È noto a chi ha seguito le
vicende umane e artistiche di Neil Young come egli sia stato colpito da vicino
dalle ricorrenti morti per eroina degli anni settanta. Nel giro di poco tempo perirono
a causa della loro tossicodipendenza due membri del suo entourage; il “roadie”
Bruce Berry e il chitarrista Danny Whitten. Quest’ultimo in particolare dopo
essere stato allontanato dal gruppo proprio per la sua inaffidabilità dovuta
alla droga. La canzone è molto esplicita fino dal titolo, e il testo amaro e
duro non evita immagini forti, come nella frase che inizia con “milk blood”,
espressione che si riferisce alla pratica di prelevare parte del proprio
sangue, una volta che vi è già stata iniettata la dose di eroina, per averla
poi a disposizione per un’iniezione successiva. Potrebbe anche indicare
comunque una esigua estrazione di sangue una volta infilato l’ago, per essere
sicuri di avere colto bene la vena ed evitare di iniettare la dose al di fuori
di essa (“running out”), ma mi pare più calzante la prima interpretazione.
Ti ho colto bussare alla porta della mia cantina
Ti voglio bene, caro, posso averne un altro po’?
Oh, il danno compiuto
Sono arrivato in città e ho perduto la mia Band
Ho guardato l’ago prendere un altro uomo
Andato, perduto, il danno fatto.
La canzone la canto perché amo l‘uomo
La canzone la canto perché amo l‘uomo
So che qualcuno di voi non capisce
Estrarre sangue per evitare di rimanere a corto
Ho visto l’ago, e il danno fatto
C’è una parte di ciò in ognuno
Ma ogni tossico è come un sole che tramonta.
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