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mercoledì 29 settembre 2021

Clampdown

Clampdown (o Working for the Clampdown; letteralmente traducibile in Repressione o Giro di vite) scritta da Joe Strummer e Mick Jones è il secondo singolo tratto da “London Calling”, terzo album dei Clash.



Il regno viene saccheggiato, i gioielli ripresi e l'elicottero scende

Sono nascosti nel retro, con un messaggio su un nastro raffazzonato con la bobina che gira

Dicendo che sono di nuovo qui in questo posto e potrei piangere e c'è del fumo su cui potresti cliccare

Cosa faremo adesso?

E adesso che facciamo?
Togliendogli il turbante, dissero "Quest’uomo è un ebreo?"
Lavorano per la repressione
Hanno affisso un manifesto che dice guadagniamo più di voi!
Lavorando per la repressione


Insegneremo la nostra contorta ideologia
Ai giovani fedeli
Addestreremo i nostri uomini dagli occhi azzurri
Ad essere giovani fedeli

Il giudice disse "da cinque a dieci anni"
Io dico facciamo pure il doppio
Io non lavoro per la repressione
Nessun uomo nato con un’anima profonda

Può lavorare per la repressione


Abbatti il muro, fai cadere i governi
Come puoi rifiutarti?
Che il furore abbia la sua ora, la rabbia può essere forza
Sai di poterla usare?

Le voci che hai in testa si fanno sentire
Non sprecare più tempo, nulla avverrà
Solo uno stupido penserebbe
Che qualcuno possa ancora salvarti
Gli uomini della fabbrica sono vecchi e scaltri
Tu non gli devi niente, perciò taglia la corda ragazzo
Sono gli anni migliori della tua vita che vogliono rubarti

Cresci e ti calmi
Adesso lavori per la repressione
Cominci a vestire di blu e marrone
E lavori per la repressione
Così hai qualcuno a cui dare ordini
E questo ti fa sentire importante
Scivoli fino all’abbruttimento
E ora compi il tuo primo assassinio

In quest'epoca di presidenti malvagi
Che lavorano per la repressione
Ma già un paio di loro hanno pagato il prezzo dovuto
Per aver lavorato per la repressione
Ah! Avanti! Avanti!

E non ho rivelato alcun segreto
Chi è il più fesso adesso?

mercoledì 27 aprile 2016

Lost In The Supermarket

I Clash!
Sono passati diversi anni da quando Joe Strummer scrisse per la voce di Mick Jones questo “Infinito” dei tempi moderni, ma per il consumatore solitario non molto è cambiato: ancora memore della siepe che gli delimitava la vista, cerca conforto nei programmi televisivi, nelle raccolte punti, nei suoi album di grandi successi radiofonici, e si perde nel supermercato, naufragando dolcemente.


Perso nel Supermercato

Sono sperduto nel supermercato
Non posso più acquistare spensierato
Ero entrato per quell’offerta speciale
Una personalità garantita

Più che nato sono cascato
Nessuno sembrava accorgersi di me
Avevamo una siepe dietro casa, nei sobborghi
Oltre la quale non riuscivo mai a vedere

Udivo le persone che abitavano di sopra
Urlare e litigare da fare paura
Quei rumori furono le mie prime sensazioni
Ecco come era intorno a me

Sono sempre sintonizzato, seguo tutti i programmi
Raccolgo i punti dei pacchetti del tè
Ho il mio album con i mega successi da discoteca
Svuoto una bottiglia e mi sento un po’ più libero

I ragazzi nei capannoni e le tubature nei muri
Sono rumori che mi fanno compagnia
Chi chiama da lontano fa interurbane

E il silenzio mi rende solitario