In tedesco "übersetzen" è tradurre, ma anche traghettare; questa "strana barca" vuole quindi trasportare parole da una sponda all'altra di lingue diverse, sperando che non risentano troppo della traversata.
Traduco oltre al testo un articolo di David Dodd sulla canzone, tratto dal sito Dead.net.
Di tutte le grandi canzoni nella lunga storia dei Grateful
Dead, penso che “Jack Straw” possa meritare una sorta di riconoscimento per la
sua capacità di essere la più pienamente approfondita e la più enigmatica nel
contempo. E credo che l’enigma ruoti intorno all’ambiguità di un verso in
particolare.
L’evoluzione delle esecuzioni di “Jack Straw” è un caso
unico tra le canzoni dei Grateful Dead. Quando fu eseguita per la prima volta
il 19 ottobre del 1971 (insime con altre cinque prime esecuzioni) al Northrup
Auditorium, University of Minnesota, i vari personaggi della canzone furono
interpretati tutti da Bob Weir. Il testo di Hunter, però, richiedeva
chiaramente una differenziazione nelle voci e quindi, a partire dal concerto di
Parigi il 3 Maggio del 1972, Garcia intervenne e la canzone divenne un racconto
drammatizzato che comprendeva due personaggi con voci distinte più un
“Narratore”.
Weir, in un paio di interviste, racconta dell’origine di
“Jack Straw”:
"Avevo appena letto Uomini e Topi per la decima volta. Ero
completamente affascinato da quella storia. Feci un viaggio indietro al tempo
della Depressione e in quell’epoca questa storia affiorò tra me e Hunter, la
storia di questi due tizi in fuga…buoni
a nulla, vittime della Depressione.” (Marzo 2004)
"Non guardo molto la TV, ma unanotte ero a casa, era tardi, e cominciarono a
trasmettere una vecchia versione di “Uomini e topi” di Steinbeck. Rimasi
ipnotizzato. Stavamo uscendo dalla fase di Workingman’s Dead e Hunter
aveva questo testo. Lo impugnai, e ne venimmo fuori con un piccolo abbozzo di
vita rurale americana, una ballata su due fannulloni.Era modellata su “Uomini e topi”, ma cercammo
di conferirle due o tre diversioni. Stessa storia, contesto differente.”
(Maggio 2007)
I due „buoni a nulla“ nella canzone portano i nomi di Shannon
(Garcia) e Jack Straw (Weir). Ecco come il dialogo si snoda. Va notato che oltre ai due personaggi, ognuno dei quali interpreta i propri versi, come si conviene, c'è una terza persona, il narratore, e il cantato vede Weir, Garcia e Lesh.
Narratore: "We can share ..."
Shannon: "I just jumped the watchman ..."
Jack Straw:
"Hurts my ears to listen, Shannon ..."
Jack Straw:
"We used to play for silver ..."
Narrator:
"Leaving Texas 4th day of July ..."
Shannon: “Gotta go to Tulsa…”
Jack Straw: “There ain’t no place a man can hide…”
Narrator:
"Jack Straw from Wichita cut his buddy down..."
Ecco, qui c’è l’ambiguità che riscontro io, e che numerosi
commentatori hanno delineato (date un’occhiata al sito www.well.com/deadsongs per
una serie piuttosto lunga di opinioni sul percorso narrativo della canzone). Nel
secondo verso, Jack Straw rimprovera Shannon per avere “steso un uomo a sangue
freddo,” affermando che “avrebbe potuto benissimo” essere lui—ovvero che nel
commettere un assassinio, Shannon ha condannato entrambi ad accuse di omicidio, e
pertanto alla pena capitale.
Più avanti nel testo, comunque, Jack Straw „ha abbattuto il
suo compare“. Ora questo potrebbe essere letto in due modi completamente
diversi: o egli ha ucciso Shannon, oppure lo ha tirato giù da un patibolo per
dargli una sepoltura dignitosa prima di prendere il volo per vendicarlo – “un
uomo è andato e un altro andrà”.
Ammetto che è un po‘ forzato, ma il testo potrebbe
funzionare in entrambi i modi.
Nel libro di Robert Hunter “A Box of Rain”, il testo è
stampato con alcuni versi in corsivo, un indice in altri punti della stessa
antologia che questi versi non sono stati scritti da Hunter medesimo ma da un’altra
persona – come nel caso di “Sugar Magnolia,” ad esempio in cui una nota indica
esplicitamente: “il testo in corsivo ha come autore Robert Weir.” Seguendo
questa convenzione, il contributo di Weir a “Jack Straw” include tre versi: 1)
“Hurts my ears to listen...” 2) We used to play for silver...” e 3) Ain’t no
place a man can hide...”
Sfortunatamente i versi iniziali sono spesso presi
alla lettera dagli ascoltatori — ho sempre trovato strano il boato che emergeva
dalla folla ai versi “Possiamo spartirci le donne, Possiamo condividere il vino”.
In effetti, come è stato fatto notare, quella attitudine ha condotto i nostri
fannulloni protagonisti su un percorso di autodistruzione.
Ma forse sto assecondando troppo le mie valutazioni. Ancora
una volta, sta a ogni singolo ascoltatore decidere.
A parte tutto, questa canzone ha spesso conferito tantissima
adrenalina a una spettacolo, e il suo messaggio di amicizia sbandata e vite
sprecate può farci riflettere. Inoltre – paga sempre leggere Steinbeck! (o
quantomeno guardare i film tratti dai suoi libri).
Possiamo spartirci le donne
Possiamo condividere il vino
Possiamo spartire quel che rimane delle tue cose
Perché abbiamo già condiviso tutto il mio
Continua a muoverti
Solo un miglio ancora
Continua ad muoverti, mio vecchio compare
Stai andando troppo piano
Ho appena saltato il guardiano
Proprio al di fuori della recinzione
Ho preso il suo anello, quattro dollari in cambio
Non è un dono del cielo?
Mi fa male ascoltare, Shannon
Mi bruciano gli occhi a vedere
Abbattere un uomo a sangue freddo, Shannon
avrei potuto essere io
Una volta giocavamo per l’argento
Ora ci giochiamo la vita
Una volta è per svago, una volta per il sangue
Sulla punta di un coltello
Ora il dado è tratto
Ora il dado deve cadere
Questo gioco non ha un vincitore
Che non porterà tutto a casa
Non tutto…
Lasciando il Texas
Il quarto giorno di Luglio
Il sole così incandescente, le nubi così basse
Le aquile riempivano il cielo.
Prendi il Detroit Lightning
via da Santa Fe
Sulla Great Northern fuori da Cheyenne
Da mare a mare scintillante
Devo raggiungere Tulsa
Col primo treno che possiamo prendere
Devo saldare qualche vecchio conto
E un puntino di orgoglio
Non c’è un posto dove un uomo si possa nascondere,
Shannon
Secondo una antica leggenda tedesca, una bella fanciulla dal
nome di Lorelei si gettò disperata nel fiume Reno per un amante infedele. Dopo la
sua morte fu trasformata in una sirena, che poteva essere udita cantare di
quando in quando su una roccia lungo il Reno, vicino alla località di Sankt Goar. Il suo canto ipnotico adescava i marinai
conducendoli alla morte. La leggenda si fonda su una roccia con quel nome, la
quale produce un eco, situata vicino a Sanktgoarshausen, in Germania.
Nel 1989
Philip Chevron scrive, ispirandosi alla leggenda, questa canzone che apparirà
su “Peace and Love” e che si avvale ancora una volta della preziosa voce di
Kirsty McColl.
Mi raccontasti storie di amore e gloria
Le stesse vecchie canzoni tristi, la stessa antica
storia