mercoledì 30 marzo 2022

Matte Kudasai

"Matte Kudasai" è una ballata della band King Crimson. Cantata dalla voce di Adrian Belew, che è anche autore del testo, fu pubblicata come primo singolo dell’album Discipline (1981). Il titolo in Giapponese significa “Aspetta, per favore”.




Immobile, presso la vetrata

Dolore, come la pioggia che sta cadendo

Ella attende nell’aria

Matte Kudasai

Ella dorme su una sedia

Nella sua triste America

Quando, quando la notte era così lunga?

Lunga, come le note che sto mandando

 

Ella attende nell’aria

Matte Kudasai

Ella dorme su una sedia

Nella sua triste America

Ella attende nell’aria

Matte Kudasai


Ella dorme su una sedia

Nella sua triste America

giovedì 24 marzo 2022

Evangeline

Da un articolo pubblicato su dontforgetthesongs365 , sulla canzone scritta da Robbie Robertson nel 1976 e immortalata nel film "The Last Waltz".


Potevo crederci? Quando ho visto per la prima volta The Last Waltz, avrei giurato che "Evangeline", la canzone che The Band ha cantato con la musa preferita di Gram Parsons, Emmylou Harris, fosse uno standard tradizionale del sud. Ma non lo era, mi sbagliavo; infatti, l'esecuzione e la registrazione di "Evangeline" dimostrano quanto bene The Band, e in particolare il leader musicale Robbie Robertson, abbia ricreato liricamente il suono della Louisiana, portato in vita con macchine del fumo su un freddo palcoscenico di Hollywood, con l'angelica Emmylou Harris che canta insieme con i suoi compagni di The Band. Come hanno fatto  a trasformare istantaneamente questa gemma New Americana, scritta da Robbie Robertson, in un classico del profondo sud? È come se Rick Danko, Garth Hudson, Richard Manuel, Levon Helm e Robbie Robertson ci avessero magicamente trasposto in uno stato mentale bluegrass-Cajun.

"Evangeline" ha collegato le prime riflessioni di Robbie Robertson sull'America, come disse a "Classic Albums" nel 1997: "Era un pezzo di America che era semplicemente più musicale. Non ho idea del perché, ma quando ci sono andato per la prima volta, avevo sedici anni e sono sceso dall'autobus in Arkansas, mi ha colpito subito. Si sentiva l'odore. Potevi sentire l'odore della musica. L'aria si poteva assaporare, si poteva sentire tutto. Subito ho detto: "Ho capito". È stata questa filosofia musicale che The Band e in particolare Robbie Robertson hanno impostato per ricreare i loro ricordi dei loro primi panorami, odori e sensi dell'America in canzoni come "Evangeline".

Robbie Robertson ha parlato di "Evangeline" in un'intervista con Joshua Baer di Musician Magazine, dicendo: "Avevo scritto "Evangeline" come parte della "The Last Waltz Suite". La facemmo nel concerto e facemmo anche alcune delle altre cose della suite al concerto. Ma quando abbiamo finito, è come se tutti questi artisti rappresentassero un elemento della musica popolare a loro modo. Emmylou Harris era fresca e rappresentava una nuova scuola di musica country e inoltre è molto fotogenica. Ha un ottimo rapporto con la macchina fotografica".

Alla domanda di Bauer sulla specifica scena ispirata alle nuvole in The Last Waltz, dove Harris sembrava un angelo che cantava accanto alla più mortale maestà di The Band, Robbie ha risposto: "Quel fumo era ghiaccio. Era ghiaccio che Scorsese aveva fatto per diversificare un po' la cosa. La canzone parlava di questa zona delle Everglades, quel bayou che visualizzi in modo nebbioso, quindi era in un certo modo in sintonia con la canzone".

L'autrice Annette Wernblad si è soffermata sull'uso del fumo da parte del regista in quella immortale scena dell'Ultimo Valzer nel suo libro, The Passion of Martin Scorsese: A Critical Study of the Films, quando scrisse: "In contrasto con le storie di furti, sputi di sangue, prostitute, bevute e droghe, Emmylou Harris appare radiosamente immacolata ed eterea con il suo abito lungo fino al pavimento e i lunghi capelli neri. La performance di Joni Mitchell [in The Last Waltz] suggeriva una donna stringata, completamente moderna, alla pari e che condivideva lo stesso stile di vita degli uomini. Emmylou Harris diventa l'antitesi a questo, invocando sia l'eponima Evangeline dei giorni passati che scivola nella follia, sia essendo lei stessa mostrata come una Madonna manifesta e senza tempo il cui abito azzurro è dello stesso colore di quello in cui è tradizionalmente rappresentata la Santa Vergine". "Evangeline" è uno di quei rari casi in cui l'immagine e il testo trascendono il tempo e danno vita a una performance memorabile catturata eternamente da Martin Scorsese in The Last Waltz.

Sapevate che "Evangeline" rimase quasi un capolavoro incompiuto? Levon Helm ha descritto la scena alla Winterland Ballroom di San Francisco, sede dell'ultima esibizione della band, scrivendo nel suo libro The Wheel's on Fire: "Era un manicomio dietro le quinte. Jerry Brown, governatore della California, voleva stringerci la mano. Abbiamo dovuto provare una nuova canzone chiamata "Evangeline" che Robbie aveva scritto solo la sera prima, perché dovevamo eseguirla nell'ultima parte dello spettacolo per la continuità del film. In effetti, il pezzo era ancora incompiuto, e Robertson e John Simon [il produttore e arrangiatore di The Band] erano rannicchiati in un angolo, cercando freneticamente di trovare un arrangiamento che potessimo suonare senza prove. Poi siamo riusciti a suonare "' Evangeline'' in una specie di "two-step" country, leggendo il testo su dei gobbi tenuti dietro le telecamere, ma la mancanza di prove ha davvero raccontato la storia".

Non si potrebbe mai dire che "Evangeline" è stata scritta il giorno della performance finale dell'ultimo spettacolo di The Band al Winterland. Il modo in cui Robertson ha scritto questa bellissima canzone ha evocato un'atemporalità che ha raggiunto la gloria di alcune delle canzoni più vintage di The Band da Music from Big Pink e dall'LP autointitolato The Band del 1969. Va anche detto che Robertson trovò ispirazione dal poeta americano Henry Wadsworth Longfellow, come ha notato Peter Viney, il cui poema epico del 1849 intitolato "Evangeline" menzionava anche "Evangeline from the Maritimes", raffigurata nella canzone già senza tempo di Robbie. Nonostante tutte le congetture sui crediti di songwriting che hanno perseguitato il lascito di The Band, "Evangeline" dimostra definitivamente, non c'è dubbio, che Robertson era l'autore e il custode della fiamma lirica di The Band.

Incredibilmente scritta nel 1976, giuro che si possono chiudere gli occhi e assaporare il profumo dei campi di cotone che soffia attraverso la dolcezza di questa gloria del sud. In "Classic Albums", lo studioso di musica Greil Marcus ha paragonato la musica di Robbie e The Band a un passaporto musicale, che riporta l'ascoltatore in un'America raramente sentita e ora portata in vita in modo così bello e così autenticamente affascinante che la musica spinge a mettere le cuffie e a vivere veramente questa avventura musicale. Cosa state aspettando? Fate girare questo tesoro già vintage che vi implora dal suo violino d'apertura di rivivere il leggendario splendore tra i fili di questa bellezza scritta da Robbie Robertson e che rimane il classico immediato che è "Evangeline".



Ella sta sugli argini del possente Mississippi

Sola nella pallida luce lunare

Aspettando un uomo, un giocatore d’azzardo sui battelli fluviali

Che disse sarebbe tornato stanotte

Erano soliti ballare il valzer sugli argini del possente Mississippi

Amandosi per tutta la notte

Il giocatore d’azzardo fuori per un colpaccio

E per riportarti il bottino

 

Evangeline, Evangeline

Maledice l’anima della “Regina del Mississippi”

Che ha portato via il suo uomo


Bayou Sam dalla Louisiana del Sud

Aveva il gioco d’azzardo nelle vene

Evangeline che veniva dalle Province Marittime del Canada

Stava lentamente impazzendo

In alto sulla cima di una collina di Noci

Stava tra fulmini e tuoni

Giù sul fiume, il battello stava affondando

Guardava quella “Regina” andare giù

 

Evangeline, Evangeline

Maledice l’anima della “Regina del Mississippi”

Che ha portato via il suo uomo

 

Evangeline, Evangeline

Maledice l’anima della “Regina del Mississippi”

Che ha portato via il suo uomo

giovedì 17 marzo 2022

Heart of a Child

 Pubblicato da Eric Clapton nel dicembre 2021.



Metti giù quel fucile ragazzo

Non buttare via la tua vita

Avremo bisogno di te

Sopravvivere alla giornata

Ti presentano il problema

Te lo ficcano in testa

Ti fanno credere

Che staresti meglio da morto

Ma non spezzare il cuore di tuo figlio

Non lasciare che la paura ti sconvolga

 

Abbiamo perso l’amore di un

Uomo che ero fiero di conoscere

Ti hanno rinchiuso, ragazzo

Ti hanno costretto solo nel tuo dolore

 

Spegni la televisione

Butta via il telefono

Non ricordi

Quel che ti diceva tuo papà?

 

Non spezzare il cuore a tuo figlio

Non lasciare che la paura ti faccia impazzire

 

La paura che stai provando

Mi divora fino all’osso

Sono qui con te ragazzo

Non sarai mai solo

 

C’è qualcun altro qui

Qualcuno che non può lamentarsi

Ella non sa se tu

Tornerai di nuovo a casa

 

Non spezzare il cuore di questo bambino

Non lasciare che le tue lacrime ti sovrastino (oh Signore)

Non spezzare il cuore di tuo figlio

Non lasciare che le sue lacrime ti facciano impazzire

sabato 5 marzo 2022

Looks Like Rain

La canzone, pubblicata per la prima volta sul disco solista di Bob Weir del 1972, "Ace", divenne negli anni parte del repertorio live dei Grateful Dead. Il testo è di John Perry Barlow.

Da "Greates Stories ever Told" di David Dodd.

“Looks Like Rain”

John Barlow: - Quando scrissi “Looks like Rain”, non ero mai stato innamorato. Certo avevo ascoltato un sacco di canzoni d’amore. Ero stato all’opera. Non ero estraneo alla vastissima letteratura rivolta alle frustrazioni amorose. Ma ero rimasto scettico. Segretamente credevo che “innamorarsi” fosse un concetto che la gente aveva inventato per rendersi ancora più commiserabili per le proprie mancanze percepite. La gente fa queste cose. Ciò nonostante, questa canzone arrivò in un giorno d’inverno in Wyoming, e non cercai di impedire che venisse alla luce, semplicemente perché si occupava di emozioni che non avevo mai sperimentato. Non sapevo chi fossero questa gente nella canzone, o in realtà, quello che provavano, ma la canzone arrivò, e mi sembrava altrettanto genuina di qualunque altra canzone d’amore.

Questo fu nel 1972. Ventuno anni dopo, mi innamorai per la prima volta nella mia vita. Perscrutai una stanza affollata e vidi la schiena di una persona e lo seppi. Non chiedermi come facevo a saperlo. Non chiedermi neppure che cosa era che sapevo.

Ora, pensa un po’, questo accadde dopo che circa duecento persone erano venute da me in varie situazioni a dirmi che “Looks Like Rain” era la canzone con la quale si erano innamorati, o che era la canzone che avevano suonato al loro matrimonio, o aveva cambiato le loro vite aiutando due innamorati a sentirsi una sola persona. E io annuivo e sorridevo come se sapessi di che cosa stavano parlando.

Una volta trascorso quasi un anno insieme, godendosi una relazione così radiosa da portare altre persone a riunirsi intorno a noi come fossimo un caminetto, ci trovavamo a un concerto dei Dead al Nassau Coliseum. Bobby cominciò a cantare “Looks like Rain” e io iniziai a cantarla a lei a mia volta in modo che potessero arrivarle tutte le parole. Più o meno a metà, realizzai che stavo comprendendo tutte le parole per la prima volta. Finalmente seppi ciò di cui parlava la canzone. Finalmente la intesi. O forse potrei dire con maggiore precisione che la canzone finalmente mi dava voce. -

Eccoci quindi. Questo è l’esempio più chiaro di come queste canzoni funzionano nel corso del tempo. Esse accumulano significato. Cambiano risonando con il singolo ascoltatore. A volte esplodono nel tuo cervello in un momento rivelatore, e a volte, sommessamente, raccolgono forza nel corso degli anni. […]

La canzone di per sé fu suonata spesso in funzione del tempo atmosferico (ed è stata una delle canzoni più eseguite in assoluto, con più di 400 esecuzioni). Se il gruppo suonava all’aperto con minaccia di pioggia, era molto probabile che proponessero “Looks Like Rain.” 



Mi sono svegliato oggi

E ho sentito il tuo lato del letto

Le coperte erano ancora calde, dove avevi giaciuto.

Eri andata… andata

Il mio cuore era colmo di timore

Potresti non dormire qui, mai più

 

Va tutto bene, perché ti amo.

E questo non muterà

Mi farà girare a vuoto, mi farà male mille volte ancora.

Ma continuerò a cantarti canzoni d’amore

Scritte nelle lettere del tuo nome.

E affronterò la tempesta in arrivo

Perché di sicuro pare proprio pioggia.

 

Ti sei mai svegliato al suono

Fatto dai gatti di strada in amore

E supposto, dalle loro urla

Di ascoltare una lotta?

Beh, lo sai…

L’odio è proprio l’ultimo dei loro pensieri

Stanno solo cercando di farcela nella notte.

 

Voglio solo stringerti

Non voglio vincolarti

O rinchiuderti nei confini

Che posso avere tracciato.

È solo che mi sono abituato

Ad averti qui intorno.

Il mio paesaggio sarebbe vuoto

Se tu fossi andata via.

 

Va tutto bene, perché ti amo.

E questo non muterà

Mi farà girare a vuoto, mi farà male mille volte ancora.

Ma continuerò a cantarti canzoni d’amore

Scritte nelle lettere del tuo nome.

E affronterò la tempesta in arrivo

Perché di sicuro pare proprio pioggia.