giovedì 25 febbraio 2021

Boys From the County Hell

Fin dal primo disco, “Red Roses for Me” del 1984 emerge l’approccio tipico della band di mischiare canzoni tradizionali e ballate con i “Gutter Hymns” (inni dei bassifondi) del frontman Shane MacGowan, canzoni che parlano di bevute, risse e sesso. Un testo che ben rappresenta questo stile è “The Boys from County Hell”, dove un balordo ci avverte di stare alla larga da lui e dalla sua ghenga, dipingendo con parole forti un quadro inquietante, in cui il padre era un membro del partito fascista irlandese, la madre tenutaria di bordello, il fratello uno dei partecipanti allo spietato massacro di civili avvenuto a My Lai all’epoca della guerra in Vietnam, e lui e i suoi compari sventrano gli avversari.

Ma forse le sue minacce di violenza sono solo l’atteggiamento di uno spaccone, che dopo aver raccontato di aver conciato il padrone per le feste ci dice che non sa più se quel ricordo sia reale o frutto di un sogno.





 

Il primo giorno di Marzo, pioveva

Pioveva peggio di quanto avessi mai visto

Bevetti dieci pinte di birra e maledii tutta la gente che c’era

E sperai che tutta quella pioggia smettesse di cadermi addosso

 

E prestami dieci sterline, ti offrirò da bere

E madre svegliami presto domattina

 

All’epoca lavoravo sotto padrone

E il padrone era il peggior bastardo che si fosse mai visto

E perdere un solo penny lo avrebbe fatto soffrire orrendamente

Ed era una miserabile chiavica e un figlio di cagna bastarda

 

E prestami dieci sterline, ti offrirò da bere

E madre svegliami presto domattina

 

Mi ricordo che ci prendemmo cura di lui una Domenica

Lo portammo sul retro e gli spaccammo le palle, cazzo

E forse era un sogno e forse era realtà

Ma tutto quel che so è che lasciai il posto senza un penny o ‘fanculo tutto

 

E prestami dieci sterline, ti offrirò da bere

E madre svegliami presto domattina

 

Ma ora ho la più incantevole delle verande

Me ne sto seduto a guardare i tossici, gli ubriaconi, i magnaccia e le bagasce

Cinque bottiglie verdi giacciono per terra

E Cristo come vorrei, Cristo come vorrei averne altre quindici

 

E prestami dieci sterline, ti offrirò da bere

E madre svegliami presto domattina

 

E prestami dieci sterline, ti offrirò da bere

E madre svegliami presto domattina

 

Io e i ragazzi siamo ubriachi e ti stiamo cercando

Ti mangeremo le fottute viscere e non ce ne importa un accidente

Mio padre  era una camicia blu e mia madre una tenutaria

Mio fratello si guadagnò le sue medaglie al massacro di My Lai

 

E prestami dieci sterline, ti offrirò da bere

E madre svegliami presto domattina

 

Il primo giorno di Marzo, pioveva

Pioveva peggio di quanto avessi mai visto

Resta dall’altra parte della strada perché non si può mai dire

Siamo assetati come una ghenga di diavoli, siamo i ragazzi della Contea Hell

 

E prestami dieci sterline, ti offrirò da bere

E madre svegliami presto domattina

 

E prestami dieci sterline, ti offrirò da bere

E madre svegliami presto domattina

mercoledì 17 febbraio 2021

Scarlet Begonias

La canzone composta da Garcia su testo di Robert Hunter viene pubblicata nel 1974 su “From the Mars Hotel” . L’iniziale “As I was walking” è una classica apertura della tradizione britannica, mentre Grosvenor Square ambienta la scena in Inghilterra, dove avviene l’incontro inaspettato che viene descritto usando metafore di una partita a carte. Il testo è descrittivo e sognante allo stesso tempo: il vento che suona “Tea for two”, il cielo giallo e il sole blu; l’ultimo verso si conclude con una splendida definizione del legame che unisce i deadheads e la “loro” band: sconosciuti che ti fermano, solo per stringerti la mano, tutti suonano nella band dal cuore d’oro. È il sentimento che uno spettacolo dei Grateful Dead avviene in una simbiosi tra gruppo e pubblico, che si sostengono a vicenda: in quel senso ognuno è nella band.



Mentre percorrevo Piazza Grosvenor

Non fu un brivido per l’inverno ma un pizzico dell’aria

Dalla direzione opposta ella stava attirando il mio sguardo

Poteva essere un’illusione, ma potevo provare, tanto valeva provarci

 

Portava anelli alle dita e sonagli sulle scarpe

E sapevo senza bisogno di chiedere che era preda di malinconia

Indossava delle begonie scarlatte, intrecciate nei suoi riccioli

Seppi subito che non era come le altre ragazze, le altre ragazze

 

Nel bel mezzo della sera quando la situazione si fa agitata

Lei era troppo disinvolta per scoprirsi e troppo imperturbabile per bluffare

Mentre raccoglievo le mie puntate e stavo chiudendo la porta

Ebbi uno di quei flash: ero già stato lì, già stato lì

 

Beh, non ho sempre ragione ma non ho mai avuto torto

Raramente le cose vanno come nelle canzoni

Una volta ogni tanto hai un’illuminazione

Nel posto più strano, se guardi nel modo giusto

 

Beh, non c’era niente di sbagliato nel suo modo di muoversi

O le begonie scarlatte o il tocco di malinconia

E non c’era niente di sbagliato nello sguardo dei suoi occhi

Ho dovuto imparare a mie spese a lasciarla andare, lasciarla andare

 

Il vento nel salice suonava “Tea for Two”

Il cielo era giallo e il sole era blu

Gli estranei si fermavano tra loro, solo per stringersi le mani

Ognuno suona nella band dal cuore d’oro, band dal cuore d’oro

 

giovedì 4 febbraio 2021

Come To Me

L’album “Bubblegum” pubblicato da Mark Lanegan nel 2004 si avvale della collaborazione di numerosi musicisti ospiti, tra cui P. J. Harvey che duetta con l’autore su due brani. Uno di questi è “Come To Me”.



Vieni a me

Luce sulla mia spalla

Vieni a me

Brucia la tua corona di stelle

Mio angelo oscuro

Ci ho provato, non posso dimenticare

Perché quando penso che sto scalando

Sono veramente tanto in basso

Il tempo ci mette un po’ a spezzarti

E ora solo il fuoco può svegliarti

Oh salice piangente

Che tossisci sul mio cuore

Chiedi a Dio di vedere la mia ombra

Tenuti separati

Ogni tumulto, o rivelazione attraversa la mia mente

Sei appena andata

Sei appena andato, ora che arrivo io

A ogni stazione

Vieni a me

Che sia presto o tardi

Questo l’ho imparato per abitudine

Ora so come si fa ad aspettare

Vieni a me

Vieni a me

Vieni a me