mercoledì 3 dicembre 2025

Streets of Sorrow/Birmingham Six

“Streets of Sorrow/Birmingham Six” è una canzone scritta da Terry Woods e Shane MacGowan e inclusa nell'album del 1988 "If I Should Fall from Grace with God".

La canzone è divisa in due parti: la prima (“Streets of Sorrow”), scritta e cantata da Woods, descrive il dolore e la tristezza che regnano nelle strade dell'Irlanda del Nord al culmine dei Troubles. La canzone è raccontata dal punto di vista di qualcuno che sta lasciando il luogo a causa della crescente violenza e del conflitto e che giura di non tornare mai più “ a provare altro dolore, né a vedere altri giovani uccisi”.

La seconda parte della canzone (“Birmingham Six”), scritta e cantata da MacGowan, è una dimostrazione di sostegno ai “Birmingham Six” e ai “Guildford Four” (i “sei di Birmingham” e i “quattro di Guildford”) e condivide l'opinione che essi siano stati vittime di un errore giudiziario e che le loro confessioni siano state estorte con la tortura da parte della polizia, affermando “c'erano sei uomini a Birmingham, a Guildford ce ne sono quattro, che sono stati arrestati, torturati e incastrati dalla legge, e quei bastardi hanno ottenuto una promozione, ma loro stanno ancora scontando la pena, per essere irlandesi nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Sebbene questo sia stato successivamente ammesso dai tribunali britannici, all'epoca le persone coinvolte furono comunque condannate e incarcerate per aver compiuto gli attentati dinamitardi ai pub di Birmingham e Guildford negli anni '70.

L'ultima strofa della canzone recita: “Mentre in Irlanda altri otto uomini giacciono morti / Prendendo calci e colpi alla nuca”, che secondo McGowan era un riferimento all'imboscata di Loughgall.

La storia dei “quattro di Guildford”, poi scagionati e rilasciati nell’ottobre del 1989 fu anche narrata nel film “Nel nome del padre”, diretto da Jim Sheridan e uscito nel 1993, ispirato all’autobiografia di Gerry Conlon, uno dei quattro - interpretato da Daniel Day Lewis.

L'ultima strofa della canzone recita: “Mentre in Irlanda altri otto uomini giacciono morti / Prendendo calci e colpi alla nuca”, che secondo McGowan era un riferimento all'imboscata di Loughgall.



Oh, addio strade del dolore

E addio strade della sofferenza

Non tornerò per provare altro dolore

Né per vedere altri giovani ammazzati

 

Negli ultimi sei anni ho vissuto nel terrore

E nelle strade buie il dolore

Oh, quanto desidero trovare un po' di conforto

Nella mia mente maledico la tensione

 

Quindi addio, strade del dolore

E addio, strade della sofferenza

No, non tornerò a provare altro dolore

Né a vedere altri giovani uccisi

 

C'erano sei uomini a Birmingham

A Guildford ce ne sono quattro

Che sono stati arrestati e torturati

E incastrati dalla legge

E quella gentaglia ha ottenuto una promozione

Ma loro stanno ancora scontando la pena

Per essere irlandesi nel posto sbagliato al momento sbagliato

 

In Irlanda ti rinchiuderanno nel Maze

In Inghilterra ti terranno per sette lunghi giorni

Che Dio ti aiuti se mai verrai catturato su queste coste

I poliziotti hanno bisogno di qualcuno e varcano quella porta

 

Conterai gli anni, prima cinque, poi dieci

Invecchiando in un inferno solitario

Intorno al cortile e alla cella puzzolente

Da una parete all'altra, avanti e indietro

 

Una maledizione sui giudici, sui poliziotti e sui secondini

Che hanno torturato gli innocenti, accusati ingiustamente

Per il prezzo della promozione e della giustizia da svendere

E quando essi marciranno all'inferno,  possano essere giudicati da chi hanno condannato

 

Conterai gli anni, prima cinque, poi dieci

Invecchiando in un inferno solitario

Intorno al cortile e alla cella puzzolente

Da una parete all'altra, avanti e indietro

 

Possano le puttane dell'impero giacere sveglie nei loro letti

E sudare mentre contano i peccati sulle loro teste

Mentre in Irlanda altri otto uomini giacciono morti

Calciati a terra e colpiti alla nuca

 

Conterai gli anni, prima cinque, poi dieci

Invecchiando in un inferno gelido

Intorno al cortile e alla squallida cella

Da una parete all'altra, poi di nuovo indietro

 

Contando gli anni, prima cinque, poi dieci

Invecchiando in un inferno gelido

Intorno al cortile e alla squallida cella

Da una parete all'altra, avanti e indietro

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