mercoledì 29 dicembre 2021

Ship Of Fools (Bob Seger)

Ship of fools

La nave dei folli è un’allegoria che ha la sua origine nel libro VI della Repubblica di Platone, relativa a un’imbarcazione con un equipaggio disfunzionale.

Si pensi a una nave, il cui capitano è il proprietario, più grande e più forte di tutti i marinai, ma - pur non essendo cattivo - è di vista corta, un po' sordo e inesperto di cose nautiche. I membri della ciurma stanno a litigare fra loro, contendendosi il timone, pur essendo anch'essi inesperti di marineria; anzi, affermando che quest'arte non è insegnabile, fanno continue pressioni sul comandante per ottenere il timone. Se non riescono a ottenerlo con le preghiere, ammazzano o buttano fuori bordo i concorrenti, o drogano il capitano. Ed esaltano chi li aiuta in queste loro intraprese trattandolo come un esperto, anche perché, pur essendo privi di techne e di pratica, pensano che l'arte del pilota si acquisisca semplicemente prendendo il governo della nave. Il pilota competente, il quale sa che ci si deve preoccupare dell'"anno e delle stagioni, del cielo e degli astri", verrebbe trattato come un inutile chiacchierone con la testa fra le nuvole. 

Il concetto costituisce l'ossatura del libro del XV secolo Ship of Fools (1494) di Sebastian Brant, che servì da ispirazione per il quadro di Hieronymus Bosch, Ship of Fools: una nave - un'intera flotta all'inizio - parte da Basilea, diretta al Paradiso dei Folli. In esso, Brant concepisce San Grobian, che immagina essere il santo patrono della gente volgare e grossolana. Nelle composizioni letterarie e artistiche del XV e XVI secolo, il motivo culturale della nave dei folli serviva anche per parodiare l'"arca della salvezza", come veniva chiamata la Chiesa cattolica.

 I Doors incisero una canzone intitolata “Ship of Fools” nel 1970. I Grateful Dead raccolsero l’idea di una nave in stato di ammutinamento nella canzone omonima del 1974, scritta da Robert Hunter e Jerry Garcia. John Cale pubblicò la sua composizione “Ship of Fools” susll’album Fear (1974). Altri autori di brani con questo titolo furono Robert Calvert (1975), Bob Seger (1976) e la band World Party (1986). Nel 1988 John Renbourn trasse spunto per un brano con questo titolo, come anche Robert Plant sul suo Now and Zen. I Pink Floyd utilizzarono l’allegoria politica nella loro canzone “A Great Day For Freedom” che riporta il verso “The Ship of Fools has finally run aground" (1994, album The Division Bell).


"Dimmi svelto" disse Old McFee

"Che cosa ha a che fare tutto questo con me?"

"Ho trascorso tutta la mia vita in mare, un solitario."

"C’è qualcos’altro che dovrei sapere?"

"Qualcosa nascosto sotto alla superficie della tua conversazione?"

Quando mi diede le spalle prima della risposta

E sebbene urlassi forte si rifiutava di ascoltare

Tutto divenne chiaro

Così andò mentre salpavamo

Fui lasciato in un dubbio costante

Tutto quello di cui chiedevo sembrava privato

Il capitano passeggiava sul ponte una notte

Lo fermai nella luce serotina

Per chiedergli se andasse bene unirsi a lui

 Ma lui ristette come un qualche idolo

E ascoltava come una specie di tempio

E poi si voltò

Percorrendo la costa fatale

Ci muovevamo silenziosi come uno spettro

Il mare senza tempo dell'ospite instancabile ci possedeva

Il vento soffiava in aumento dal freddo Nord-Ovest

E presto le onde cominciarono a salire

schiantandosi sul ponte di prua

Tutti gli uomini sono perduti

Io solo sopravvissi all’affondamento

Io solo possedevo gli strumenti

Su quella nave di folli

mercoledì 22 dicembre 2021

Ship Of Fools (Robert Plant)

Ship of fools

La nave dei folli è un’allegoria che ha la sua origine nel libro VI della Repubblica di Platone, relativa a un’imbarcazione con un equipaggio disfunzionale.

Si pensi a una nave, il cui capitano è il proprietario, più grande e più forte di tutti i marinai, ma - pur non essendo cattivo - è di vista corta, un po' sordo e inesperto di cose nautiche. I membri della ciurma stanno a litigare fra loro, contendendosi il timone, pur essendo anch'essi inesperti di marineria; anzi, affermando che quest'arte non è insegnabile, fanno continue pressioni sul comandante per ottenere il timone. Se non riescono a ottenerlo con le preghiere, ammazzano o buttano fuori bordo i concorrenti, o drogano il capitano. Ed esaltano chi li aiuta in queste loro intraprese trattandolo come un esperto, anche perché, pur essendo privi di techne e di pratica, pensano che l'arte del pilota si acquisisca semplicemente prendendo il governo della nave. Il pilota competente, il quale sa che ci si deve preoccupare dell'"anno e delle stagioni, del cielo e degli astri", verrebbe trattato come un inutile chiacchierone con la testa fra le nuvole. 

Il concetto costituisce l'ossatura del libro del XV secolo Ship of Fools (1494) di Sebastian Brant, che servì da ispirazione per il quadro di Hieronymus Bosch, Ship of Fools: una nave - un'intera flotta all'inizio - parte da Basilea, diretta al Paradiso dei Folli. In esso, Brant concepisce San Grobian, che immagina essere il santo patrono della gente volgare e grossolana. Nelle composizioni letterarie e artistiche del XV e XVI secolo, il motivo culturale della nave dei folli serviva anche per parodiare l'"arca della salvezza", come veniva chiamata la Chiesa cattolica.

 I Doors incisero una canzone intitolata “Ship of Fools” nel 1970. I Grateful Dead raccolsero l’idea di una nave in stato di ammutinamento nella canzone omonima del 1974, scritta da Robert Hunter e Jerry Garcia. John Cale pubblicò la sua composizione “Ship of Fools” susll’album Fear (1974). Altri autori di brani con questo titolo furono Robert Calvert (1975), Bob Seger (1976) e la band World Party (1986). Nel 1988 John Renbourn trasse spunto per un brano con questo titolo, come anche Robert Plant sul suo Now and Zen. I Pink Floyd utilizzarono l’allegoria politica nella loro canzone “A Great Day For Freedom” che riporta il verso “The Ship of Fools has finally run aground" (1994, album The Division Bell).


 

Su onde di amore il mio cuore sta frantumandosi

E più strano ancora il mio autocontrollo su cui non posso più contare

Nuova mare, sorpresa, il mio mondo sta cambiando

Entro questa cornice un oceano si gonfia dietro questo sorriso, lo conosco bene

Sotto la luna di un amante sto aspettando

Sono il pilota della tempesta

Alla deriva nel piacere potrei annegare

Ho costruito questa nave, è la mia creazione

E inoltre non posso più contare sul mio autocontrollo


So perché, so perché

Pazzo su una nave di folli

Pazzo su una nave di folli

Gira questa barca, torna alla mia terra amorevole

 

Oh no, oh no

Chi sostiene che nessun uomo è un'isola?

Mentre io atterro in pericolo

Più distante da te per gradi

Cammino su questa riva in isolamento

E ai miei piedi l'eternità disegna piani sempre più dolci per me

So perché, so perché

 

Pazzo su una nave di folli

Pazzo su una nave di folli

Gira questa barca, torna alla mia terra amorevole

mercoledì 15 dicembre 2021

Ship Of Fools (John Cale)

Ship of fools

La nave dei folli è un’allegoria che ha la sua origine nel libro VI della Repubblica di Platone, relativa a un’imbarcazione con un equipaggio disfunzionale.

Si pensi a una nave, il cui capitano è il proprietario, più grande e più forte di tutti i marinai, ma - pur non essendo cattivo - è di vista corta, un po' sordo e inesperto di cose nautiche. I membri della ciurma stanno a litigare fra loro, contendendosi il timone, pur essendo anch'essi inesperti di marineria; anzi, affermando che quest'arte non è insegnabile, fanno continue pressioni sul comandante per ottenere il timone. Se non riescono a ottenerlo con le preghiere, ammazzano o buttano fuori bordo i concorrenti, o drogano il capitano. Ed esaltano chi li aiuta in queste loro intraprese trattandolo come un esperto, anche perché, pur essendo privi di techne e di pratica, pensano che l'arte del pilota si acquisisca semplicemente prendendo il governo della nave. Il pilota competente, il quale sa che ci si deve preoccupare dell'"anno e delle stagioni, del cielo e degli astri", verrebbe trattato come un inutile chiacchierone con la testa fra le nuvole. 

Il concetto costituisce l'ossatura del libro del XV secolo Ship of Fools (1494) di Sebastian Brant, che servì da ispirazione per il quadro di Hieronymus Bosch, Ship of Fools: una nave - un'intera flotta all'inizio - parte da Basilea, diretta al Paradiso dei Folli. In esso, Brant concepisce San Grobian, che immagina essere il santo patrono della gente volgare e grossolana. Nelle composizioni letterarie e artistiche del XV e XVI secolo, il motivo culturale della nave dei folli serviva anche per parodiare l'"arca della salvezza", come veniva chiamata la Chiesa cattolica.

I Doors incisero una canzone intitolata “Ship of Fools” nel 1970. I Grateful Dead raccolsero l’idea di una nave in stato di ammutinamento nella canzone omonima del 1974, scritta da Robert Hunter e Jerry Garcia. John Cale pubblicò la sua composizione “Ship of Fools” susll’album Fear (1974). Altri autori di brani con questo titolo furono Robert Calvert (1975), Bob Seger (1976) e la band World Party (1986). Nel 1988 John Renbourn trasse spunto per un brano con questo titolo, come anche Robert Plant sul suo Now and Zen. I Pink Floyd utilizzarono l’allegoria politica nella loro canzone “A Great Day For Freedom” che riporta il verso “The Ship of Fools has finally run aground" (1994, album The Division Bell).

 




La nave dei folli sta giungendo

Portatemi via, devo mangiare

Le stesse vecchie storie la solita vecchia cosa

Lasci andare e tiri dentro

Signore, c’è una roulotte parcheggiata sul retro

Un’attesa irrequieta sperando in un cavaliere cristiano

Il libro nero, un uncino che lotta

Il naso di un boia su un albero arso

Suppongo che stiamo avvicinandoci alla Lapide


L’ultima volta che avevamo mangiato

Era quando le mosche erano gratis

Potevi contare le avversità dalle porte aperte

Ma schiacciati in mezzo

Erano i pescatori che ancora

Speravano di poter veleggiare dal Tennessee all’Arizona

 

Perciò tieni duro, non ci vorrà molto

La chiamata è in arrivo

Tieni duro, la sorella è andata

A Sud per dare il segnale

 

Tirammo su Dracula a Memphis

Era quasi l'alba

E poi pregammo frettolosamente che le nostre anime fossero salvate

C'era qualcosa nell'aria che ci rendeva un po' stanchi

 

Quando siamo arrivati a Swansea si stava facendo buio

Capitombolo, giungle, trombe e il premio

Le maree girarono a ovest a Amerforth

Come se non sapessero cosa fare

Ma Garnant rimase in piedi e chiese di più

Tutta la gente sembrava abbastanza felice di vederci

Stringendo le mani e sorridendo come l'orologio

Beh, abbiamo dato a tutti loro il messaggio allora

Che la nave degli sciocchi era arrivata

Assicurati che arrivino a casa per Natale

 

Perciò tieni duro, non ci vorrà molto

La chiamata è in arrivo

Tieni duro, la sorella è andata

A Sud per dare il segnale

mercoledì 8 dicembre 2021

Ship Of Fools (The Doors)

Ship of fools

La nave dei folli è un’allegoria che ha la sua origine nel libro VI della Repubblica di Platone, relativa a un’imbarcazione con un equipaggio difunzionale.

Si pensi a una nave, il cui capitano è il proprietario, più grande e più forte di tutti i marinai, ma - pur non essendo cattivo - è di vista corta, un po' sordo e inesperto di cose nautiche. I membri della ciurma stanno a litigare fra loro, contendendosi il timone, pur essendo anch'essi inesperti di marineria; anzi, affermando che quest'arte non è insegnabile, fanno continue pressioni sul comandante per ottenere il timone. Se non riescono a ottenerlo con le preghiere, ammazzano o buttano fuori bordo i concorrenti, o drogano il capitano. Ed esaltano chi li aiuta in queste loro intraprese trattandolo come un esperto, anche perché, pur essendo privi di techne e di pratica, pensano che l'arte del pilota si acquisisca semplicemente prendendo il governo della nave. Il pilota competente, il quale sa che ci si deve preoccupare dell'"anno e delle stagioni, del cielo e degli astri", verrebbe trattato come un inutile chiacchierone con la testa fra le nuvole. 

Il concetto costituisce l'ossatura del libro del XV secolo Ship of Fools (1494) di Sebastian Brant, che servì da ispirazione per il quadro di Hieronymus Bosch, Ship of Fools: una nave - un'intera flotta all'inizio - parte da Basilea, diretta al Paradiso dei Folli. In esso, Brant concepisce San Grobian, che immagina essere il santo patrono della gente volgare e grossolana. Nelle composizioni letterarie e artistiche del XV e XVI secolo, il motivo culturale della nave dei folli serviva anche per parodiare l'"arca della salvezza", come veniva chiamata la Chiesa cattolica.

I Doors incisero una canzone intitolata “Ship of Fools” nel 1970, per il loro album “Morrison Hotel”. I Grateful Dead raccolsero l’idea di una nave in stato di ammutinamento nella canzone omonima del 1974, scritta da Robert Hunter e Jerry Garcia. John Cale pubblicò la sua composizione “Ship of Fools” susll’album Fear (1974). Altri autori di brani con questo titolo furono Robert Calvert (1975), Bob Seger (1976) e la band World Party (1986). Nel 1988 John Renbourn trasse spunto per un brano con questo titolo, come anche Robert Plant sul suo Now and Zen. I Pink Floyd utilizzarono l’allegoria politica nella loro canzone “A Great Day For Freedom” che riporta il verso “The Ship of Fools has finally run aground" (1994, album The Division Bell).



La razza umana si stava estinguendo

Nessuno era rimasto a urlare e gridare

Persone a spasso sulla luna

Lo smog ti prenderà molto presto

 

Tutti stavano bazzicando

Stavano abbandonando e penzolando

Persistendo duro e tenendo fede

Spero che il nostro piccolo mondo durerà

 

Sì, arrivò il signor Beiviaggi

Che cercava una nuova nave

Venite, gente, fareste meglio a salire a bordo

Vieni, piccola, ora andremo a casa

 

Nave di pazzi, nave di folli

La razza umana si stava estinguendo

Nessuno era rimasto a urlare e gridare

Persone a spasso sulla luna

Lo smog ti prenderà molto presto

 

Nave di pazzi, nave di folli

Ehi, salta su a bordo

La nave ti abbandonerà, e io sono molto indietro

Dovrà trovare una barca tutta mia, sì

Nave di pazzi, nave di folli


giovedì 2 dicembre 2021

Ship of Fools (Grateful Dead)

Ship of fools

La nave dei folli è un’allegoria che ha la sua origine nel libro VI della Repubblica di Platone, relativa a un’imbarcazione con un equipaggio disfunzionale.

Si pensi a una nave, il cui capitano è il proprietario, più grande e più forte di tutti i marinai, ma - pur non essendo cattivo - è di vista corta, un po' sordo e inesperto di cose nautiche. I membri della ciurma stanno a litigare fra loro, contendendosi il timone, pur essendo anch'essi inesperti di marineria; anzi, affermando che quest'arte non è insegnabile, fanno continue pressioni sul comandante per ottenere il timone. Se non riescono a ottenerlo con le preghiere, ammazzano o buttano fuori bordo i concorrenti, o drogano il capitano. Ed esaltano chi li aiuta in queste loro intraprese trattandolo come un esperto, anche perché, pur essendo privi di techne e di pratica, pensano che l'arte del pilota si acquisisca semplicemente prendendo il governo della nave. Il pilota competente, il quale sa che ci si deve preoccupare dell'"anno e delle stagioni, del cielo e degli astri", verrebbe trattato come un inutile chiacchierone con la testa fra le nuvole. 

Il concetto costituisce l'ossatura del libro del XV secolo Ship of Fools (1494) di Sebastian Brant, che servì da ispirazione per il quadro di Hieronymus Bosch, Ship of Fools: una nave - un'intera flotta all'inizio - parte da Basilea, diretta al Paradiso dei Folli. In esso, Brant concepisce San Grobian, che immagina essere il santo patrono della gente volgare e grossolana. Nelle composizioni letterarie e artistiche del XV e XVI secolo, il motivo culturale della nave dei folli serviva anche per parodiare l'"arca della salvezza", come veniva chiamata la Chiesa cattolica.

 I Doors incisero una canzone intitolata “Ship of Fools” nel 1970. I Grateful Dead raccolsero l’idea di una nave in stato di ammutinamento nella canzone omonima del 1974, scritta da Robert Hunter e Jerry Garcia. John Cale pubblicò la sua composizione “Ship of Fools” susll’album Fear (1974). Altri autori di brani con questo titolo furono Robert Calvert (1975), Bob Seger (1976) e la band World Party (1986). Nel 1988 John Renbourn trasse spunto per un brano con questo titolo, come anche Robert Plant sul suo Now and Zen. I Pink Floyd utilizzarono l’allegoria politica nella loro canzone “A Great Day For Freedom” che riporta il verso “The Ship of Fools has finally run aground" (1994, album "The Division Bell).


Sono andato a vedere il capitano

Il più strano che potessi trovare

Ho fatto la mia proposta,

l’ho messa in gioco

 

Non farò da schiavo per una paga da pezzente

Allo stesso modo per oro e gioielli

Ma farei da schiavo per imparare come

Affondare la vostra nave di folli

 

Nave dei pazzi

Su un mare crudele

Nave di pazzi

Veleggia via da me

 

Era più tardi di quanto pensavo

Quando per la prima volta vi credetti

Ora non posso più condividere le vostre risate

Nave di folli

Vidi la vostra prima nave affondare e affogare

Dal dondolio della barca

E tutto ciò che non poteva affondare o nuotare

Fu lasciato lì a galleggiare

 

Non vi lascerò andare alla deriva

Ma mi fa impazzire che

Con 30 anni sulle spalle

Mi dobbiate chiamare bambino

 

Nave dei pazzi

Su un mare crudele

Nave di pazzi

Allontanati da me

 

Era più tardi di quanto pensavo

Quando per la prima volta vi credetti

Ora non posso più condividere le vostre risate

Nave di folli

 

Le bottiglie sono vuote così

Come prima erano piene

Tempo che era in abbondanza

Ma da quella tazza non più

Anche se non potrei avvisare tutti

Potrei ancora avvertire qualcuno

Non prestare la tua mano per alzare una bandiera

In cima a nessuna nave di pazzi

 

Nave dei pazzi

Su un mare crudele

Nave di pazzi

Allontanati da me


Era più tardi di quanto pensavo

Quando per la prima volta vi credetti

Ora non posso più condividere le vostre risate

Nave di folli

 

Era più tardi di quanto pensavo

Quando per la prima volta vi credetti

Ora non posso più condividere le vostre risate

Nave di folli

giovedì 25 novembre 2021

Why are you on Facebook?

 Estratta dal doppio disco “Latest Record Project, volume 1”, pubblicato da Van Morrison nel maggio del 2021.


Perché sei su Facebook?

Perché hai bisogno di amici di seconda mano?

Perché ti interessa davvero chi sta facendo tendenza?

O c’è qualcosa che stai difendendo?

 

Fatti una vita, è così vuota e triste?

O sei in cerca di qualcosa che non puoi avere?

Baci le ragazze e scappi via

Ora non verrai fuori a giocare

Perché sei su Facebook?

Perché sei su Facebook?

Ti mancavano i tuoi 15 minuti di celebrità?

Oppure non hai nessuna vergogna?

O è un qualche tipo di gioco contorto?

Ti poni dentro alla cornice

Per quello che alcune persone faticano molto a realizzare

O stai cercando un capro espiatorio da biasimare?

Perché sei di nuovo un fallimento

Perché sei su Facebook?

Perché sei su Facebook?

Perché sei su Facebook?

Perché sei su Facebook?

Perché hai bisogno di quegli amici di seconda mano?

Perché ti interessa chi sta facendo tendenza?

O c’è qualcosa che stai difendendo? 

Fatti una vita, è così vuota e triste?

O sei in cerca di qualcosa che non puoi avere?

Baci le ragazze e scappi via

Allora non verrai fuori a giocare

 

Perché sei su Facebook?

Perché sei su Facebook?


Ti mancavano i tuoi 15 minuti di celebrità?

Non hai nessuna vergogna?

O è un qualche tipo di gioco contorto?

Per cercare di metterti dentro all’inquadratura

Per quello che alcune persone faticano molto a realizzare

O stai cercando un capro espiatorio da biasimare?

Perché sei un fallimento a ripetizione

Perché sei su Facebook?

Facebook
Facebook

sabato 13 novembre 2021

Nadine

La canzone ricorda il primo successo di Berry, “Maybellene”, con il suo testo che descrive l’inseguimento di una ragazza desiderata, che però avviene qui non in auto ma a piedi e in taxi. Le parole sono caratterizzate da un inusuale utilizzo di similitudini e da immagini vivaci e brillanti; She moves around like a wayward summer breeze; Moving through the traffic like a mounted cavalier; and I was campaign shouting like a Southern diplomat.

Nel documentario del 1987 “Hail! Hail! Rock and Roll” (che vede anche una esecuzione di Nadine dal vivo) Bruce Springsteen loda il testo della canzone; estrapola i versi: “I saw her from the corner when she turned and doubled back / Started walking toward a coffee-colored Cadillac” e afferma: "Non ho mai visto una Cadillac colore caffè, ma ora so esattamente che aspetto avrebbe”.


Mentre salivo su un bus cittadino e mi trovavo un posto libero

Credetti di vedere la mia futura sposa che camminava per la strada

Urlai all’autista “Hey conducente, devi rallentare

Credo di averla vista, per favore fammi scendere”

 

Nadine, dolcezza, sei tu?

Oh Nadine, dolcezza sei tu?

Sembra che ogni volta che ti vedo, cara,

Tu abbia qualcos’altro da fare

 

La vidi dall’angolo quando si voltò per tornare indietro sui propri passi

Cominciando a camminare verso una Cadillac colore del caffè

Mi facevo largo attraverso la folla cercando di raggiungerla

E sbraitavo come un diplomatico del sud in campagna elettorale

 

Nadine, dolcezza, sei tu?

Oh Nadine, dolcezza sei tu?

Sembra che ogni volta che ti pesco

Tu abbia in mente qualcosa di nuovo


In centro città, in cerca di lei, guardando tutto intorno

La vidi salire su un taxi giallo diretto verso i quartieri alti

Salii su un taxi carico, pagai il conto di tutti

Lanciai la banconota da venti dollari dicendo di seguire quella macchina

Nadine, dolcezza, sei tu?

Oh Nadine, dolcezza sei tu?

Sembra che ogni volta che ti pesco

Tu abbia in mente qualcosa di nuovo


Si muoveva d’intorno come una brezza estiva vagabonda

Vai, autista, vai, continua, raggiungila per me ti prego

Muovendosi attraverso il traffico come un cavaliere in sella

Sporgendomi dal finestrino del taxi cercando di farmi ascoltare

Nadine, dolcezza, sei tu?

Oh Nadine, dolcezza sei tu?

Sembra che ogni volta che ti pesco

Tu abbia in mente qualcosa di nuovo


venerdì 5 novembre 2021

Song For Nico

La “Canzone per Nico”, dall’album Kissin Time del 2002, fu scritta da Marianne Faithfull insieme con Dave Stewart, dopo aver letto una biografia della cantante tedesca, con cui la Faithfull si identificò in parte, asserendo: “Nico dovette sopportare molte avversità nella sua vita, e io sono stata tremendamente fortunata”.  Il testo riporta fasi della vita di Nico, citando vari personaggi con cui è venuta in contatto negli anni; da Andrew Loog Oldham a Brian Jones, da Delon – dal quale ebbe il figlio Ari – a Lou Reed e Warhol.



Nata nel 1938

Un buon anno per il Reich

Non poté essere partecipe

Non ne aveva il diritto.

Perché era senza padre nella patria

Ora è il 1966

Andrew si occupa di tutti i propri trucchi.

E quando Brian Jones è vicino

Nico non si sente così bizzarra;

sta nella merda, anche se è innocente –

 

Ieri se n’è andato,

c’è solo l’oggi – nessun domani.

Ieri non c’è più

C’è solo l’oggi – niente altro …

 

Adesso è l’ora di Andy Warhol

I mistici sessanta in un attimo.

Sebbene a lei in qualche modo piaccia Lou Reed –

Ella non ha veramente il bisogno.

Già nella merda, sebbene sia innocente.

E ora ella non sa

Che cosa è che vuole

E dove vuole andare

E Delon continuerà a essere uno stronzo?

Sì è nella merda, sebbene sia innocente.

Ieri se n’è andato,

c’è solo l’oggi – nessun domani.

Ieri non c’è più

C’è solo l’oggi – niente altro …

 

Ieri se n’è andato,

c’è solo l’oggi – nessun domani.

Ieri non c’è più

C’è solo l’oggi – niente altro

mercoledì 27 ottobre 2021

My Heart is Empty

Dall’ultimo Album di Nico; “Camera Obscura”, prodotto da John Cale e pubblicato nel 1985.


 

"Il mio cuore è vuoto

Ma le canzoni che canto

Sono colme di amore per te"

Un uomo mi disse ciò

È così che lo so

 

A volte l’amore non si palesa

A volte non è neanche consapevole

Non c’è testimone alla mia rabbia

Quando esso pugnala fino a che egli muore

Sto cercando lo strangolatore

Perché mi aiuti, aiuti con il mio crimine

 

Mostrami la via all’avvertimento

Al preavviso per la luce del mattino

Lo pugnalerò con un coltello

Il sole accecante

Il battito del cuore per il tempo a venire

L’onestà che ti mente

 

Il mio cuore è vuoto

Ma le canzoni che canto

Sono colme di amore per te

giovedì 21 ottobre 2021

Heroine

La canzone, che vede Sinead O’Connor come coautrice del testo insieme con The Edge, compare sulla colonna sonora del film “Captive”, composta dal chitarrista degli U2 nel 1996. È l’unico brano cantato del disco e fa conoscere per la prima volta a un pubblico vasto l’intensa voce della cantante di Dublino.


 

Impaurita, ma non scapperai

Sola, sia fatta la tua volontà

Confessata, ma continui a provare vergogna

Portami nelle tue braccia di nuovo

 

Eroina

Eroina

Eroina

Eroina

 

Tocca questi occhi con un sorriso spezzato

Tocca la mia bocca con la tua fronte corrucciata

Con il mio cuore, senti la mia vergogna

Conducimi nuovamente al riposo

 

Eroina

Eroina

Eroina

Eroina

 

La notte è lunga, ma il giorno arriverà

Con promesse dove i prescelti

Impregnano il mare, dolce sapore la pioggia

Cadi ancora nelle mie braccia stanotte

 

Eroina

Eroina

Eroina

Eroina

 

La notte è lunga, ma il giorno arriverà

Con promesse dove i prescelti

Impregnano il mare, dolce sapore la pioggia

Cada la notte nella luce del giorno

giovedì 14 ottobre 2021

Holidays in the Sun

L'ispirazione per la composizione del brano avvenne durante un viaggio sull’Isola di Jersey: «Cercammo di fare le "nostre vacanze al sole" all'isola di Jersey ma non funzionò. Ci buttarono fuori». A questo breve soggiorno fece seguito un periodo di un paio di settimane a Berlino. Anche se descritta dai membri della band come una città "piovosa e deprimente", i Sex Pistols erano comunque sollevati dall'aver lasciato Londra. John Lydon disse: «Essere a Londra in quel periodo ci faceva sentire come dei prigionieri in un campo di concentramento. C'erano odio e continui atti di violenza nei nostri confronti. La cosa migliore che potevamo fare era quella di cambiare campo di prigionia. Berlino e la sua decadenza furono una buona idea. La canzone nacque da ciò. Amo Berlino. Amavo il muro e la pazzia del posto. I comunisti guardavano all'atmosfera da circo di Berlino Ovest, che non dormiva mai, e quella sarebbe rimasta la loro immagine dell'occidente».




Non voglio una vacanza al sole

Voglio andare al nuovo Bergen-Belsen

Voglio vedere un po’ di storia

Perché ora ho una certa disponibilità economica

 

Oh ora un motivo

E sto ancora aspettando

Ora ho un motivo per aspettare

Il muro di Berlino

 

Con un suono avvolgente in una parete da due pollici

Beh, stavo aspettando la chiamata del comunismo

Non avevo chiesto la luce del sole

E mi sono ritrovato la terza guerra mondiale

Sto guardando  al di sopra del muro

E loro guardano me

Oh, adesso ho una ragione

E sto ancora aspettando

Ora ho una ragione

Per aspettare

Il muro di Berlino

 

Mi fissano tutta la notte

E Mi fissano tutto il giorno

E non avevo alcuna ragione per essere qui, per niente.

Ma ho una ragione adesso, se non è una vera ragione

E sto aspettando il muro di Berlino

Devo andare oltre al muro di Berlino

Devo oltrepassarlo, non lo capisco

Claustrofobia, troppa paranoia

Ci sono troppi armadi

In cui sono stato chiuso prima

E ora ho una ragione

Non è una vera regione per attendere

Il muro di Berlino              

Devo scavalcare il muro

Questa proprio non la capisco.

 

Per favore, non aspettatemi.

mercoledì 6 ottobre 2021

They Own The Media

Estratta dal doppio disco “Latest Record Project, volume 1”, pubblicato da Van Morrison nel maggio del 2021.


 

Ci dicono che è meglio non sapere

 “beata ignoranza”

Suppongo che per quelli che controllano

I media sia così

 

Possiedono i media, controllano

Le storie che ci raccontano

Se mai provi ad andargli contro

Verrai ignorato

 

Perché essi controllano

Essi controllano

Controllano la narrazione

Perpetuano il mito

Continuano a raccontarti menzogne

Ti dicono  “beata ignoranza”

 

Credici e non aprirai mai

Non aprirai mai gli occhi sulla verità

Perché essi controllano

Ogni cosa che fai

Ogni cosa che fai

Ogni cosa che fai

Ogni cosa che fai

 

Controllano la narrazione

Perpetuano il mito

Continuano a raccontarti menzogne

Ti dicono  “beata ignoranza”

Credici e non aprirai mai

Non aprirai mai gli occhi sulla verità

Non aprirai mai gli occhi sulle loro bugie

Sulle loro bugie

Controllano i media

Essi controllano i media

Essi controllano i media

Essi controllano i media

mercoledì 29 settembre 2021

Clampdown

Clampdown (o Working for the Clampdown; letteralmente traducibile in Repressione o Giro di vite) scritta da Joe Strummer e Mick Jones è il secondo singolo tratto da “London Calling”, terzo album dei Clash.



Il regno viene saccheggiato, i gioielli ripresi e l'elicottero scende

Sono nascosti nel retro, con un messaggio su un nastro raffazzonato con la bobina che gira

Dicendo che sono di nuovo qui in questo posto e potrei piangere e c'è del fumo su cui potresti cliccare

Cosa faremo adesso?

E adesso che facciamo?
Togliendogli il turbante, dissero "Quest’uomo è un ebreo?"
Lavorano per la repressione
Hanno affisso un manifesto che dice guadagniamo più di voi!
Lavorando per la repressione


Insegneremo la nostra contorta ideologia
Ai giovani fedeli
Addestreremo i nostri uomini dagli occhi azzurri
Ad essere giovani fedeli

Il giudice disse "da cinque a dieci anni"
Io dico facciamo pure il doppio
Io non lavoro per la repressione
Nessun uomo nato con un’anima profonda

Può lavorare per la repressione


Abbatti il muro, fai cadere i governi
Come puoi rifiutarti?
Che il furore abbia la sua ora, la rabbia può essere forza
Sai di poterla usare?

Le voci che hai in testa si fanno sentire
Non sprecare più tempo, nulla avverrà
Solo uno stupido penserebbe
Che qualcuno possa ancora salvarti
Gli uomini della fabbrica sono vecchi e scaltri
Tu non gli devi niente, perciò taglia la corda ragazzo
Sono gli anni migliori della tua vita che vogliono rubarti

Cresci e ti calmi
Adesso lavori per la repressione
Cominci a vestire di blu e marrone
E lavori per la repressione
Così hai qualcuno a cui dare ordini
E questo ti fa sentire importante
Scivoli fino all’abbruttimento
E ora compi il tuo primo assassinio

In quest'epoca di presidenti malvagi
Che lavorano per la repressione
Ma già un paio di loro hanno pagato il prezzo dovuto
Per aver lavorato per la repressione
Ah! Avanti! Avanti!

E non ho rivelato alcun segreto
Chi è il più fesso adesso?

mercoledì 22 settembre 2021

Fiesta

La canzone Fiesta, scritta da Shane MacGowan e Jem Finer per l’album “If I Should Fall from Grace with God”, ha un testo molto particolare che comprende diverse parti in una lingua spagnola, a tratti anche approssimativa. Per la sua interpretazione mi sono basato sull’analisi riportata sul prezioso sito The Parting Glass: An Annotated Pogues Lyrics Page, che traduco quasi integralmente.

http://www.poguetry.com/

"I am Franciso Vázquez García
I am welcome to Almeria..."

Almería è una provincia nel Sud della Spagna lungo la costa del Mediterraneo. I Pogues vi trascorsero un periodo durante le riprese del film "Straight to Hell," di Alex Cox. Jem Finer a tale riguardo: "Avendo passato una settimana in Almeria, in un albergo vicino alla fiesta, la cacofonia del luna park mi rimase impressa in testa. Le due alternative erano infliggerla al resto del mondo o impazzire."

"We have sin gas and con leche
We have fiesta and feria..."

"Sin gas" sta per "senza gas" e "con leche" significa "con latte" ed entrambi i termini si riferiscono a bevande: il primo è abbreviazione di "agua sin gas" e il secondo è una forma breve di "cafe con leche" ovvero caffè con latte.

Una "feria" è la "fiera" in spagnolo.

"We have the song of the chochona
We have brandy and half corona..."

Uno dei premi che si possono vincere a una fiera (in lotterie, estrazioni, tiro a segno) era una bambola chiamata "muñeca chochona" ('muñeca' significa 'bambola'), sebbene "chochona" di per sé sia fondamentalmente una parola senza senso (vale a dire priva di significato ma aggiunta per l’effetto sonoro):

"There is a minstrel there you see,
And he stoppeth one in three

Questo verso presenta un forte parallelismo con i versi di apertura dell’opera di Coleridge "Rime of the Ancient Mariner." Li riportiamo:

It is an ancient Mariner,
And he stoppeth one of three.
By thy long grey beard and glittering eye,
Now wherefore stopp'st thou me?

Il marinaio (ancient mariner) sceglie il narratore che sta andando a partecipare a un matrimonio. A proposito di tale poema, il metro e alcune delle immagini sembrano ricorrere anche in "Turkish Song of the Damned."

"El veintecinco de agosto
Abrio sus ojos Jaime Fearnley
Para el bebe cinquante gin campari
Y se tendio para cerrarlos..."

Non curandosi di alcuni scivoloni grammaticali, questi versi potrebbero essere tradotti come segue:

"Il 25 di Agosto
James Fearnley ha aperto gli occhi
Per bere cinquanta gin campari
E si è sdraiato per chiuderli "

Il festival annuale di Almeria festival dura nove giorni e si tiene l’ultima settimana di Agosto. È famoso per le prodigiose quantità di alcol consumata dai frequentatori . L’intera strofa è basata su alcuni versi della poesia di Federico Garcia Lorca intitolata "El emplazado":

"El veinticinco de junio
Abrío sus ojos Amargo,
y el veinticinco de agosta
se tendío para cerrarlos..."

La poesia descrive come il 25 giugno ("el veintecinco de junio") Amargo ode voci che profetizzano che egli sarà morto nel giro di due mesi. Il 25 di agosto apre gli occhi, e quindi muore.

"Y Costello el rey de America
Y suntuosa Cait O Riordan..."

The Pogues andarono in tour con Elvis Costello nei primi anni e quest’ultimo produsse sia "Rum, Sodomy, and the Lash" sia "Poguetry in Motion", e in tali occasioni conobbe la magnifica ("suntuosa") Cait O'Riordan, la bassista originaria dei Pogues. Durante le riprese erano tutti in Almería sul set di "Straight to Hell. In 1986 Costello pubblicò il suo album "King of America" ("el rey de America").

"No rompere mis calliones
Los gritos fuera de las casas..."

Il primo verso è un italiano maccheronico e il secondo andrebbe letto come “le urla fuori dalle case”.


Sono Francisco Vasquez Garcia

Son benvenuto in Almeria

Abbiamo sin gas e con leche

Abbiamo fiesta e feria

Abbiamo la canzone della chochona

Abbiamo brandy e mezza corona

E Leonardo e la sua fisarmonica

e calamari e maccaroni


Accorrete tutti voi sconclusionati ragazzi voluttuosi

E signore che amate la bella vita

Dobbiamo dire Adios! Fino a quando non rivedremo

L’Almeria ancora una volta

 

C’è un menestrello, là lo vedi,

e ne ferma uno di tre

E nell’orecchio di questo gli sussurra

“Mi vorresti cortesemente uccidere quella bambola?”

Ora ha vinto chochona alla lotteria

E tutta la città ha guardato quel pazzo gringo

Staccare la testa alla bambola ridendo

E – miraldo! – lanciarne il corpo in mare

 

Accorrete tutti voi sconclusionati ragazzi voluttuosi

E signore che amate la bella vita

Dobbiamo dire Adios! Fino a quando non rivedremo

L’Almeria ancora una volta 

El vienticinco de agosto
Abrio sus ojos Jaime Fearnley
Pero el bebe cinquante Gin-campari
Y se tendio para cerrarlos
Y Costello el rey del America
Y suntuosa Cait O Riordan
Non rompere mes colliones
Los gritos fuera de las casas

Accorrete tutti voi sconclusionati ragazzi voluttuosi

E signore che amate la bella vita

Dobbiamo dire Adios! Fino a quando non rivedremo

L’Almeria ancora una volta 

mercoledì 15 settembre 2021

The Rebels

La canzone è stata pubblicata da Van Morrison nel giugno 2021 con il titolo “Where Have All The Rebels Gone”, e ripresa poi in duetto con Eric Clapton, come “Slowhand & Van”, in una versione intitolata semplicemente “The Rebels”.



Dove sono finiti tutti i ribelli?

Nascosti dietro gli schermi dei lori computer

Dove è lo spirito, dov’è l’anima

Dove sono andati tutti i ribelli?

 

Sarebbe ora di venire allo scoperto adesso

Uno, per i soldi; due, per lo spettacolo

Non è molto rock and roll

Dove sono andati tutti i ribelli?

 

Dove sono finiti tutti i ribelli?

Qualcun altro deve agire

Non è che stiano dicendo gran che

Dove sono andati tutti i ribelli?

Ma erano davvero tutti così tosti?

O era solo una qualche abile mossa di pubbliche relazioni?

Uno, per i soldi; due, per lo spettacolo

Dove sono andati tutti i ribelli?

Dove sono finiti tutti i ribelli?

Uno, per i soldi; due, per lo spettacolo

Non è che stiano dicendo gran che

Dove sono andati tutti i ribelli?

Dove sono andati tutti i ribelli?

Uno, per i soldi; due per lo spettacolo

Non fa molto rock and roll

Dove sono finiti tutti i ribelli?


Ma erano davvero tutti così tosti?

O era solo una qualche abile mossa di pubbliche relazioni?

Non è che stiano dicendo molto

Dove sono andati tutti i ribelli?

Dove sono finiti tutti i ribelli?

Nascosti dietro gli schermi dei lori computer

Dove è lo spirito, dov’è l’anima

Dove sono andati tutti i ribelli?


Perché non saltano fuori adesso?

Uno per i soldi, due per lo show

Non riesco a trovare proprio nessuno

Dove sono finiti tutti i ribelli?


giovedì 9 settembre 2021

That's Entertainment

"That's Entertainment" è una canzone del 1980 del gruppo britannico The Jam, tratta dal loro quinto album, Sound Affects.

Il testo minimalista e realista elenca varie condizioni di vita della classe operaia britannica. Il primo verso è la descrizione di scene e rumori di vita quotidiana in una città che culmina nel laconico e ironico ritornello. Le immagini si accumulano e crescono di intensità, accompagnate da una musica insolitamente scarna per lo stile abituale della band.

"Ero a Londra quando ho scritto 'That's Entertainment'", ha detto Weller, "scriverlo è stato facile in un certo senso perché tutte quelle immagini erano a portata di mano, intorno a me." In un'intervista con Absolute Radio ha detto: "L'ho scritta in 10 minuti netti, alcune canzoni si scrivono da sole. È stato facile da scrivere, ho attinto a tutto ciò che mi circondava".


Un’auto della polizia e il grido di una sirena

Un martello pneumatico e cemento fatto a pezzi

Un bambino che piange e un cane randagio che ulula

Lo stridio di freni e il lampeggiare di una lampada

 

Questo è intrattenimento, questo è intrattenimento

 

L’infrangersi di vetri e stivali che rimbombano

Un treno elettrico e una cabina del telefono squarciata

Muri impiastricciati di vernice e il grido di un gattone

Luci che si spengono e un calcio nelle palle

 

Questo è intrattenimento, questo è intrattenimento

 

Giorni frenetici e lunedì che passano lenti

Pioggia che ti piscia addosso in un noioso mercoledì

Guardi il telegiornale e non prendi il te

Un appartamento dove si muore di freddo e l’umidità alle pareti

 

Questo è intrattenimento, questo è intrattenimento

 

Svegliarsi alle sei di una fredda mattina

Aprendo la finestra e respirando petrolio

Una band di dilettanti prova in un cortile vicino

Guardare la televisione e pensando alle tue vacanze

 

Questo è intrattenimento, questo è intrattenimento

La la la la la la
La la la la la la
La la la la la la
La la la la la la

Svegliarsi dagli incubi e fumare sigarette
Coccolare una calda ragazza e odorare il profumo stantio
Un caldo giorno d’estate e un nero asfalto appiccicoso
Nutrire anatre al parco e desiderare di essere altrove

Che intrattenimento!
Che intrattenimento!

Il bacio di due innamorati  maschera il grido della mezzanotte
Due innamorati si perdono la tranquillità della solitudine
Prendere un taxi e viaggiare in autobus
Leggendo i graffiti su tradimenti nei sedili posteriori squarciati

Dico “che intrattenimento”
Che intrattenimento

 

mercoledì 1 settembre 2021

This Has Gotta Stop

Canzone scritta da Eric Clapton e pubblicata ad Agosto del 2021.



Questa storia deve finire
Quando è troppo è troppo
Non posso sopportare ancora a lungo queste stronzate

È durata fin troppo
Se volete prendervi la mia anima
Dovrete venire a buttare giù questa porta

Sapevo che qualcosa stava andando storto
Quando avete iniziato a fissare le regole

Non riesco a muovere le mani
Comincio a sudare
Voglio piangere
Non ce la faccio più

Questa storia deve finire
Quando è troppo è troppo
Non posso sopportare ancora a lungo queste stronzate

È durata fin troppo
Se volete prendervi la mia anima
Dovrete venire a buttare giù questa porta

Sono stato in giro
Tanto, tanto tempo
Ho visto tutto
E sono abituato a essere libero

So chi sono
Provo a fare ciò che è giusto
Quindi rinchiudetemi e buttate via la chiave

Questa storia deve finire
Quando è troppo è troppo
Non posso sopportare ancora a lungo queste stronzate

È durata fin troppo
Se volete prendervi la mia anima
Dovrete venire a buttare giù questa porta

Pensando ai miei figli
A cos’è rimasto per loro
E poi a quello che verrà lungo la strada

La luce nel tunnel
Potrebbe essere il treno diretto a sud
Signore, aiutali col loro fardello

Questa storia deve finire
Quando è troppo è troppo
Non posso sopportare ancora a lungo queste stronzate

È durata fin troppo
Se volete prendervi la mia anima
Dovrete venire a buttare giù questa porta

domenica 27 giugno 2021

Kill the Poor

Kill the Poor è il terzo singolo dei Dead Kennedys, pubblicato nell'ottobre 1980 . Il brano è stato scritto da Jello Biafra ed East Bay Ray ed è stato estratto dall'album d'esordio del gruppo, “Fresh Fruit for Rotting Vegetables”.

La canzone consiste in una provocazione satirica: un invito ad eliminare i disoccupati e le persone che vivono in condizioni di povertà mediante una bomba a neutroni, poiché l'utilizzo di questa arma, "bella, veloce, pulita ed efficace", libererebbe la società da questi "parassiti". Il testo del brano è stato associato a una ironica proposta fatta dallo scrittore Jonathan Swift nel XVIII secolo, simile nel contenuto.


 

Efficienza e progresso ci appartengono ancora una volta

Ora che abbiamo la bomba a neutroni

Che è bella, veloce e pulita e risolve i problemi

Ti toglie il nemico in eccesso

Ma non svaluta la proprietà

Non ha senso in guerra ma lo ha perfettamente a casa

 

Il sole splende su un giorno nuovissimo

Basta pagare tasse per i sussidi pubblici

Baraccopoli antiestetiche che bruciano lampeggiando

Milioni di disoccupati portati via

Alla fine avremo più spazio per giocare

Tutti i sistemi vanno a uccidere il povero stanotte

 

Uccidi, uccidi, uccidi il povero

Uccidi, uccidi, uccidi il povero

Uccidi, uccidi, uccidi il povero stanotte

 

Osserva lo spumeggiare dello champagne

Il tasso di criminalità è azzerato, ci si sente di nuovo liberi

Oh, la vita è un sogno con te, signorina Biancogiglio

Jane Fonda sullo schermo oggi

Ha convinto i liberali che va bene

Perciò mettiamoci in tiro e balliamo tutta la notte

Mentre uccidono, uccidono, uccidono il povero

 

Uccidi, uccidi, uccidi il povero

Uccidi, uccidi, uccidi il povero

Uccidi, uccidi, uccidi il povero stanotte

domenica 30 maggio 2021

Down where the Drunkards Roll

La canzone di Richard Thompson compare sul primo disco in cui egli collabora con la moglie Linda,  "I Want to See the Bright Lights Tonight". Il testo esplora temi che sarebbero divenuti capisaldi della scrittura di Thompson: perdita, dolore e la ricerca di conforto materiale.



Vedi i ragazzi usciti a camminare

I ragazzi hanno un così bell’aspetto

Vestiti in velluto verde

Le loro fibbie di argento scintillano

Presto saranno intorpiditi

Sotto un barile di vino

Giù dove rotolano gli ubriaconi

Giù dove rotolano gli ubriaconi

 

Vedi quell’amante in piedi

Con lo sguardo verso il suolo

Sta cercando la cosa vera

Menzogne sono tutto ciò che ha trovato

Puoi avere la cosa vera

Costerà soltanto una sterlina

Giù dove rotolano gli ubriaconi

Giù dove rotolano gli ubriaconi

 

Ecco là una donna inquieta

Sogna un sogno inquieto

Vive fuori sulla strada principale

Tiene in ordine il suo denaro

Presto sarà di ritorno

Al luogo dove ella è regina

Giù dove rotolano gli ubriaconi

Giù dove rotolano gli ubriaconi

 

Puoi essere un giocatore

Che non ha mai giocato una mano

Puoi essere un marinaio

Che non ha mai abbandonato la terra ferma

Puoi essere il Signore Gesù

Il mondo intero comprenderà

Giù dove rotolano gli ubriaconi

Giù dove rotolano gli ubriaconi

domenica 23 maggio 2021

Turkish Song of the Damned

Della canzone, il cui titolo fu ispirato dal singolo “The Turkey Song” del gruppo The Damned, MacGowan ha detto:

“Racconta di un tizio su un’isola turca il quale ha abbandonato una nave affondante con tutti i soldi e i suoi compagni sono andati sotto. Non sono completamente sicuro di ciò – è inquieto e perseguitato e danza con questa musica turca che gli risuona incessantemente nel cervello – e passa il tempo ballando e bevendo. Poi ritorna il suo migliore amico, e l’equipaggio, per trascinarlo giù all’inferno o dovunque essi si trovino. Ma lui sapeva che sarebbe successo, e stava aspettando.” 

È cantata in prima persona dal “migliore amico”, con forme arcaiche che – insieme con occasionali e intelligenti “furti” da lavori come “The Rime of the Ancient Mariner” -  contribuiscono all’impronta folcloristica della canzone. Sono molteplici i prestiti dalla mitologia marinaresca celtica, ricca di storie di pirati (non)morti e capitani immortali. Il debito è però riscattato da un servo, che tipicamente è già morto e porta un’ombra sulla schiena (nel senso di una maledizione) ed è mandato a riscuotere da chiunque non abbia ancora pagato, sia esso vivo o morto. Alla mitologia celtica risale anche la “donna con un pettine in mano”, che si riferisce alla Banshee, un tipo di spirito del mondo delle fate irlandese (o scozzese), la quale avvisa le persone di una morte imminente cantando una canzone di lutto e tipicamente porta con sé un pettine d’argento.



Arrivo dall’inferno stanotte vecchio amico

Attraverso il mare imputridito

Né i chiodi della croce

Né il sangue di Cristo

Può venirti in soccorso stanotte

I morti sono venuti a riscuotere un debito da te

Stanno fuori dalla tua porta

Quattro volte venti più tre

 

Hai fatto la guardia per il vento dell’uomo morto?

Hai visto la donna con il pettine nella mano?

Piangere e urlare sulla parete alla spiaggia

Mentre danzavi sulla musica della canzone turca del dannato

 

Ti ricordi quando la nave affondò

E mi lasciasti sul ponte

Il cadavere del capitano saltò su

E mi gettò le braccia al collo

Perché per tutti questi anni l’ho avuto alle costole

Neanche tutti i tuoi soldi possono pagare questo debito

 

E mentre sto qui seduto a parlarti vedo la tua faccia sbiancare

Questa ombra che incombe su di me

Non è un gioco della luce

Lo spettro sulla mia schiena sarà presto libero

Il morto è venuto a reclamare un debito da te

 

 

venerdì 23 aprile 2021

Willkommen in der Demokratie

Nina Proll è una cantante e attrice austriaca. Nell’ottobre del 2020 ha pubblicato questa canzone, il cui testo porta la sua firma.



Benvenuti nella democrazia

Ogni voce ha il suo peso

Votate chi volete

Però poi dopo non lamentatevi

Ora tenete la distanza, per solidarietà

Finìtela una buona volta di festeggiare, nella nuova normalità

Teatro e sport vengono aboliti

Chi è indipendente da oggi verrà punito

Evitate la responsabilità del singolo e soprattutto

Lo scambio di fluidi corporali

 

Evviva la democrazia

Liberali così non siamo stati mai

Evviva la tolleranza

Chi la pensa diversamente è tagliato fuori

Abbiamo per tutto un protocollo

Noi lo sappiamo come si deve vivere

 

Benvenuti nel moralismo

Nessun diritto, restano solo doveri

“virologico” è l’imperativo

Che ci piaccia o meno

Non chiedete se c’è un senso, non cercate proporzionalità

Dimenticate la vostra libertà e la legittimità costituzionale

La salute è al primo posto, la salute avanti a tutto

Non andiamo più dal medico, ma soltanto in laboratorio

Portiamo le maschere con riserva

E se non acconsentite, allora dovremo usare la forza

  

Evviva la democrazia

Liberi così non siamo stati mai

Evviva la tolleranza

Chi la pensa diversamente è tagliato fuori

Abbiamo per tutto un protocollo

Noi lo sappiamo come si deve vivere

 

Wilkommen in der Demokratie

Jede Stimme hat Gewicht

Wählt wen ihr wollt

Doch beschwert euch danach nicht

Haltet nun Abstand aus Solidarität

Hört endlich auf zu feiern in der neuen Normalität

Theater und Sport werden abgeschafft

Wer selbstständig ist wird ab Heute bestraft

Vermeidet die eigene Verantwortlichkeit und vor Allem

Den Austausch von Körperflüssigkeit

 

Es lebe die Demokratie

So liberal wie jetzt waren wir noch nie

Es lebe die Toleranz

Wer anders denkt hat ausgetanzt

Wir haben für alle ein Protokoll

Wir wissen wie man leben soll

 

Willkommen in Moralismus

Keine Rechte, nur noch Pflicht

Virologisch heißt der Imperativ

Ob uns das schmeckt oder nicht

Fragt nicht nach Sinn und Verhältnismäßigkeit

Vergesst eure Freiheit und Verfassungswidrigkeit

Gesundheit ist primär, Gesundheit geht vor

Wir gehen nicht mehr zum Arzt sondern nur noch ins Labor

Wir tragen die Masken mit Vorbehalt

Und seid ihr nicht willig, ja dann brauchen wir Gewalt

 

Es lebe die Demokratie

So frei wie jetzt waren wir noch nie

Es lebe die Toleranz

Wer anders denkt hat ausgetanzt

Wir haben für alle ein Protokoll

Wir wissen wie man leben soll

mercoledì 14 aprile 2021

Eazy Sleazy

Singolo di Mick Jagger, in collaborazione con Dave Grohl.



L‘abbiamo presa bene anche se era spiacevole

I numeri davano un quadro così tetro

Comandati a bacchetta da cazzoni

Abbiamo mantenuto la calma

Camminando avanti e indietro nel cortile

Cerchi di sfottere

Devi pensare che sono veramente tonto

Guardando ai grafici

Con una lente d’ingrandimento
Cancellati tutti i tour

Applausi finti allo stadio di calcio


Niente più brochure di viaggi

“Prime” virtuali

Non mi è rimasto niente da mettere

 

Guardando fuori dalle pareti di questa prigione

Per pagare un debito devi farne un altro

Ma è facile, facile

Tutto diventerà veramente strambo

Tutto bene, nella notte

 

Presto sarà un ricordo che cercherai di ricordarti di scordare …

Questa è una bella maschera

Ma non provarci mai

Tik Tok, stupido ballo

Frequenta un corso di Samba

 

Sono cascato sul culo

Cercando di comporre un motivo

È meglio se mi contatti su Zoom

Vedi i miei libri artefatti

Mi industrio per imparare a cucinare

Veramente troppa televisione

Mi sta lobotomizzando



Penso di essere ingrassato

Mi farò un altro drink

Poi pulirò il lavello della cucina

 

Scapperemo dalle mura di questa prigione

Apriremo le finestre e apriremo le porte

Ma è facile, facile

Tutto diventerà veramente strambo

Tutto bene, nella notte

 

 

Sarà un giardino di delizie terrene

È facile, è squallido e abbietto

Tutto è liscio e untuoso

Facile, credimi

Sarà solo un ricordo che cercherai di ricordarti di scordare

Iniettando il vaccino

Bill Gates è nel flusso del mio sangue

È controllo della mente

La terra è piatta e fredda

Non si scalderà mai

L’Artide è diventata fanghiglia

Il secondo avvento è in ritardo

E ci sono alieni nel deep state

mercoledì 31 marzo 2021

The Sick Bed of Cúchulainn

Da Rum Sodomy and the Lash (1985). La canzone vede un nazionalista irlandese passare in rassegna la sua vita passata; nei dettagli il protagonista fu coinvolto nella Guerra Civile di Spagna - John McCormack e Richard Tauber erano famosi tenori di quell’epoca – e Frank Ryan fu un membro dell’IRA che guidò volontari irlandesi contro le truppe di Franco - le 'fottute camicie nere' che conducevano i treni della morte.

Dopo la guerra il protagonista cade nell’alcolismo (la seconda strofa descrive un pazzo scontro ubriaco a Londra) e muore di una classica morte gaelica, furiosa e appassionata fino all’ultimo - Cloughprior, in questo caso si riferisce a un cimitero nella contea di Tipperary.

Nel contempo viene tracciato un parallelo con la vita di Cúchulainn - eroe irlandese nato sotto una cattiva stella - un grande guerriero che in battaglia era animato da rabbia inestinguibile e che, quando la sua forza infine fu scemata, si legò a una roccia per fronteggiare i propri nemici, al fine di morire in piedi; una eco del ribelle amore del protagonista per la libertà.

Shane MacGowan ha spiegato che visse per qualche tempo nel Pub irlandese di suo zio a Essex e lì trovò ispirazione da un agglomerato di personaggi che lo frequentavano – principalmente ubriaconi – che raccontavano dozzine di storie del passato, tra cui i vari aneddoti descritti nel testo.



 

McCormack e Richard Tauber stanno cantando presso il letto

C’è un bicchiere di punch sotto ai tuoi piedi e un angelo alla tua testa

Ti serve ancora una goccia di veleno e sognerai di terre straniere

 

Quando ti sei pisciato addosso a Francoforte e ti sei beccato la sifilide giù a Colonia

E sentisti sferragliare i treni della morte mentre giacevi là tutto solo

Frank Ryan ti offrì del whiskey in un bordello di Madrid

E mandasti al tappeto qualche fottuta camicia nera che stava insultando i giudei

 

Al letto in cui Cuchulainn giace in malattia, ci inginocchieremo e diremo una preghiera

E i fantasmi sbatacchiano contro la porta e il diavolo è sulla sedia

 

E nella Euston Tavern gridasti che era il tuo turno

Ma non ti volevano servire così buttasti spaccasti le finestre

Ti portarono fuori in istrada e ti presero a calci in testa

Così rientrasti attraverso una porta sprangata per rifare tutto da capo

 

Al letto in cui Cuchulainn giace in malattia, ci inginocchieremo e diremo una preghiera

E i fantasmi sbatacchiano contro la porta e il diavolo è sulla sedia


Ti ricordi quella serata terribile, quando udisti ululare le banche?

C’erano dei pigri bastardi ubriachi che cantavano"Billy In The Bowl"

Ti portarono alla messa di mezzanotte e ti piantarono in asso

Così mettesti un bottone nel piatto delle offerte e vomitasti in chiesa

Ora canti una canzone di libertà per neri e pakistani e scozzesi

E ti prenderanno da questa discarica in cui sei e ti infileranno in una cassa

Poi ti porteranno a Cloughprior e ti spaleranno terra addosso

Ma tu tirerai fuori la testa per urlare “ci faremo un altro giro”

 

Intorno alla tomba di Cuchulainn, ci inginocchieremo per pregare

E Dio sta nel suo paradiso, e Billy è giù alla baia

 


venerdì 12 marzo 2021

Sit Down by the Fire

 Da "If I Should Fall from Grace with God", del 1988.



Siedi vicino al fuoco

E ti racconterò una storia

Per spedirti dritto a letto

Delle cose che odi strisciare

Quando tutti stanno dormendo

E vorresti essere fuori invece

Non sono i topi nel muro

Non è il vento nel pozzo

Ma ogni notte marciano

Uscendo da quel buco nel muro

Che attraversano sulla loro strada

Per uscire dall’inferno

 

Sono le cose che vedi

Quando ti svegli e urli

Le fredde cose che ti seguono

Lungo la stradina di campagna

Vivono nel piccolo cerchio di alberi sulla collina

Su alla cima del campo

 

E danzano sulla pioggia

E danzano sul vento

E picchiettano sul vetro

Quando non c’è nessuno in casa

E se mai li vedi

Fai finta di essere morto

O ti staccheranno la testa a morsi

Ti strapperanno via il fegato

E balleranno sul tuo collo

Balleranno sulla tua testa

Balleranno sul tuo petto

Ti faranno venire i crampi

E le coliche per scherzo

 

Sono le cose che vedi

Quando ti svegli e urli

Le fredde cose che ti seguono

Lungo la stradina di campagna

Vivono nel piccolo cerchio di alberi sulla collina

Su alla cima del campo

 

Giocano sul vento

Cantano sulla pioggia

Danzano sui tuoi occhi

Danzano sul tuo cervello

Ricorda questo luogo

È umido è freddo

Il miglior posto della terra

Ma è oscuro ed antico

Perciò sdraiati vicino al muro

E copriti il capo

Buona notte e Dio ti benedica

Ora fottiti e va a letto