mercoledì 24 luglio 2019

Slim Slow Slider


“Si potrebbero dedicare ore e ore al tentativo di allacciare significati specifici alle canzoni presenti su Astral Weeks, appuntando insieme luoghi e metafore, cercando di creare un filo narrativo per ottenere una comprensione definita. Ciò nonostante la verità è che non si otterrebbe mai un risultato soddisfacente perché Morrison compose alcuni di questi brani come un “flusso di coscienza” senza minimamente pensare a quello che scriveva” (Ritchie Yorke, biografo di Van Morrison) mentre altri erano “assemblaggi … di conversazioni… film, quotidiani, libri e sono completamente immaginari” (Van Morrison, intervistato da NPR). 

L’approccio migliore per comprendere le opere è probabilmente è quello di tralasciare l’aspetto narrativo, come si farebbe leggendo un libro quale l’Ulisse di Joyce ad esempio. Percepire le parole, la musica e ricavare il significato da quelle sensazioni. Considerarle come un sogno – le cose non sono quello che sembrano, ma corrispondono esattamente a ciò che viene percepito (che può essere diverso per ogni singolo individuo).

"Le canzoni sono storie in poesia, per cui il significato è lo stesso di sempre – senza tempo e invariato. Le canzoni sono opere dell’immaginazione che intrinsecamente avranno un significato diverso per persone diverse. Le persone ne ricavano qualunque cosa la loro disposizione le conduce a ricavarne." (Van Morrison, a Randy Lewis).

Ultima canzone dell’album, "Slim Slow Slider" fu anche l’ultima canzone registrata nell’ultima sessione nell’ottobre del 1968.



Tu che scorri lenta e sottile
Il cavallo che monti
È bianco come neve
Tu che scorri lenta e sottile
Il cavallo che monti
È bianco come neve
Lo racconti ovunque tu vai
Ti ho visto camminare
Giù per Ladbroke Grove questa mattina
Ti ho visto camminare
Giù per Ladbroke Grove questa mattina
Prendevi sassolini da qualche spiaggia sabbiosa
Sei fuori portata
Ti ho visto stamattina presto
Col tuo ragazzo nuovo di zecca e la tua Cadillac
Ti ho visto stamattina presto
Col tuo ragazzo nuovo di zecca e la tua Cadillac
Sei andata via per qualcosa
E so che non tornerai
E so che stai morendo, bambina
E so che lo sai anche tu
So che stai morendo
E so che lo sai anche tu
Ogni volta che ti vedo
Non so proprio che cosa fare


mercoledì 17 luglio 2019

You Can't Judge A Book By The Cover


"You Can't Judge a Book by the Cover" è una canzone scritta da Willie Dixon e incisa nel 1962 da Bo Diddley; fu uno dei successi in classifica di quest’ultimo. Il testo di Willie Dixon utilizza una serie di metafore di ogni genere di cose che non possono essere giudicate dal loro aspetto prima di terminare sulla frase che dà il titolo al brano. L’incisione originale di Diddley inoltre infrange la “quarta parete” incoraggiando l’ascoltatore ad alzare il volume della propria radio dopo la prima strofa.



Non puoi giudicare una mela guardando l’albero
Non puoi giudicare il miele guardando l’ape
Non puoi giudicare una figlia osservando la madre,
Non puoi giudicare un libro dalla copertina.

Oh ma non capisci
Che stai sbagliando nel giudicarmi
Ho l’aspetto di un bifolco
Ma sono un amatore
Non si deve giudicare un libro dalla copertina.

Oh bimba avvicinati,
ascolta che cos’altro ho da dire
Hai messo il volume della radio troppo basso,
Alzalo!

Non puoi giudicare lo zucchero, guardando la canna
Non puoi giudicare una donna guardando il suo uomo
Non puoi giudicare una sorella, guardandone il fratello
Non puoi giudicare un libro dalla copertina.

Oh ma non capisci
Che stai sbagliando nel giudicarmi
Ho l’aspetto di un bifolco
Ma sono un amatore
Non puoi giudicare dalle apparenze.

Non puoi giudicare un pesce guardando lo stagno
Non puoi decidere che cosa è giusto, guardando ciò che è sbagliato
Non puoi giudicare qualcuno, guardando qualcun altro
Non puoi giudicare un libro dalla copertina.

Oh ma non capisci
Che stai sbagliando nel giudicarmi
Ho l’aspetto di un bifolco
Ma sono un amatore
Non puoi giudicare dalle apparenze.


mercoledì 10 luglio 2019

Hunter's Moon


Nella tradizione, le lune piene hanno nomi diversi, legati a mesi dell’anno. Ma alcuni nomi fanno riferimento a stagioni, come la Harvest Moon (Luna del Raccolto) e la Hunter’s Moon (luna del cacciatore). Harvest Moon indica la luna piena più vicina all’equinozio d’autunno, la Hunter’s Moon è quella direttamente successiva.
Sul disco “Up to Midnight” fluisce senza soluzione di continuità nella canzone successiva, “Hunter’s Moon”, appunto,  che ne rappresenta così un ideale seguito, anche nel testo che continua a descrivere un girovagare notturno e inquieto.



Deve essere la Luna del Cacciatore
E sto ispezionando le colline in cerca di te
Sotto alla Luna del Cacciatore
I rami e i fiumi conducono a te
La roccia e i monti si tingono di blu
Nella luce della Luna del Cacciatore
Troverò la via che mi guida verso te
Con l’aiuto della Luna del Cacciatore

giovedì 4 luglio 2019

Up To Midnight


Dall’ultimo disco dei Thin White Rope, “The Ruby Sea” del 1991. Due parti del testo sono affidate a due voci che si sovrappongono, come se i pensieri delle due persone si intersecassero, in un dialogo muto.



Lascio le luci accese tutta la notte quando sei via e
Tiro su gli scuri e vedo
Il mio vecchio compagno che se ne va quando il sole arriva e
Mi porta via il riflesso

Scorrendo via
L’intero mondo che mi aspetta
Non puoi appartenere
Ad alcun riflesso tranne me

Stiamo giocando a carte e abbiamo esattamente la stessa mano
Io non sto perdendo e neppure lui
Non è triste che così scortese e piatto sia
Un perfetto riflesso per me

Siamo soli?
Con re e jolly e regine
I fanti sono soli
Con sogni colorati di nero e rosso

Ogni giorno è una lunga arrampicata su fino a mezzanotte
Per poi da lì rotolare e ruzzolare nel sonno

Da qualche parte il cielo diventa grigio e il mondo
Diventa carta tra la notte e il giorno
Proprio come il mio cuore preso tra luce e oscurità
Come il mio amico che sta andando via

Perché non vedi?
I riflessi intendono quello che dicono
Sei completa
Senza la mia faccia sul tuo percorso?

Ogni giorno è una lunga arrampicata su fino a mezzanotte
Per poi da lì rotolare e ruzzolare nel sonno