lunedì 24 febbraio 2025

Whiskey in the Jar

“Whiskey in the Jar” è una canzone tradizionale irlandese ambientata nelle montagne meridionali dell'Irlanda, spesso con riferimenti specifici alle contee di Cork e Kerry. La canzone, che parla di un rapparee (ovvero un brigante che depreda viandanti) il quale viene tradito dalla moglie o dall'amante, è una delle canzoni tradizionali irlandesi più eseguite ed è stata registrata da numerosi artisti a partire dagli anni Cinquanta.

“Whiskey in the Jar” è la storia di un brigante che, dopo aver derubato un ufficiale militare o governativo, viene tradito da una donna; non viene chiarito se si tratti della moglie o dell' innamorata. Varie versioni della canzone si svolgono a Kerry, Kilmoganny, Cork, Sligo Town e in altre località dell'Irlanda. A volte viene anche collocata nel Sud americano, in vari luoghi tra gli Ozark o gli Appalachi, forse a causa dell'insediamento irlandese in questi luoghi. I nomi nella canzone cambiano, e l'ufficiale può essere un capitano o un colonnello, chiamato Farrell o Pepper tra gli altri nomi. La moglie o l'amante del protagonista viene talvolta chiamata Molly, Jenny, Emzy o Ginny, oltre a vari altri nomi. Anche i dettagli del tradimento sono diversi: o lo tradisce la persona che ha derubato e sostituisce le sue munizioni con sabbia o acqua, o non lo tradisce, con il risultato di uccidere la persona.

Questo è il testo della versione di Jerry Garcia e David Grisman dall’album “Shady Grove” del 1996.



Mentre mi aggiravo per le Gilgarra Mountains

Mi imbattei nel Colonnello Pepper e nel suo denaro, lo stava contando

Tirai fuori la pistola e minacciai con la mia sciabola

Dicendo “o la borsa o la vita”, perché inganno con audacia.


Musha ringum duram da

Una parte di bottino per il paparino

Una parte di bottino

C’è Whiskey nella giara


Le monete gialle e lucenti apparivano brillanti e gioiose

Portai a casa i soldi e li diedi alla mia Molly

Lei promise e giurò che non mi avrebbe mai ingannato

Ma il diavolo è nelle donne, perché non sono mai facili da gestire.


Quando mi svegliai tra le sei e le sette

le guardie mi stavano intorno in numeri pari e dispari

Afferrai d’un balzo le mie pistole, ma ahimè mi sbagliai

Apersi il fuoco e un prigioniero fu catturato


Mi misero in prigione senza un giudice o una giuria

Per aver derubato il colonnello Pepper al mattino di buon’ora

Ma non presero il mio pugno, così buttai giù la sentinella

E diedi un lungo addio a quel freddo penitenziario


Alcuni si dilettano con la pesca e con il bowling

Altri si dilettano a girare col calesse

Io mi diletto con il succo dell'orzo

E corteggiando belle donne al mattino di buon’ora

martedì 11 febbraio 2025

White City

White City è una zona di Londra che un tempo ospitava un cinodromo.

In questo lamento per come la sua amata Londra sia andata in malora, MacGowan ricorda la vecchia pista di levrieri di White City, dove “gli irlandesi e i mangiarane venivano a scommettere sui cani” e immancabilmente perdevano le loro camicie.

"here the paddies and the frogs came to gamble on the dogs..."

“Paddy” è il gergo britannico per definire gli irlandesi; ‘Frog’ è il gergo britannico per i francesi. La combinazione di questi due termini dà vita a un meraviglioso gioco di parole.

Nelle corse dei cani, un coniglio meccanico “corre” lungo la pista per dare ai cani qualcosa da inseguire.


 

White City

Qui una torre risplendente di luce

Un tempo si ergeva scintillante nella notte

Dove ora ci sono solo le macerie nella buca

Lì lrlandesi e “mangiarane”

Venivano a giocare d'azzardo puntando sui cani

Venivano a puntare sui cani non molto tempo fa

 

Oh, le matrici dei biglietti strappati

Da centomila tazze

Ora lavate via con i sogni morti nella pioggia

E i parcheggi che stanno sorgendo

E stanno buttando giù i pub

Ed è solo un altro dannato giorno di pioggia

 

Oh, dolce città dei miei sogni

Di velocità, abilità e schemi

Come Atlantide, sei sparita dalla circolazione

E la lepre sul filo

è stata bruciata sulla tua pira

Come il cane nero che un tempo correva fuori dalla gabbia due