venerdì 12 dicembre 2025

Black Peter

Da "Workingman's Dead" (1970).

Ecco le riflessioni di David Dodd, dal sito Dead.net:

Nel corso degli anni ho cambiato idea più volte su come interpretare “Black Peter”: se fosse un brano cupo, filosofico o altro.

Ma amo questa canzone indipendentemente dall'effetto che ha su di me in un determinato momento della mia vita. Se una persona cara è appena scomparsa o sta affrontando una grave malattia, allora diventa struggente, e sono sicuro che questo vale per molti ascoltatori. (C'è una certa somiglianza con l'effetto di “He's Gone”, che sicuramente non era stata concepita come un tenero addio, ma che nel corso degli anni ha assunto questo ruolo).

La canzone è enigmatica, come molte delle liriche di Hunter. È un racconto breve, parziale e frammentario: non conosciamo tutte le circostanze dei problemi del narratore. Anzi, non sappiamo nemmeno se si tratti di problemi reali o delle lamentele autocommiserative di un ipocondriaco. L'enigma inizia già dal titolo della canzone. “Black Peter”. È il nome del narratore? O è un riferimento ai personaggi che portano fasci di ramoscelli per picchiare i bambini che si comportano male?

Nella canzone c'è un elemento che ricorda la favola del ragazzo che gridava “al lupo, al lupo”. Gli amici del narratore si riuniscono intorno a lui perché, presumibilmente, sta morendo. Ma lui non muore: si ritrova vivo per un altro giorno. Quindi ora li rimprovera, accusandoli di essere venuti solo per divertirsi a sue spese: “Guardate il povero Peter / che giace dolorante / ora corriamo a vedere”. (Alcuni ascoltatori hanno suggerito che la prospettiva narrativa cambi nell'ultimo verso, passando dalla prima alla terza persona, ma io continuo a sentire la stessa voce, che imita ciò che dicono gli altri. È interessante pensare all'alternativa, però!)

Sarebbe facile se fosse tutto qui. Ma c'è una questione relativa a quello che ritengo essere il miglior bridge in un repertorio pieno di bridge incredibili:

See here how everything
Lead up to this day
And it's just like any other day
That's ever been
Sun going up and then
The sun going down
Shine through my window
And my friends they come around
Come around, come around

C'è così tanto racchiuso in quelle semplici righe, tanto che un ascoltatore può scoprirlo nel corso di una vita intera, che viene da chiedersi come Hunter, in età relativamente giovane, sia riuscito a creare qualcosa di così profondo. E la sinergia tra l'arrangiamento di Garcia di questo ponte, il testo stesso e le armonie sviluppatesi nel corso degli anni di esibizioni rendono questo brano musicale davvero emozionante.

Sicuramente parte del messaggio qui, trasmesso in gran parte attraverso il bridge, è quello dell'autore del libro biblico dell'Ecclesiaste, che cerca di convincerci della vanità dell'esistenza umana:

“Il sole sorge e il sole tramonta, e torna rapidamente al punto da cui sorge. Il vento soffia verso sud e gira verso nord; gira e rigira, tornando sempre sul suo percorso... Ciò che è stato sarà di nuovo, ciò che è stato fatto sarà fatto di nuovo; non c'è nulla di nuovo sotto il sole.”

Ogni giorno è uguale a quello che lo precede e a quello che lo segue, anche se tutte le nostre esperienze sono cumulative e conducono al momento presente. Il significato di quel momento viene smantellato dalla consapevolezza che, dopotutto, non c'è nulla di speciale in “questo giorno”. Eppure, ecco qualcuno sul letto di morte. Potrebbe vivere un altro giorno, è vero, ma è assolutamente certo che un giorno morirà.

(E poi il bridge, a volte, si stacca completamente dal contesto della canzone e rimane lì, tutto solo, parlando di dove potremmo trovarci in quel particolare momento, ascoltando quel concerto o quella registrazione: guarda come tutto ha portato a questo giorno... È un momento psichedelico, un momento di consapevolezza, che ci viene offerto.)

I suoi amici si riuniscono. Tentano di fare conversazione sul tempo. Ma il narratore non lascia correre: vuole sapere qualcosa di particolare sul tempo. Vuole sapere «chi può comandare il tempo?». Ora, questa frase può essere interpretata in due modi distinti: «Chi può comandare il tempo?» oppure «Chi può essere comandato dal tempo?».

Nel corso degli anni ho sentito persone che, come me, hanno assistito al capezzale di amici e familiari cari, per i quali questa canzone ha avuto un significato particolare, se non addirittura confortante. È una canzone che ci aiuta a comprendere i sentimenti della persona morente, che potrebbe provare risentimento nei confronti di coloro che si sono riuniti, delle loro futili conversazioni quotidiane, eppure essere comunque grata per la loro presenza. C'è qualcosa nel modo in cui viene menzionata specificatamente una visitatrice, Annie Beauneau: non posso fare a meno di pensare che potesse essere l'amore della sua vita, eppure tutto ciò che lei ha da dire riguarda il tempo.


 

Tutti i miei amici sono venuti a trovarmi ieri sera.

Ero sdraiato nel mio letto e stavo morendo.

Annie Beauneu da Saint Angel

Dice: “Il tempo qui è così bello”.


Proprio in quel momento il vento è entrato ululando dalla porta

Ma chi può comandare il tempo?

Voglio solo un po' di pace per morire

E uno o due amici che amo vicino a me


La febbre sale a quaranta e mezzo

Sale, poi scende di nuovo

Un altro giorno mi ritrovo vivo

Domani forse andrò sottoterra


Guarda qui come tutto

Ha portato a questo giorno

Ed è proprio come qualsiasi altro giorno

Che ci sia mai stato

Il sole che sorge e poi

Il sole che tramonta

Splende attraverso la mia finestra

E i miei amici vengono a trovarmi

Vengono a trovarmi, vengono a trovarmi


La gente forse lo sa, ma alla gente non importa

Che un uomo possa essere povero come me

Guardate il povero Peter, giace dolorante

Ora corriamo a vedere

Corriamo a vedere

Corriamo a vedere

Corriamo, corriamo a vedere, e vediamo

mercoledì 3 dicembre 2025

Streets of Sorrow/Birmingham Six

“Streets of Sorrow/Birmingham Six” è una canzone scritta da Terry Woods e Shane MacGowan e inclusa nell'album del 1988 "If I Should Fall from Grace with God".

La canzone è divisa in due parti: la prima (“Streets of Sorrow”), scritta e cantata da Woods, descrive il dolore e la tristezza che regnano nelle strade dell'Irlanda del Nord al culmine dei Troubles. La canzone è raccontata dal punto di vista di qualcuno che sta lasciando il luogo a causa della crescente violenza e del conflitto e che giura di non tornare mai più “ a provare altro dolore, né a vedere altri giovani uccisi”.

La seconda parte della canzone (“Birmingham Six”), scritta e cantata da MacGowan, è una dimostrazione di sostegno ai “Birmingham Six” e ai “Guildford Four” (i “sei di Birmingham” e i “quattro di Guildford”) e condivide l'opinione che essi siano stati vittime di un errore giudiziario e che le loro confessioni siano state estorte con la tortura da parte della polizia, affermando “c'erano sei uomini a Birmingham, a Guildford ce ne sono quattro, che sono stati arrestati, torturati e incastrati dalla legge, e quei bastardi hanno ottenuto una promozione, ma loro stanno ancora scontando la pena, per essere irlandesi nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Sebbene questo sia stato successivamente ammesso dai tribunali britannici, all'epoca le persone coinvolte furono comunque condannate e incarcerate per aver compiuto gli attentati dinamitardi ai pub di Birmingham e Guildford negli anni '70.

L'ultima strofa della canzone recita: “Mentre in Irlanda altri otto uomini giacciono morti / Prendendo calci e colpi alla nuca”, che secondo McGowan era un riferimento all'imboscata di Loughgall.

La storia dei “quattro di Guildford”, poi scagionati e rilasciati nell’ottobre del 1989 fu anche narrata nel film “Nel nome del padre”, diretto da Jim Sheridan e uscito nel 1993, ispirato all’autobiografia di Gerry Conlon, uno dei quattro - interpretato da Daniel Day Lewis.

L'ultima strofa della canzone recita: “Mentre in Irlanda altri otto uomini giacciono morti / Prendendo calci e colpi alla nuca”, che secondo McGowan era un riferimento all'imboscata di Loughgall.



Oh, addio strade del dolore

E addio strade della sofferenza

Non tornerò per provare altro dolore

Né per vedere altri giovani ammazzati

 

Negli ultimi sei anni ho vissuto nel terrore

E nelle strade buie il dolore

Oh, quanto desidero trovare un po' di conforto

Nella mia mente maledico la tensione

 

Quindi addio, strade del dolore

E addio, strade della sofferenza

No, non tornerò a provare altro dolore

Né a vedere altri giovani uccisi

 

C'erano sei uomini a Birmingham

A Guildford ce ne sono quattro

Che sono stati arrestati e torturati

E incastrati dalla legge

E quella gentaglia ha ottenuto una promozione

Ma loro stanno ancora scontando la pena

Per essere irlandesi nel posto sbagliato al momento sbagliato

 

In Irlanda ti rinchiuderanno nel Maze

In Inghilterra ti terranno per sette lunghi giorni

Che Dio ti aiuti se mai verrai catturato su queste coste

I poliziotti hanno bisogno di qualcuno e varcano quella porta

 

Conterai gli anni, prima cinque, poi dieci

Invecchiando in un inferno solitario

Intorno al cortile e alla cella puzzolente

Da una parete all'altra, avanti e indietro

 

Una maledizione sui giudici, sui poliziotti e sui secondini

Che hanno torturato gli innocenti, accusati ingiustamente

Per il prezzo della promozione e della giustizia da svendere

E quando essi marciranno all'inferno,  possano essere giudicati da chi hanno condannato

 

Conterai gli anni, prima cinque, poi dieci

Invecchiando in un inferno solitario

Intorno al cortile e alla cella puzzolente

Da una parete all'altra, avanti e indietro

 

Possano le puttane dell'impero giacere sveglie nei loro letti

E sudare mentre contano i peccati sulle loro teste

Mentre in Irlanda altri otto uomini giacciono morti

Calciati a terra e colpiti alla nuca

 

Conterai gli anni, prima cinque, poi dieci

Invecchiando in un inferno gelido

Intorno al cortile e alla squallida cella

Da una parete all'altra, poi di nuovo indietro

 

Contando gli anni, prima cinque, poi dieci

Invecchiando in un inferno gelido

Intorno al cortile e alla squallida cella

Da una parete all'altra, avanti e indietro

venerdì 28 novembre 2025

Grey Goose

“Folkways: A Vision Shared - A Tribute to Woody Guthrie & Leadbelly” è un album del 1988 comprendente canzoni di Woody Guthrie e Lead Belly interpretate da importanti artisti folk, rock e country. Il disco vinse un Grammy Award.

Prodotto da Harold Leventhal, manager di lunga data di Guthrie e impresario teatrale e di musica folk, l'album ha ricevuto un ampio consenso da parte della critica e include le performance del figlio di Guthrie, Arlo Guthrie, e di: Bob Dylan, Fishbone, Emmylou Harris, Little RichardJohn Mellencamp, Willie Nelson, Pete Seeger, Bruce SpringsteenSweet Honey in the Rock, Little Red School House Chorus, Taj Mahal, U2 Brian Wilson.


“Grey Goose” è una tradizionale canzone folk americana. Il soggetto è un predicatore che caccia e cattura un'oca grigia per la cena della domenica. Cerca di uccidere l'oca prima di mangiarla, ma per quanto ci provi, non riesce a ucciderla, come conseguenza di non aver rispettato correttamente il giorno del signore. 



Beh, lunedì mattina, Signore, Signore, Signore,

Beh, lunedì mattina, Signore, Signore, Signore,

mio padre è andato a caccia.

Beh, si è portato dietro il suo fucile zulu.

Beh, è arrivata un'oca grigia.

Beh, se l'è messo in spalla,

ha tirato indietro il cane

e ha premuto il grilletto.

Beh, è caduta giù rotolando

Ha impiegato sei settimane per cadere

Ha impiegato sei settimane per trovarla

E l’ha messa sul carro,

E portata alla casa bianca

Ha impiegato sei settimane per pulirla

Signore, tua moglie e mia moglie,

Oh, hanno pulito le piume

E l’hanno messa a sbollentare

Ha passato sei mesi a bollire,

E l'hanno messa sul tavolo,

Ma la forchetta non riusciva a infilzarla,

E il coltello non riusciva a tagliarla

E l'hanno buttata nel porcile,

Ed essa ha rotto la mascella alla vecchia scrofa

E la portarono alla segheria,

E ruppe i denti della sega

E l'ultima volta che l'ho vista,

Beh, stava volando sopra l'oceano,

Con una lunga fila di oche,

E tutte facevano: quank quink-quank


venerdì 21 novembre 2025

Transmetropolitan

Questa canzone, scritta interamente da Shane MacGowan, apre il primo album dei Pogues, “Red Roses For Me” del 1984. Un connubio di sfrenata allegria, eccesso alcolico, turpiloquio in una carrellata di immagini metropolitane, che anticipa e rappresenta al meglio quella che sarà l’epopea poguesiana. 

Il testo è costellato da richiami ironici: vengono citati i “deliziosi boulevards di Brixton”, quando negli anni ottanta la zona a sud di Londra , conosciuta per le black riots, era considerata molto poco raccomandabile. I finocchi del Camden Palace... “poofs” è un termine gergale inglese dispregiativo per indicare i gay che oggi non si sente più. All'epoca il nightclub Camden Palace era la mecca dei new romantics, degli Spandau Ballet, dei Culture Club, di Steve Strange ecc... si può immaginare che ne pensasse Shane! Whitehall è il viale di Westminster dove si trovano i principali uffici governativi e il termine “whitehall” indica in generale il governo e la pubblica amministrazione. Queers in the GLC..., si trattava del Greater London Council, che all'epoca aveva un'amministrazione piuttosto di sinistra che sosteneva quella che allora era una controversa agenda per la parità dei diritti dei gay. Somers Town... era una grande zona irlandese proprio tra Camden e Euston Road. Pentonville Road al tramonto... anche in questo caso suona poetico ma ironico; una grande zona di ritrovo per gli irlandesi nel nord di Londra, ma non un posto dove si potesse ammirare il tramonto.

Arlington House era un ricovero per senzatetto a Camden Town, una delle Rowton Houses che fornivano un alloggio a basso prezzo a persone bisognose e/o poco abbienti. Ospiti famosi ne furono George Orwell e Brenand Behan.

Secondo Jem Finer, Shane arrivò un giorno alle prove con la canzone praticamente già pronta, a parte l’introduzione che secondo Spider Stacy: “è un incrocio di The Boxer di Simon and Garfunkel e Rare Old Times, una vecchia canzone di Dublino”. I luoghi citati sono tutti nei dintorni di Burton Street, dove il gruppo viveva all’epoca. Il testo rappresenta la visione di Shane di un gruppo di ragazzi scatenati in una scorreria attraverso la città di Londra. “Penso che gli sia uscita così dalla penna, e l’abbiamo fatta”. “Già prima dei Pogues scriveva molte canzoni su Londra, in seguito ha potuto sfruttare anche tutto il bagaglio di canzoni irlandesi con cui è cresciuto, innestandolo su un tessuto più rock”.



Jem Finer e Spider Stacy su "Transmetropolitan":



Nei rosati parchi d’Inghilterra

Ci siederemo a bere un bicchiere

Di vino VP e di sidro fino a che sarà difficile persino riuscire a pensare

E ce ne andremo là dove gli spiriti alcolici ci portano

In paradiso o all’inferno

E scateneremo un casino d’inferno nella città che amiamo così tanto

 

Attraversando la metropoli

Dalle care vecchie strade di King’s Cross

Fino alle porte dell’Institut of Contemporary Arts

Attraversando la metropoli

Berremo piscio di ratto, passeremo il tempo a gozzovigliare e stasera a casa non ci vado

 

Dai deliziosi viali di Brixton

Alle rive di Hammersmith

Spaventeremo i ricchioni di Camden Palace

E metteremo in allarme tutte le bagasce

Ci sono degli sporcaccioni su a Whitehall

E culattoni nel Greater London Council

E quando avremo finito con quei bastardi

Assalteremo la BBC


Attraversando la metropoli

Dai Surrey Docks a Somers Town

Con un Kiss My Royal Irish Arse

Attraversando la metropoli

Berremo piscio di ratto, passeremo il tempo a gozzovigliare e stasera a casa non ci vado


Da una scommessa da cinque sterline a William Hills

A un sogno da sexy shop a Soho

Da un uovo fritto al ristorante Valtaro's

A un gelato a Tottenham Court Road

Barcolleremo e vomiteremo, feriti e riaggiustati

Lungo la strada faremo morti e mutilati

Quando non si ha un penny, ragazzi

Niente importa un cavolo


Attraversando la metropoli

Da Pentonville Road in un tramonto serale

A quella bellezza che è Mill Lane

Attraversando la metropoli

Berremo piscio di ratto, passeremo il tempo a gozzovigliare e stasera a casa non ci vado


Questa città ci ha trattati male

Questa città ci ha dissanguati

Siamo stati qui a lungo

E ci resteremo fino alla morte

Quindi finiremo ciò che resta

Di sangue, colla e birra

E bruceremo questa maledetta città

Nell'estate di quest'anno


Attraversando la metropoli

Da Arlington House con due scellini

Alle coste della Scozia oggi

Attraversando la metropoli

Berremo piscio di ratto, passeremo il tempo a gozzovigliare e stasera a casa non ci vado