In tedesco "übersetzen" è tradurre, ma anche traghettare; questa "strana barca" vuole quindi trasportare parole da una sponda all'altra di lingue diverse, sperando che non risentano troppo della traversata.
Robert Hunter: “’Tennessee Jed’ ebbe origine a Barcellona. Riempito
di “vino tinto”, la composi ad alta voce al suono di uno scacciapensieri fatto
vibrare tra facciate di edifici che ne riecheggiavano il suono da qualcuno che
passeggiava un mezzo isolato avanti a me nel tardo crepuscolo estivo”.
Una storiella perfettamente incorniciata – esprime e ci
comunica il luogo, il momento, la stagione, lo stato mentale di Hunter, la
musica nell’aria e la luce, e ci ritroviamo là. Eppure il testo che ne risulta
appare incoerente! Folklore americano allo stato puro, colmo di riferimenti a
un ignoto spettacolo radiofonico degli anni quaranta del novecento e di
personaggi che paiono scesi da un romanzo ambientato nel Sud rurale. Colpisce,
però, che sia una canzone sulla nostalgia di casa, e forse è da lì che Hunter
lo ricava – il desiderio di essere in quel posto che preferisce a ogni altro al
mondo.
Il nostro narratore è davvero a mal partito. Si trova in
prigione, o per lo meno alla catena con una squadra di lavoratori forzati, all’inizio
della canzone, e le cose non vanno esattamente nel migliore dei modi. È il
destino della povera gente lungo i secoli: “l’uomo ricco calpesta la mia povera
testa…” col risultato che si può cercare tregua solo nel bere, nel gioco d’azzardo,
e nella migliore amica dell’uomo.
Lo sconosciuto spettacolo radiofonico “Tennessee Jed”, andò
in onda dal 1945 al 1947, ed era sponsorizzato da una ditta di panificazione
(Tip-Top Bread), il che sembra legarsi con il verso “quando tornerai farai
meglio a imburrarmi il pane” (coincidenza? Non credo). Il personaggio del
titolo, Jed (un tipo pratico con una sei colpi), abita un territorio con
personaggi che rispondono al nome di Cookstove, il tiratore scelto Steve
Martin, lo sceriffo Anderson, Capo Aquila Grigia, Gedeone Gordon, e altri
ancora. Tra le altre sue imprese da “buon samaritano”, Jed (che pure canta)
sventa un piano per rovesciare il governo degli Stati Uniti a opera di una
banda che intende dare nuovo inizio alla Guerra Civile (che al tempo era
relativamente recente, un po’ come per noi la Seconda Guerra Mondiale - per cui una sorta di storia da Capitan
America, tanto per contestualizzare).
Stranamente, il titolo della canzone e il personaggio in
essa non sono perfettamente abbinati. Il verso nella canzone dice “ritorniamo
nel Tennessee, Jed”, e non “torniamo a Tennessee Jed”. Per cui c’è un gioco su
nome del personaggio e dello spettacolo, per chi lo sa cogliere. Giusto nel
caso foste stati in ascolto all’epoca.
“Tennessee Jed” fu eseguita per la prima volta allo
spettacolo del 19 ottobre del 1971 al Northrup Auditorium alla University of
Minnesota di Minneapolis, insieme con altre cinque “premiere”: “Jack Straw,”
“Mexicali Blues,” “Comes a Time,” “One More Saturday Night,” e “Ramble On
Rose.” Divenne da subito un caposaldo del repertorio dal vivo, comparendo ogni
anno per un totale di 433 esecuzioni. L’ultima volta fu eseguita l’8 Luglio del
1995, al penultimo spettacolo della band a Chicago.
Fu sul disco “Europe ’72”, una di quella serie di canzoni
mai registrate in studio, e fu ripresa in modo memorabile da Levon Helm sul suo
disco Electric Dirt nel 2009.
Amo la musica scritta da Garcia per “Tennessee Jed.” Il
motivo discendente è orecchiabile e poi, nella parte solista, il ponte senza
parole che esplode in uno spazio del tutto nuovo, proprio di fronte alla nostre
orecchie. Non me ne stufo mai. Dalle circostanze descritte da Hunter relative
alla composizione del testo, mi viene la sensazione che la frase discendente
possa essere stata suggerita da Hunter – il quale spesso, il più delle volte,
pare, componeva i suoi testi con delle musiche che poi Garcia, il più delle
volte, scartava per ripartire da zero (ci sono eccezioni di rilievo, in cui la
musica di Hunter venne mantenuta, in particolare in “It Must Have Been the
Roses.” e “Easy Wind.”).
Sembra una frasetta vibrante che potrebbe giungere col ritmo
delle parole, e potrebbe essere stata suggerita dal suono di uno
scacciapensieri.
Poi c’è il ritmo, che rientra in quella categoria “shuffle”
dei brani Grateful Dead, un tipo di beat tranquillo, che rimbalza gentilmente e
su cui ci si muove facilmente, adatto a una varietà di tempi. A volte la band sembrava
chiedere “quanto lentamente possiamo suonarla?”. È completamente ascientifico,
ma un controllo sul posto dei tempi di durata di varie esecuzioni della canzone
lungo gli anni mostra una variazione della durata da 7:15 e 8:40. Non può
essere tutto dovuto a un aumento del tempo dedicato alla jam, dato che questo
ha avuto una durata di battute regolarmente costante, per quanto posso
affermare senza un esame approfondito. Per cui attribuirei la vasta diversità
nei tempi di esecuzione a una variazione della velocità.
In conclusione, per me una canzone sul desiderio di tornare
a casa. Una delle molte con tale argomento nel repertorio dei Dead.
Brano tratto dal terzo album dei R.E.M., “Fables of the
Reconstruction”, pubblicato nel 1985. In quell’anno Stipe affermò che la
lettura di una mappa viene usata in
questa canzone come una metafora per la “lettura” di una persona: “Molte
persone sono come mappe. Le scruti, e le puoi stendere su un tavolo e leggerle
e scorrervi sopra il dito. Puoi trovare le loro piccole storie, i loro
quadratini e cerchietti … vai alla legenda e lì trovi che cosa significa il
cerchio. Poi ritorni alla mappa e tutto comincia ad acquistare significato.”
Disse anche (nel 1986) che la canzone “in qualche modo” parlava anche del
Reverendo Howard Finster, un ministro battista di Summerville, Georgia (morto
nel 2001) conosciuto per la sua arte folcloristica e visionaria (ad es. la
copertina di “Reckoning”), da cui i riferimenti alla pittura presenti nel testo.
Egli non è raggiungibile, è raggiungibile
Non può essere raggiunto, può essere raggiunto
Chiamato il folle e la compagnia
Per conto suo, dove preferirebbe stare
Dove dovrebbe essere
Ed egli vede ciò che tu non puoi vedere, non lo
capisci questo?
(egli vede ciò che tu non puoi vedere)
Forse è preso nella leggenda
Forse è preso nell’umore
Forse queste mappe e leggende
Sono state fraintese
Giù lungo la via, la strada è divisa
Dipingimi i posti che hai visto
Quelli che sanno ciò che io non so
Ricorri al giallo, al rosso e al verde
( Non riesci a vederlo?)
Forse è preso nella leggenda
Forse è preso nell’umore
Forse queste mappe e leggende
Sono state fraintese
Egli non è raggiungibile, è raggiungibile
Non può essere raggiunto, può essere raggiunto
La mappa che hai dipinto non sembra reale
Egli canta semplicemente qualunque cosa ha visto
Punta alla leggenda, punta all’est
Punta al giallo, rosso e verde
Forse è preso nella leggenda
Forse è preso nell’umore
Forse queste mappe e leggende
Sono state fraintese
Può essere raggiunto? Non può essere raggiunto
(Mappe e leggende)
Può essere raggiunto? Non può essere raggiunto
(Mappe e leggende)
Può essere raggiunto? Non può essere raggiunto,
non più (Mappe e leggende)