mercoledì 30 ottobre 2019

Jumping At Shadows


Scritta da Anthony "Duster" Bennett (1946 – 1976), la canzone fu interpretata dai Fleetwood Mac di Peter Green (fu registrata dal vivo per poi comparire sul disco “Live in Boston”), e in seguito incisa anche da Gary Moore.



Che si può dire?
Non c’è molto da raccontare.
Sto andando a rotoli
Ed è a me che do la colpa
Mi sono spaventato della mia stessa ombra
Pensando alla mia vita.

Tutti puntano il dito verso di me.
So di essere solo una vaga immagine
Di quello che sarei potuto essere.
Le ombre mi hanno fatto sobbalzare
Pensando alla mia vita.

Dio abbi misericordia.
Penso che impazzirò
Il Diavolo è arrivato a me
Mi ha buttato di nuovo giù.
Sono qui che mi spavento per un nonnulla,
solo pensando alla mia vita.




mercoledì 23 ottobre 2019

The Wreck of the Edmund Fitzgerald


Nel 1975 il naufragio del piroscafo “Edmund Fitzgerald” sul Lago Superiore (detto “Gitche Gumee), in cui perirono tutti i 29 componenti dell’equipaggio, divenne uno dei peggiori incidenti nella storia della navigazione sui laghi. Il cantautore canadese Gordon Lightfoot raccontò l’evento in questa canzone, la quale venne pubblicata a un anno circa dal disastro.



La leggenda resiste, dal Chippewa in giù
Del grande lago che chiamano Gitche Gumee
Il lago, dicono, non rinuncia ai suoi morti
Quando i cieli di Novembre si incupiscono
Con un carico di minerale di ferro pesante ventiseimila tonnellate in più
Di quanto la Edmund Fitzgerald pesava a vuoto
Quella prode e fedele nave era un osso da rodere
Quando le burrasche di Novembre anticipavano

La nave era l’orgoglio del lato Americano
Stava tornando da qualche stabilimento in Wisconsin
Dei grandi mercantili, era uno dei più grossi
L’equipaggio e il buon capitano erano uomini navigati
Stavano portando a termine alcune scadenze per un paio di acciaierie
Quando salparono a pieno carico per Cleveland
E più tardi quella notte quando risonò la campana della nave
Potrebbe esser stato il vento del Nord che sentivano?

Il suono del vento tra i cavi sembrava tradire segreti
E un’onda irruppe oltre la ringhiera
E ogni uomo seppe, come sapeva il capitano,
Che la strega di Novembre veniva a rubare
L’alba giunse tardi e la colazione dovette aspettare
Quando giunsero le burrasche di Novembre fendenti
Al sopraggiungere del pomeriggio era pioggia ghiacciata
In faccia al vento di uragano da ponente

All’ora di cena, il vecchio cuoco salì sul ponte a dire
“Compari c’è troppa tempesta per riuscire a nutrirvi”
Alle sette di pomeriggio, uno dei boccaporti principali cedette
Egli disse, compari è stato bello conoscervi
Il capitano comunicò via radio che imbarcava acqua
E la buona nave e il suo equipaggio erano in pericolo
E più tardi quella notte, quando si persero di vista le luci
Avvenne il naufragio della Edmund Fitzgerald

Qualcuno sa dove va l’amore di Dio
Quando le onde trasformano i minuti in ore?
Tutti i soccorritori dissero che sarebbero arrivati a Whitefish Bay
Se avessero percorso altre quindici miglia
Potrebbero essersi spezzati, o potrebbero essersi ribaltati
Oppure è stata una falla a farli affondare
Tutto ciò che rimane sono i volti e i nomi
Delle mogli e dei figli e delle figlie

Il lago Huron rolla, il lago Superiore canta
Nelle stanze della sua magione di acqua e ghiaccio
Il vecchio Michigan fuma come i sogni di un giovane uomo
Le isole e le baie sono per gli sportivi
E più sotto, il lago Ontario
Prende quello che il lago Erie gli può mandare
E le navi del ferro vanno, come sanno tutti i marinai
Col ricordo delle burrasche di Novembre

Pregarono in una vecchia sala ammuffita a Detroit
Nella cattedrale dei marittimi
La campana della chiesa rintoccò ventinove volte
Una per ogni uomo della Edmund Fitzgerald
La leggenda resiste, dal Chippewa in giù
Del grande lago che chiamano Gitche Gumee
Il Superior, dicono, non rinuncia ai suoi morti
Quando i cieli di Novembre si incupiscono

martedì 15 ottobre 2019

Fotheringay


Uno dei primi singoli dei Fairport Convention, pubblicato anche nel loro secondo disco “What ‎We Did on Our Holidays”. "Fotheringay" fu poi anche il nome scelto da Sandy Denny per il suo progetto musicale alternativo e parallelo ai Fairport Convention. La canzone prende spunto dagli ultimi giorni di Mary, Queen of Scots (“Maria Stuarda”), la quale tornata in Scozia dopo avere cercato rifugio presso la corte francese di Caterina De’ Medici per ‎scampare alle guerre anglo-scozzesi venne fatta imprigionare dalla cugina ‎Elisabetta I d'Inghilterra, cui aveva chiesto aiuto e rifugio,  e trascorse quindi in cattività gli ultimi ‎vent’anni della sua vita fino alla morte per decapitazione proprio nel castello di ‎Fotheringhay, nel Northamptonshire.



Quante volte il suo sguardo ha oltrepassato le finestre del castello
E ha guardato passare la luce del giorno nel suo muro di prigioniera,
Nessuno ad ascoltare il suo richiamo.

L’ora del tramonto sta svanendo nel calare del sole,
e in un solo momento quelle braci saranno spente
e l’ultimo dei giovani uccelli sarà volato via.

I suoi giorni di preziosa libertà, da lungo tempo perduti
Per vivere questi sterili anni dietro una porta sorvegliata
Ma quei giorni non dureranno oltre.

Domani a quest’ora sarà lontana,
molto più distante di queste isole
o della solitaria Fotheringay

mercoledì 9 ottobre 2019

See That My Grave Is Kept Clean


Composizione di Blind Lemon Jefferson pubblicata nel 1927, celebre anche grazie alle numerose reinterpretazioni eseguite da artisti famosi nel corso degli anni, da Bob Dylan ai Dream Syndicate.



Ascolta, c’è una cortesia che ti chiedo
C’è un favore che ti chiedo
C’è solo un favore che ti chiedo
Puoi provvedere che la mia tomba venga mantenuta pulita?

E ci sono due cavalli bianchi che mi seguono
Ci sono due cavalli bianchi che mi seguono
Ho due cavalli bianchi dietro di me
Che aspettano sul mio terreno di sepoltura

Hai mai sentito quel suono di bara?
Hai mai sentito quel suono di bara?
Hai mai sentito quel suono di bara?
Vuol dire che un altro povero ragazzo è sottoterra

Hai mai sentito quel rintocco di campane della chiesa?
Hai mai sentito quel rintocco di campane della chiesa?
Hai mai sentito quel rintocco di campane della chiesa?
Significa che un altro povero ragazzo è morto e sepolto

Il mio cuore ha smesso di batter e le mie mani si sono raffreddate
Il mio cuore ha smesso di batter e le mie mani sono diventate fredde
Il mio cuore ha smesso di batter e le mie mani sono diventate fredde
Ora credo a quel che disse la Bibbia

C’è solo un ultimo favore che ti chiedo
C’è solo un ultimo favore che ti chiedo
C’è solo un ultimo favore che ti chiedo
Vedi che la mia tomba sia tenuta pulita



mercoledì 2 ottobre 2019

The Needle And The Damage Done


È noto a chi ha seguito le vicende umane e artistiche di Neil Young come egli sia stato colpito da vicino dalle ricorrenti morti per eroina degli anni settanta. Nel giro di poco tempo perirono a causa della loro tossicodipendenza due membri del suo entourage; il “roadie” Bruce Berry e il chitarrista Danny Whitten. Quest’ultimo in particolare dopo essere stato allontanato dal gruppo proprio per la sua inaffidabilità dovuta alla droga. La canzone è molto esplicita fino dal titolo, e il testo amaro e duro non evita immagini forti, come nella frase che inizia con “milk blood”, espressione che si riferisce alla pratica di prelevare parte del proprio sangue, una volta che vi è già stata iniettata la dose di eroina, per averla poi a disposizione per un’iniezione successiva. Potrebbe anche indicare comunque una esigua estrazione di sangue una volta infilato l’ago, per essere sicuri di avere colto bene la vena ed evitare di iniettare la dose al di fuori di essa (“running out”), ma mi pare più calzante la prima interpretazione.



Ti ho colto bussare alla porta della mia cantina
Ti voglio bene, caro, posso averne un altro po’?
Oh, il danno compiuto

Sono arrivato in città e ho perduto la mia Band
Ho guardato l’ago prendere un altro uomo
Andato, perduto, il danno fatto.

La canzone la canto perché amo l‘uomo
So che qualcuno di voi non capisce
Estrarre sangue per evitare di rimanere a corto

Ho visto l’ago, e il danno fatto
C’è una parte di ciò in ognuno
Ma ogni tossico è come un sole che tramonta.