domenica 23 maggio 2021

Turkish Song of the Damned

Della canzone, il cui titolo fu ispirato dal singolo “The Turkey Song” del gruppo The Damned, MacGowan ha detto:

“Racconta di un tizio su un’isola turca il quale ha abbandonato una nave affondante con tutti i soldi e i suoi compagni sono andati sotto. Non sono completamente sicuro di ciò – è inquieto e perseguitato e danza con questa musica turca che gli risuona incessantemente nel cervello – e passa il tempo ballando e bevendo. Poi ritorna il suo migliore amico, e l’equipaggio, per trascinarlo giù all’inferno o dovunque essi si trovino. Ma lui sapeva che sarebbe successo, e stava aspettando.” 

È cantata in prima persona dal “migliore amico”, con forme arcaiche che – insieme con occasionali e intelligenti “furti” da lavori come “The Rime of the Ancient Mariner” -  contribuiscono all’impronta folcloristica della canzone. Sono molteplici i prestiti dalla mitologia marinaresca celtica, ricca di storie di pirati (non)morti e capitani immortali. Il debito è però riscattato da un servo, che tipicamente è già morto e porta un’ombra sulla schiena (nel senso di una maledizione) ed è mandato a riscuotere da chiunque non abbia ancora pagato, sia esso vivo o morto. Alla mitologia celtica risale anche la “donna con un pettine in mano”, che si riferisce alla Banshee, un tipo di spirito del mondo delle fate irlandese (o scozzese), la quale avvisa le persone di una morte imminente cantando una canzone di lutto e tipicamente porta con sé un pettine d’argento.



Arrivo dall’inferno stanotte vecchio amico

Attraverso il mare imputridito

Né i chiodi della croce

Né il sangue di Cristo

Può venirti in soccorso stanotte

I morti sono venuti a riscuotere un debito da te

Stanno fuori dalla tua porta

Quattro volte venti più tre

 

Hai fatto la guardia per il vento dell’uomo morto?

Hai visto la donna con il pettine nella mano?

Piangere e urlare sulla parete alla spiaggia

Mentre danzavi sulla musica della canzone turca del dannato

 

Ti ricordi quando la nave affondò

E mi lasciasti sul ponte

Il cadavere del capitano saltò su

E mi gettò le braccia al collo

Perché per tutti questi anni l’ho avuto alle costole

Neanche tutti i tuoi soldi possono pagare questo debito

 

E mentre sto qui seduto a parlarti vedo la tua faccia sbiancare

Questa ombra che incombe su di me

Non è un gioco della luce

Lo spettro sulla mia schiena sarà presto libero

Il morto è venuto a reclamare un debito da te

 

 

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