'è una torta in cielo
che mi aspetta quando morirò
Ma tra il giorno in cui sei nato e quello in cui
sei morto
Sembra che non sentano mai nemmeno quando gridi
Quindi, sicuro come il sole che splende
Avrò la mia parte adesso, ciò che è mio
E poi più duramente arrivano
Più cadono, uno dopo l'altro
Ooh, più duramente vengono
Più duramente cadono, uno e tutti
Beh, gli oppressori stanno cercando di tenermi a
freno
Cercano di farmi sprofondare nella clandestinità
E pensano di aver vinto la battaglia
Io dico: “Perdonali, Signore, non sanno quello che
hanno fatto”.
Perché, sicuro come il sole che splende
Avrò la mia parte ora, ciò che è mio
E poi, più duramente arrivano
Più cadono, uno dopo l'altro
Ooh, più duramente vengono
Più forte cadono, uno e tutti
E continuo a lottare per le cose che voglio
Anche se so che quando sei morto non puoi farlo
Ma preferisco essere un uomo libero nella mia
tomba
piuttosto che vivere come un burattino o uno
schiavo
"The Sunnyside of the Street" è un brano tratto
dal quinto album dei The Pogues, “Hell's Ditch”, pubblicato nel 1990. La
canzone, composta da Shane MacGowan e Jem Finer, è una celebrazione up-tempo di
un libertino impenitente, tema frequente per il frontman e paroliere.
Una testimonianza di Jem Finer su questa canzone: "L'ho
scritta in Nuova Zelanda... camminando in una strada in ombra ho pensato
"che palle" e ho attraversato verso il lato soleggiato. Le uniche
parole che ho scritto sono state "on
the sunny side of the street". Più tardi, in Inghilterra, Shane ha
scritto il resto".
Visto il carnevale a Roma
Ho avuto le donne e libagioni
Tutto quel che riesco a ricordare ora
Sono bambinetti senza scarpe
Così ho visto il treno e ci sono salito
Con un cuore pieno d’odio e voglia di vomitare
Ora cammino, sul lato al sole della strada
Ho calpestato cadaveri a Bombay
Ho provato ad arrivare agli USA
Sono finito in Nepal
Su un tetto, privo di tutto
E seppi quel giorno
Che sarei rimasto proprio dove sono
Sul lato soleggiato della strada
Sono stato in un palazzo, sono stato in prigione
Non voglio rinascere sotto forma di lumaca
Voglio soltanto trascorrere l’eternità
Proprio qui dove sono, sul lato al sole della
strada
Mentre mia madre piangeva, fu allora che giurai
Di trattare la mia vita come tratterei una puttana
Traduco un articolo di David Dodd, pubblicato su Dead.net
Questa è un'altra di quelle canzoni la cui genesi ha una
storia lunga e complicata, di cui forse non vale la pena entrare troppo nei
dettagli in questa sede, ma di cui è importante notare almeno i contorni. Il
testo, secondo quanto riportato da Robert Hunter in Box of Rain, è stato
"scritto nel ranch di Mickey Hart in preda a un'accesa ispirazione, mentre
le colline circostanti bruciavano e il fuoco si avvicinava allo studio di
registrazione dove stavamo lavorando".
Hart, accreditato per la musica della canzone, ne ha
registrato una versione proto-rap per un album inedito intitolato Area Code
415, registrato nel 1972 e nel 1973. È stata anche inclusa in un album di
Mickey Hart intitolato Fire on the Mountain, registrato nel 1973-74. Appare
come strumentale intitolato "Happiness is Drumming" nell'album in
studio di Hart del 1976, Diga. Infine, iniziò a comparire nel repertorio dei
Grateful Dead, cantata da Jerry Garcia, nel 1977, subendo numerose varianti del
testo fino a raggiungere la forma che fu infine registrata e pubblicata su
Shakedown Street, nel novembre 1978. Ci sono molti altri dettagli che non ho
menzionato, che forse meriterebbero uno storico che li smonti pezzo per pezzo,
ma l'idea è chiara.
Il 18 marzo 1977 alla Winterland Arena di San Francisco.
"Fire" apparve per la prima volta, a chiusura del primo set, seguendo
la sua eterna compagna "Scarlet Begonias". Questa combinazione di
brani, che spesso racchiudeva una splendida jam, divenne nota come
"Scarlet Fire". Ci furono alcune occasioni in cui "Fire"
apparve senza "Scarlet Begonias", ma non molte. Ne conto 15 su un
totale di 253 esecuzioni. Da quel momento in poi rimase costantemente in
repertorio e fu suonata per l'ultima volta il 2 luglio 1995 al Deer Creek Music
Center di Noblesville, Indiana.
L'I Ching contiene un esagramma, il n. 56, intitolato
alternativamente "Il viaggiatore", "Il viaggio", "Lo
straniero" e così via. È rappresentato dai due trigrammi del fuoco e della
montagna, con il fuoco che poggia sulla montagna. Nel corso degli anni ho
ricevuto parecchie e-mail con interpretazioni convincenti di come questo si
applichi o possa applicarsi ai Dead, o alla scena, o alla politica mondiale, o
al cammino spirituale individuale della persona che scrive l'e-mail, e
sinceramente penso che questi siano tutti modi validi di guardare all'esagramma,
nel contesto di questa canzone.
D'altra parte, "Fire on the Mountain" è anche un
verso di una filastrocca (una fonte frequente per molti versi dei testi dei
Grateful Dead), un motivo di violino, il titolo di un libro di Edward Abbey, e
così via.
La canzone è un'altra della lunga serie di racconti
ammonitori dei Grateful Dead - è divertente pensare a cosa potrebbe essere
successo nella canzone. Data la nota esplicativa di Hunter sulle circostanze in
cui è stato scritto il testo, potrebbe essere visto come un commento piuttosto
diretto sul coraggio o la follia di fare musica mentre un incendio ti sta
attaccando. Ma, naturalmente, Hunter ricontestualizza tutto al volo, e wham! -
la canzone diventa qualcosa di diretto, in modo inaspettato, a ciascuno di noi,
o a noi collettivamente: come mai facciamo sempre le stesse cose quando il
disastro è alle porte? Oppure, la canzone diventa rivolta, ancora una volta,
come discusso in un post precedente su "Wharf Rat", a Garcia da parte
di Hunter. "Hai dato tutto quello che avevi, perché vuoi dare di più?
L'orecchiabile figura ritmica della canzone è un perfetto
contorno per il giocoso lavoro della chitarra di Garcia, che si snoda tra le
battute. Negli assoli tra i ritornelli Garcia può urlare, ballare o fare
entrambe le cose contemporaneamente. E suppongo che tutti noi stessimo facendo
lo stesso, proprio insieme a lui. E il suo modo di recitare i testi sembrava
praticamente una serietà mortale. L'intera performance può sembrare quella di
un profeta che dà notizie terribili. Eppure, balliamo. E balliamo.
Quindi, ascoltate: credo che la band stia cercando di
dirci qualcosa.
Corridore di lunga distanza, che cosa stai lì a fare?
Alzati, esci, esci dalla porta
Stai suonando musica fredda sul pavimento del bar
Affogato nelle tue risate e morto fino al midollo
C'è un drago con fiammiferi che è libero in città
Ci vuole un intero secchio d'acqua solo per
raffreddarlo
Fuoco! Fuoco sulla montagna
Quasi in fiamme, ma ancora non senti il calore
Ci vuole tutto quello che hai solo per rimanere sul
ritmo
Dici che è la vita, tutti dobbiamo mangiare
Ma tu sei qui da solo, non c'è nessuno che possa
competere
Se la misericordia è un business, la auguro a te
Più che soltanto cenere quando i tuoi sogni si
avverano
Fuoco! Fuoco sulla montagna
Corridore di lunga distanza, cosa stai aspettando?
Catturato al rallentatore in una corsa verso la porta
La fiamma del tuo palcoscenico si è ora estesa al pavimento
Hai dato tutto quello che avevi, perché vuoi dare di
più?
Più si dà, più ci vorrà
Fino alla linea sottile oltre la quale non si può
davvero fingere
Sul disco dei Pogues “If I Should Fall From Grace with God”
è presente un "Medley" composto da tre canzoni tradizionali:
"The Recruiting Sergeant," "Rocky Road to Dublin," e
"Galway Races."L’ultima canzone è “Galway Races”, laddove il testo
cantato da Shane MacGowan, oltre a essere più breve, differisce in alcuni punti da
quello originale.
Mentre me ne andavo a Galway Town
A cercare un po’ di svago
Il diciassette di Agosto
Con nobili pensieri
C’erano passeggeri riuniti
Alla stazione, con i loro biglietti
E gli occhi iniziaronoa brillarmi
E via, a vedere le corse
With me wack fol the do fol
The diddle idle day
C’erano passeggeri da Limerick
E altri da Nenagh
I ragazzi del Connemara
E le signorine da marito della contea di Clare
C’era gente della città di Cork
Leale, sincera e fedele Che riportò a casa i feniani prigionieri Salvandoli dalla morte in nazioni straniere
Sul disco dei Pogues “If I Should Fall From Grace
with God” è presente un "Medley" composto da tre canzoni tradizionali:
"The Recruiting Sergeant," "Rocky Road to Dublin," e
"Galway Races."
La prima di queste canzoni -- "The Recruiting
Sergeant" – fa riferimento alle pratiche di reclutamento degli Inglesi
durante la Prima Guerra Mondiale. La versione dei Pogues non si distanzia dal
testo di quella tradizionale.
“Kaki” si riferisce all’uniforme dell’esercito
britannico (che a quel punto aveva abbandonato la “giubba rossa”). A seguito
del disastro della prima battaglia di Ypres, fu nominato Segretario di Stato
alla Guerra Lord Kitchener, il quale riuscì a fare adottare la coscrizione
obbligatoria. Il proclama citato nel testo è la chiamata alle armi di Kitchner.
A un certo punto, le Fiandre erano uno stato
indipendente europeo, confinante con il Mare del Nord. Durante la Prima Guerra
Mondiale, l’invasione della Francia avvenne attraverso il Belgio, violando la
neutralità di quest’ultimo; nei paesi alleati, resoconti di atrocità tedesche,
e appelli a vendicare l’assalto al Belgio furono strumenti efficaci per il reclutamento
e armi di propaganda. La prima e la seconda battaglia di Ypres furono
combattute nelle Fiandre. Nella prima l’esercito inglese formato da
professionisti fu battuto dalle forze tedesche, superiori per numero.
Entrambe le battaglie sono degne di nota, non da
ultimo per l'enorme numero di vittime inflitte. La Prima Battaglia di Ypres
segnò l'inizio della guerra di trincea così caratteristica della Prima Guerra
Mondiale e, insieme ad essa, l'inizio di un'aggressiva opera di reclutamento da
parte degli inglesi. La Seconda battaglia di Ypres vide il primo uso di armi
chimiche nella guerra.
La “lotta da combattere a Dublino” probabilmente è
riferita alla Rivolta di Pasqua del 1916. La maggior parte dei corpi ufficiali
dell’Esercito Britannico era costituita da inglesi; gli irlandesi erano
considerati utile carne da cannone piuttosto che soldati in grado di esercitare
il comando.
Me ne andavo per la strada
Spensierato come un’allodola
Quando un sergente reclutatore mi approccia
E mi fa “staresti proprio bene in kaki,
sai, il Re ha bisogno di uomini
Vieni, leggi questo proclama
Una vita nelle Fiandre e poi
Avresti una bella vacanza”
“Può anche essere”, gli dico io
“ma dimmi un po’ caro il mio sergente
Se avessi uno zaino attaccato alla schiena
Sarei così contento e di buon umore?
Perché ci vogliono addestramento ed esercitazioni
Prima di raggiungere i francesotti
Sarà anche caldo nelle Fiandre
Ma c’è pieno di spifferi nelle trincee.”
Il sergente sorrise
e strizzò l’occhio
Un sorriso molto
irritante
Giocherellava coi
suoi baffetti e se li attorcigliava
E mi fece, “Lo so
che stai solo scherzando,
Ché i sacchi di
sabbia son caldi e alti
E il vento non lo
sentirai proprio”
Nel mentre faccio l’occhiolino
a una ragazzina che passa
E gli dico “E come
la mettiamo se nevica?”
Che venga pioggia o
grandine o vento o neve
Io nelle Fiandre
non ci vado
C’è una lotta da
combattere a Dublino
I vostri sergenti e
comandanti se ne possono andare
Che le guerre
inglesi le combattano gli uomini inglesi
"Where Do You Go To (My Lovely)?" è una canzone composta da Peter Sarstedt nel 1969. Il
testo – ricorrendo anche a numerosi riferimenti a celebrità e marchii realmente
esistenti – narra la vita di una ragazza di nome Marie-Claire, nata nei
quartieri poveri di Napoli ma diventata in seguito parte integrante del Jet Set
parigino. Ella viene descritta dal punto di vista di un amico d’infanzia, e non
è chiaro se i due siano rimasti o meno in contatto, anche se il narratore
sembra conoscere la malinconia e il celato disagio dell’amica.
Parli come Marlene Dietrich
E balli come Zizi Jeanmaire
I tuoi vestiti sono tutti di Balmain
E ci sono diamanti e perle nei tuoi capelli, sì,
ci sono.
Vivi in un appartamento di lusso
In Boulevard St. Michel
Dove tieni i tuoi dischi dei Rolling Stones
E un amico di Sacha Distel, sì, è vero.
Ma dove vai, mia cara
Quando sei sola nel tuo letto?
Dimmi i pensieri che ti circondano
Voglio guardare dentro la tua testa, sì, lo voglio
fare
Ho visto tutti i tuoi titoli di studio
che hai preso alla Sorbona
E il quadro che hai rubato a Picasso
La tua avvenenza continua, sì, è vero.
Quando vai in vacanza d'estate
Vai a Juan-les-Pins
Con il tuo costume da bagno in topless
accuratamente disegnato
Ti abbronzi uniformemente sulla schiena e sulle
gambe
E quando cade la neve ti ritrovi a St. Moritz
Con gli altri del jet set
E sorseggiate il vostro brandy Napoleon
Ma non vi bagnate mai le labbra, no, non lo fate.
Ma dove vai, mia cara
Quando sei sola nel tuo letto?
Dimmi i pensieri che ti circondano
Voglio guardare dentro la tua testa, sì, lo voglio
fare
Il tuo nome è noto nelle alte sfere
Conosci l'Aga Khan
Ti ha mandato un cavallo da corsa per Natale
E tu lo tieni solo per divertimento, per ridere,
ha-ha-ha
Dicono che quando ti sposerai
sarà con un milionario
Ma non si rendono conto da dove vieni
E mi chiedo se a loro importi davvero, o se gliene
freghi qualcosa.
Dove vai, mia cara
Quando sei sola nel tuo letto?
Dimmi i pensieri che ti circondano
Voglio guardare dentro la tua testa, sì, lo voglio
fare
Ricordo i sobborghi di Napoli
Due bambini che chiedevano l'elemosina in stracci
Entrambi toccati da un'ardente ambizione
Per scrollarsi di dosso l'etichetta di umili, ci
provarono
Quindi guardami in faccia, Marie-Claire
e ricorda chi sei
Poi vai e dimenticami per sempre
Ma so che porti ancora la cicatrice, nel profondo,
sì, la porti.
"Dreamy Skies" dei Rolling Stones affronta il tema dell'evasione e del desiderio di liberarsi dall'incessante trambusto della vita moderna. Il narratore esprime un desiderio di sollievo, lontano dalle pressioni urbane e dalla costante connettività del mondo di oggi. L'immagine della natura - il vento, la natura selvaggia, l'abbaiare di una volpe e lo schiamazzare di un gufo - funge da sfondo in contrasto con i limiti della vita cittadina, rappresentando libertà, tranquillità e semplicità.
La musica d'altri tempi proveniente da una radio AM, con riferimenti a Hank Williams e all'honky-tonk, suggerisce la nostalgia di tempi più semplici. Nonostante questo profondo desiderio di solitudine, il narratore riconosce che questa fuga è temporanea; ha troppo a cuore gli aspetti del mondo esterno, come le risate, le donne e il vino. In ultima analisi, la canzone ritrae il bisogno umano di equilibrio tra il caos della vita quotidiana e i momenti di solitudine e riflessione.
Beh, devo prendermi una pausa da tutto questo
Perché il vento e la natura selvaggia chiamano
E ho bisogno di un po' di pace dalle tempeste
Devo prendermi una pausa da tutto questo
E devo prendermi una pausa per un po' di tempo
Dove non c'è un altro essere umano nel raggio di
cento miglia
Odio essere rinchiuso tra le mura
E devo prendermi una pausa da tutto questo
Ballerò sui diamanti, pattinerò sul vetro
Taglierò la legna, dividerò le metà
Una vecchia radio AM è tutto ciò che ho
Trasmette solo Hank Williams e un po' di cattivo
honky-tonk
Perché devo prendermi una pausa da tutto questo
E devo staccare da tutto
Dalla città, dai sobborghi e dall’espansione
urbana
E dalle chiacchiere di provincia e da chi la sa
lunga
In un luogo dove nessuno può chiamare
E non sentirò le sirene o la folla impazzita
Solo l'abbaiare di una volpe e il canto di un gufo
Non ho connessioni né un telefono satellitare
Sto evitando le foto e le persone a casa
E devo solo liberarmi da tutto questo
Vedete, non possono durare per sempre, mi ci
tufferò di nuovo
È un bene per la mia anima, sì, mi sta salvando la
pelle