sabato 31 dicembre 2022

I Walk on Guilded Splinters

"I Walk on Guilded Splinters" (a volte"I Walk on Gilded Splinters" o "Walk on Gilded Splinters") è una canzone scritta da Mac Rebennack, sotto lo pseudonimo di Dr. John Creaux. Fece la sua prima comparsa come brano di chiusura del suo album di debutto “Gris-Gris” del 1968. Fu poi reinterpretata più volte da molteplici musicisti.

Dr. John affermò che la canzone era basata su una canzone voodoo tradizionale. “Avrebbe dovuta essere Splendors, ma la cambiai in Splinters… pensavo semplicemente che splinters suonasse meglio e ho sempre visualizzato schegge quando la cantavo”. Il musicista di New Orleans Coco Robicheaux, il cui nome è citato nel testo, disse: “Dr. John era molto interessato nella metafisica … nel voodoo le “schegge dorate” sono i punti di un pianeta. Da un punto di vista mistico, appaiono come piccole schegge dorate, come pepite d’oro, come braci che continuano a bruciare. Sono forze differenti in momenti differenti. Suppongo che si leghi con l’astrologia, e influenza l’energia. Ecco di che cosa si tratta”.

Molte parti del testo sono nel dialetto di New Orleans e riportano termini slang come “kon kon” o il Ti prima di un nome (Ti Albert), e anche nel francese parlato in quella città (“Je suis the Grand Zombie”). Un altro riferimento a New Orleans si trova in “king of the Zulu”, un termine del carnevale del Mardi Gras, e in “gris gris”, che è un talismano voodoo.

Inoltre sono usati anche termini di slang tipico americano utilizzato in molte canzoni blues, come “tom cat” nella sua accezione di donnaiolo, o “they jive me” (mi prendono in giro).



Alcune persone pensano di prendermi in giro

So che devono essere pazze

Non vedono la loro sventura

Suppongo siano semplicemente pigre

 

Je suis il Grande Zombie

Cintura gialla di Choison

Non ho paura dei donnaioli

Mi riempio il cervello di veleno

Cammino attraverso il fuoco

Volo attraverso il fumo

Vedo il mio nemico

Alla fine della corda

Camminare su aghi e spilli

Vedi quello che possono fare

Camminare su schegge dorate

Con il re degli Zulu

Con bu nay killy con con
Camminare su schegge dorate

Con bu nay killy con con
Camminare su schegge dorate


Rotolo fuori dalla mia bara

Bevo veleno nel mio calice

L’orgoglio comincia a svanire

E finirete tutti per sentire il mio astio


Metterò del gris gris sulla tua soglia

Presto sarai nel canale di scolo

Fonderò il tuo cuore come burro

e-e-e ti farò balbettare

Con bu nay killy con con
Camminare su schegge dorate

Con bu nay killy con con
Camminare su schegge dorate

Coco Robicheaux vedo il potere andare

Vieni giù alla mia soiree

Porta il tuo parain (padrino), la tua Marie, la tua Mami, il tuo Dondi

Tuo cugino, tutta la famiglia

No fine de cose bonne?
La jovial la chandelle?
Se la fais la carabas?

Con bu nay killy con con

Camminare su schegge dorate

Con bu nay killy con con
Camminare su schegge dorate
Con bu nay killy con con
Camminare su schegge dorate

Con bu nay killy con con
Camminare su schegge dorate

Sì, sul Bayou

domenica 25 dicembre 2022

Mother In The Graveyard

Anna & Elizabeth: un duo folk americano costituito da Anna Roberts-Gevalt ed Elizabeth Laprelle, che integra musica sperimentale con esecuzioni autentiche di canzoni folk degli Stati Uniti. Dall’album del 2018, “The Invisible Comes to Us”, è tratto questo brano.




Mamma è nel cimitero, e io sono sulla terra, cercatemi

Mamma è nel cimitero e io sono sulla terra

E voglio che il grembo di Dio sia il mio cuscino

Nascondimi tra le rocce dei secoli

Cercami

Sto salendo sulla scala di Giacobbe, cercami

Sto salendo la scala di Giacobbe

E voglio che il petto di Dio sia il mio cuscino

Nascondetemi nelle rocce dei secoli

Cercatemi

 

Vedi Fratello Pietro quando raggiungerai il Regno, cercami

Vedi Fratello Pietro quando arriverai al Regno

E voglio che il petto di Dio sia il mio cuscino

Nascondetemi nelle rocce dei secoli

Cercatemi

 

Conduci quella carrozza fino alla mia porta, cercami

Guidate quella carrozza alla mia porta

E voglio che il petto di Dio sia il mio cuscino

Nascondetemi nelle rocce dei secoli

Cercatemi

venerdì 16 dicembre 2022

Samson and Delilah / If I Had My Way

La storia di Sansone e Dalila è stata ispirazione di uno spiritual tradizionale, noto anche col titolo “If I had My Way”, soggetto nel corso dei decenni a molteplici adattamenti e all'aggiunta di strofe. Qui nella versione del reverendo “Blind” Gary Davis, la canzone fu ripresa e riarrangiata anche dai Grateful Dead.


Se facessi a modo mio
Se facessi a modo mio
Se facessi a modo mio
Demolirei quest’intero edificio

 

Dalila era una donna, era bella e giusta

Di aspetto gradevole – Dio lo sa – e con capelli neri come il carbone

Dalila conquistò la mente del vecchio Sansone

Quando la vide per la prima volta, questa donna era incantevole

Dalila salì sulle ginocchia di Sansone

Disse: raccontami dove risiede la tua forza, se vuoi

Poi ella parlò con tale gentilezza, con tale lealtà

Che Sansone disse, Dalila puoi tagliarmi i capelli

Puoi radere la mia testa fino a che sia liscia come la mia mano

La mia forza diverrà normale come quella di ogni altro uomo

 

Avete letto di Sansone, fino dalla nascita

Era l’uomo più forzuto mai vissuto sulla terra

Un giorno mentre Sansone passeggiava

Guardò al suolo e vide una vecchia mascella

Poi allungò il suo braccio e le sue catene si spezzarono come fili

E quando dovette spostarsi, in diecimila erano morti

 

Ora Sansone e il leone, presero a combattere

E sansone salì sulla schiena del leone

Hai letto di questo leone, uccise un uomo con la sua zampa

Sansone mise le mani intorno alla mascella del leone

Lacerò quella bestia, l’ammazzò

E le api fecero il miele nella testa del leone

 

Se facessi a modo mio
Se facessi a modo mio
Se facessi a modo mio
Demolirei quest’intero edificio

Butterei giù tutto l’edificio

mercoledì 7 dicembre 2022

Crazy Man Michael

Il disco “Liege and Lief”, quarto album dei Fairport Convention, pubblicato nel 1969, comprende numerosi brani tradizionali riarrangiati, ma anche alcune composizioni originali come questa firmata dal chitarrista Richard Thompson e dal violinista Dave Swarbrick.

“La canzone è una tragedia resa sia con grande potenza sia in modo quasi perfetto e con una certa economia di mezzi, nel senso Aristotelico.  L’azione dell’eroe costituisce anche il suo proprio disfacimento e, sempre che egli se ne renda conto, se ne rende conto solo troppo tardi. La esatte dimensioni della tragedia muteranno sulla base di un numero di fattori, incluso il fatto che noi possiamo credere pienamente alla percezione di Michael degli eventi o a ciò che il narratore ci racconta di essi. Crediamo che Michael riconosca ciò che ha fatto solo dopo averlo fatto? Possiamo noi fidarci della parola del narratore, quando asserisce che l’occhio di Michael è sano di mente e la sua parola è schietta, in particolare alla luce di ciò che udiamo prima e dopo quel verso? Per quanto la tragedia risuoni con l’intensità maggiore alla sorpresa di un primo ascolto, la canzone continua a ricompensare l’ascoltatore ai passaggi successivi, toccandolo sempre più nel profondo quando vi ritorna.”

Ken Bigger dal sito Sing out  



Dentro al fuoco e fuori sul mare,

Michael il folle andava camminando

Incontrò un corvo con occhi neri come carboni

E in breve vennero a discutere

Il tuo futuro, il tuo futuro, ti racconterei

Il tuo futuro spesso mi hai chiesto

Il tuo vero amore morirà per tua stessa mano

E Michael il folle dannato sarà

 

Michael inveì e Michael vaneggiò

E picchiò i quattro venti coi suoi pugni

Rise e pianse, urlò e imprecò

Ché la sua folle mente lo aveva intrappolato con un bacio

Tu parli con una cattiveria, tu parli con un odio

Tu parli per il diavolo che mi perseguita

Perché se ella non è la migliore in tutta la landa

Le tue parole stregonesche vogliono dileggiarmi

 

Egli estrasse il suo pugnale di fuoco e di acciaio

E abbattè il corvo infilzandogli il cuore

L’uccello svolazzò a lungo e il cielo girò

E la fredda terra si stupì e spaventò

Oh dove è il corvo che colpii a morte?

E dove è che egli giace al suolo?

Vedo il mio vero amore con una ferita sì rossa

Proprio dove il suo cuore di innamorata forte batteva

 

Michael il folle si stupisce e urla

E parla alla notte ed al giorno

Ma i suoi occhi non mostrano pazzia e la sua parola è schietta

Ed brama di esser lontano

Michael fischietta la più semplice delle arie

E chiede perdono ai lupi selvaggi

Perché il suo vero amore è fluito in ogni fiore cresciuto

Ed egli dovrà essere il custode del giardino