domenica 13 ottobre 2024

Dire Wolf

“Dire Wolf” è una ballata dei Grateful Dead, pubblicata come terza traccia dell'album Workingman's Dead del 1970. Il testo è stato scritto da Robert Hunter dopo aver visto un adattamento cinematografico del romanzo  Il mastino dei Baskerville. La musica, contenente elementi di musica country e folk, fu composta da Jerry Garcia lo stesso giorno. La canzone racconta la storia di un uomo che gioca a carte con un “lupo cattivo” in una fredda notte d'inverno a “Fennario”. Il lupo della storia è un canis dirus, un canide estinto, originario del Nord America e vissuto nel pleistocene, affine al lupo grigio.

Secondo lo stesso Hunter, come riportato nella pubblicazione Annotated Grateful Dead Lyrics, lui e Garcia stavano speculando sull'identità del cane della storia, e gli venne l'idea che potesse essere un canis dirus. Hunter scrisse il testo la mattina successiva, basandosi sulle immagini che la frase gli evocava, e Garcia scrisse la musica più tardi, quello stesso giorno.



Nei boschi cedui di Fennario, i lupi circolano

L’inverno era così duro e gelido, che il terreno ghiacciava fino a tre metri sotto

Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare

Per favore non mi ammazzare

 

Mi sedetti per la cena, era una bottiglia di Bourbon

Dissi le mie orazioni e andai a letto, l’ultima cosa che mi videro fare

Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare

Per favore non mi ammazzare

 

Quando mi destai, il Lupo, seicento libbre di peccato

Con un ghigno alla mia finestra, dissi semplicemente vieni dentro

Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare

Per favore non mi ammazzare

 

Il Lupo entrò, avevo le mie carte, ci sedemmo per una partita

Tagliai il mazzo pescando la Regina di Picche, ma le carte erano tutte uguali

Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare

Per favore non mi ammazzare

 

Nella risacca di Fennario, il nero e maledetto pantano

Il Lupo riscuote quanto gli è dovuto, mentre i ragazzi cantano intorno al fuoco

Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare

Per favore non mi ammazzare

Non mi ammazzare, ti prego, non mi ammazzare

Per favore non mi ammazzare

 

 

 

 

giovedì 3 ottobre 2024

Sailortown

Gli Energy Orchard sono stati un gruppo rock, guidato da Bap Kennedy (fratello del cantautore Brian Kennedy), attivo tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, proveniente da Belfast. Il loro stile, si rifaceva molto all'influenza di Van Morrison e di altri gruppi rhythm and blues, ma incorporava elementi tradizionali della musica folk irlandese. La canzone Sailortown, scritta da Kennedy, fa parte del primo disco a nome della band, pubblicato nel 1990, e il nome si riferisce a una comunità di lavoratori nel porto di Belfast.




Appena presa la paga, risalivo malfermo la strada.

Fuori di testa, ma ancora in piedi.

Hei ragazzina, vuoi uscire con me?

So che ami qualcun altro. Che c’è che non va in me?

Camminerò fino a Sailortown,

e guarderò verso il mare.

Quando quelle grandi navi entreranno in porto

Forse questa è quella per me.

 

Mi spezza il cuore vederti vivere in questo modo

Impaurita da tutto, ogni singolo giorno.

Non posso star fermo, troppe cose in mente.

Devo andar via da questo posto, fintanto che

Sono ancora giovane e vivo.


Camminerò fino a Sailortown,

e guarderò verso il mare.

Quando quelle grandi navi entreranno in porto

Forse questa è quella per me.


Cerco conforto nella bottiglia

Sfogo la mia rabbia sugli amici

A volte mi sento così afflitto, così solo.

O Dio, quando – se mai - finirà?

 

Camminerò fino a Sailortown,

e guarderò verso il mare.

Quando quelle grandi navi entreranno in porto

Forse questa è quella per me.

giovedì 12 settembre 2024

Sally MacLennane

Dal verso “I grew to be a man, I learned to love the virtues of sweet Sally MacLennane” si potrebbe evincere che il titolo della canzone si riferisca al fascino muliebre di una bellezza locale, invece pare che “Sally MacLennane” (canzone pubblicata dai Pogues su “Rum, Sodomy and the Lash” nel 1985) sia una bevanda a base di Stout, ovvero un particolare tipo di birra scura. Il testo per altro ha come protagonisti non la “signora” del titolo ma il narratore e il suo amico Jimmy, laddove quest’ultimo decide di avventurarsi per il vasto mondo, mentre il primo resta al paese e diventa barista del pub locale. Al ritorno Jimmy apprende della morte di molti avventori, e anziché spaventarsi, incuriosito dal “treno su cui erano saliti”, beve fino a strozzarsi, seguendo la stessa sorte.

 

A seguito, alcune note tratte da “The Parting Glass”.

Ok, questa potrebbe essere un'affermazione un po' azzardata e si tratta più di una questione di “interpretazione” che di identificazione, che è ciò che si trova per lo più in The Parting Glass. Ma... dato il titolo di questo disco e la piega lirica di “Old Main Drag”, vale forse la pena di considerare la natura dell'“armonica” suonata da Jimmy. Ovviamente, potrebbe trattarsi dello strumento, noto anche come “organo a bocca”, che si suona soffiando o aspirando aria attraverso di esso. Data questa realtà, non sorprende che il termine sia stato utilizzato anche per indicare l'organo sessuale maschile. Se questa lettura è corretta, allora potrebbe essere un modo per “placare gli animi” degli psicopatici e degli uomini arrapati del bar, e potrebbe anche spiegare le espressioni felici del mattino dopo.

 

Where the elephant man broke strong men's necks
When he had too many powers...

In A Drink with Shane MacGowan (2001, Grove Press, ISBN 0-821-3790-3, p. 42), Shane racconta quanto segue: “L'uomo elefante di quella canzone era un tipo in carne e ossa, che veniva al pub di Dagenham [la casa dello zio di Shane, dove lavorò per un po' di tempo] ed era un tipo enorme e si lanciava in terribili risse e prendeva a schiaffi la gente; una sera si scontrò con un altro enorme bastardo e vinse l'incontro, ma nel frattempo si ruppe il collo. Andò in giro con un gesso intorno al collo per i sei mesi successivi, ed è per questo che lo chiamavano l'uomo elefante. L'uomo elefante rompe il collo agli uomini forti quando ha bevuto troppi Powers. Ovviamente whisky Powers”.

 

Nella raccolta di testi “Poguetry” (Faber & Faber, ISBN 0-571-14198-6) è “Powers”. Come vediamo nella citazione di Shane, la versione del libro è probabilmente quella corretta, poiché “Powers” si riferisce senza dubbio al whisky irlandese di John Powers piuttosto che ai doni soprannaturali dell'uomo elefante.

"I'd like to think of me returning when I can
To the greatest little boozer and to Sally MacLennane..."
 

Il termine “Boozer” si riferisce a un pub in generale, non a qualche persona che vi si trova. Data la predilezione di Shane per l'uso di riferimenti storici o letterari per i suoi personaggi, pensavo che Sally Mac non avrebbe fatto eccezione, ma finora non sono riuscito a trovare alcun riferimento a questa seduttrice.

Sto lavorando su questo riferimento per cercare di far quadrare la cronologia, ma ho trovato una ricetta per una “Sally MacLennane Stout” per voi birrai casalinghi là fuori, quindi “imparare ad amare le virtù della dolce Sally MacLennane” potrebbe essere un riferimento a questo particolare tipo di stout, che si presume sia più dolce della Guinness.

"Drink the brown" probabilmente si riferisce alla tradizionale bitter inglese (Newcastle Brown ad esempio).



Sally MacLennane

Beh, Jimmy suonava l’armonica nel pub dove sono nato

La suonava dalla sera fino alle placide ore del primo mattino

Dava sollievo all’anima dei matti e degli uomini eccitati

E tutti apparivano molto contenti al mattino dopo

 

Ora, a Jimmy non piaceva il proprio posto in questo nostro mondo

Dove l’uomo elefante rompeva il collo degli uomini forti

Quando aveva bevuto troppi bicchieri di Powers

“Sono così triste di vedere il dolore della gente che me ne andrò”

E prese la strada per diossaddove al mattino

 

Lo accompagnammo alla stazione sotto la pioggia

Lo baciammo mettendolo sul treno

E gli cantammo una canzone, dei bei tempi andati

Pur sapendo che lo avremmo rivisto ancora

 

Mi è triste dire che devo seguire la mia strada

Perciò offritemi birra e whiskey perché sto andando lontano

Mi piacerebbe pensare che farò ritorno quando potrò

Al più grande localino da sbronze e a Sally MacLennane

 

Gli anni passarono, i tempi cambiarono, diventai uomo

Imparai ad amare le virtù della dolce Sally MacLennane

Mi beccai urla e scherno e bevvi le birre e tornai a casa strisciando all’alba

E finii per diventare un barista al mattino

 

Ho azionato la pompa della birra, mi sono beccato i miei malumori e ho annacquato il whiskey

Ho parlato di puttane e di cavalli con gli uomini che bevevano la Brown

Li sentivo dire che Jimmy stava facendo i soldi lontano da qui

E qualcuno ci lasciava, diretto in cielo, senza preavviso

 

Lo accompagnammo alla stazione sotto la pioggia

Lo baciammo mettendolo sul treno

E gli cantammo una canzone, dei bei tempi andati

Pur sapendo che lo avremmo rivisto ancora

 

Mi è triste dire che devo seguire la mia strada

Perciò offritemi birra e whiskey perché sto andando lontano

Mi piacerebbe pensare che farò ritorno quando potrò

Al più grande localino da sbronze e a Sally MacLennane

 

Quando Jimmy ritornò a casa, fu sorpreso di coloro che erano dipartiti

Mi chiese tutti i dettagli del treno su cui erano saliti

C’è gente che ha paura di schiattare, ma Jimmy bevve fino a soffocare

E prese la strada per il paradiso al mattino

 

Lo accompagnammo alla stazione sotto la pioggia

Lo baciammo mettendolo sul treno

E gli cantammo una canzone, dei bei tempi andati

Pur sapendo che lo avremmo rivisto ancora

 

Mi è triste dire che devo seguire la mia strada

Perciò offritemi birra e whiskey perché sto andando lontano

Mi piacerebbe pensare che farò ritorno quando potrò

Al più grande localino da sbronze e a Sally MacLennane

lunedì 26 agosto 2024

The Harder They Come

“The Harder They Come” è una canzone reggae del cantante giamaicano Jimmy Cliff. È stata registrata per la prima volta per la colonna sonora dell'omonimo film del 1972, in cui si suppone sia stata scritta dal protagonista del film, Ivanhoe Martin.



Beh, mi dicono che c'è una torta in cielo

che mi aspetta quando morirò

Ma tra il giorno in cui sei nato e quello in cui sei morto

Sembra che non sentano mai nemmeno quando gridi

 

Quindi, sicuro come il sole che splende

Avrò la mia parte adesso, ciò che è mio

E poi più duramente arrivano

Più cadono, uno dopo l'altro

Ooh, più duramente vengono

Più duramente cadono, uno e tutti

 

Beh, gli oppressori stanno cercando di tenermi a freno

Cercano di farmi sprofondare nella clandestinità

E pensano di aver vinto la battaglia

Io dico: “Perdonali, Signore, non sanno quello che hanno fatto”.

Perché, sicuro come il sole che splende

Avrò la mia parte ora, ciò che è mio

E poi, più duramente arrivano

Più cadono, uno dopo l'altro

Ooh, più duramente vengono

Più forte cadono, uno e tutti

 

E continuo a lottare per le cose che voglio

Anche se so che quando sei morto non puoi farlo

Ma preferisco essere un uomo libero nella mia tomba

piuttosto che vivere come un burattino o uno schiavo

Quindi, sicuro come il sole che splende

Avrò la mia parte ora, ciò che è mio

E poi, più duramente arrivano

Più forte cadono, uno e tutti

Ooh, più duramente vengono

Più duramente cadono, uno e tutti

Ehi, più duramente vengono

Più duramente cadono, uno e tutti

mercoledì 3 luglio 2024

The Sunnyside of the Street

"The Sunnyside of the Street" è un brano tratto dal quinto album dei The Pogues, “Hell's Ditch”, pubblicato nel 1990. La canzone, composta da Shane MacGowan e Jem Finer, è una celebrazione up-tempo di un libertino impenitente, tema frequente per il frontman e paroliere.

Una testimonianza di Jem Finer su questa canzone: "L'ho scritta in Nuova Zelanda... camminando in una strada in ombra ho pensato "che palle" e ho attraversato verso il lato soleggiato. Le uniche parole che ho scritto sono state "on the sunny side of the street". Più tardi, in Inghilterra, Shane ha scritto il resto".


 

Visto il carnevale a Roma

Ho avuto le donne e libagioni

Tutto quel che riesco a ricordare ora

Sono bambinetti senza scarpe

 

Così ho visto il treno e ci sono salito

Con un cuore pieno d’odio e voglia di vomitare

Ora cammino, sul lato al sole della strada

 

Ho calpestato cadaveri a Bombay

Ho provato ad arrivare agli USA

Sono finito in Nepal

Su un tetto, privo di tutto

 

E seppi quel giorno

Che sarei rimasto proprio dove sono

Sul lato soleggiato della strada

 

Sono stato in un palazzo, sono stato in prigione

Non voglio rinascere sotto forma di lumaca

Voglio soltanto trascorrere l’eternità

Proprio qui dove sono, sul lato al sole della strada

 

Mentre mia madre piangeva, fu allora che giurai

Di trattare la mia vita come tratterei una puttana

So di essere meglio di prima

Non voglio essere rimesso a posto

Voglio semplicemente restare qui

Proprio sul lato soleggiato della strada

Sul lato soleggiato della strada

Il lato soleggiato della strada

Il lato soleggiato della strada

 

lunedì 24 giugno 2024

Fire on the Mountain

Traduco un articolo di David Dodd, pubblicato su Dead.net

Questa è un'altra di quelle canzoni la cui genesi ha una storia lunga e complicata, di cui forse non vale la pena entrare troppo nei dettagli in questa sede, ma di cui è importante notare almeno i contorni. Il testo, secondo quanto riportato da Robert Hunter in Box of Rain, è stato "scritto nel ranch di Mickey Hart in preda a un'accesa ispirazione, mentre le colline circostanti bruciavano e il fuoco si avvicinava allo studio di registrazione dove stavamo lavorando".

Hart, accreditato per la musica della canzone, ne ha registrato una versione proto-rap per un album inedito intitolato Area Code 415, registrato nel 1972 e nel 1973. È stata anche inclusa in un album di Mickey Hart intitolato Fire on the Mountain, registrato nel 1973-74. Appare come strumentale intitolato "Happiness is Drumming" nell'album in studio di Hart del 1976, Diga. Infine, iniziò a comparire nel repertorio dei Grateful Dead, cantata da Jerry Garcia, nel 1977, subendo numerose varianti del testo fino a raggiungere la forma che fu infine registrata e pubblicata su Shakedown Street, nel novembre 1978. Ci sono molti altri dettagli che non ho menzionato, che forse meriterebbero uno storico che li smonti pezzo per pezzo, ma l'idea è chiara.

Il 18 marzo 1977 alla Winterland Arena di San Francisco. "Fire" apparve per la prima volta, a chiusura del primo set, seguendo la sua eterna compagna "Scarlet Begonias". Questa combinazione di brani, che spesso racchiudeva una splendida jam, divenne nota come "Scarlet Fire". Ci furono alcune occasioni in cui "Fire" apparve senza "Scarlet Begonias", ma non molte. Ne conto 15 su un totale di 253 esecuzioni. Da quel momento in poi rimase costantemente in repertorio e fu suonata per l'ultima volta il 2 luglio 1995 al Deer Creek Music Center di Noblesville, Indiana.

L'I Ching contiene un esagramma, il n. 56, intitolato alternativamente "Il viaggiatore", "Il viaggio", "Lo straniero" e così via. È rappresentato dai due trigrammi del fuoco e della montagna, con il fuoco che poggia sulla montagna. Nel corso degli anni ho ricevuto parecchie e-mail con interpretazioni convincenti di come questo si applichi o possa applicarsi ai Dead, o alla scena, o alla politica mondiale, o al cammino spirituale individuale della persona che scrive l'e-mail, e sinceramente penso che questi siano tutti modi validi di guardare all'esagramma, nel contesto di questa canzone.

D'altra parte, "Fire on the Mountain" è anche un verso di una filastrocca (una fonte frequente per molti versi dei testi dei Grateful Dead), un motivo di violino, il titolo di un libro di Edward Abbey, e così via.

La canzone è un'altra della lunga serie di racconti ammonitori dei Grateful Dead - è divertente pensare a cosa potrebbe essere successo nella canzone. Data la nota esplicativa di Hunter sulle circostanze in cui è stato scritto il testo, potrebbe essere visto come un commento piuttosto diretto sul coraggio o la follia di fare musica mentre un incendio ti sta attaccando. Ma, naturalmente, Hunter ricontestualizza tutto al volo, e wham! - la canzone diventa qualcosa di diretto, in modo inaspettato, a ciascuno di noi, o a noi collettivamente: come mai facciamo sempre le stesse cose quando il disastro è alle porte? Oppure, la canzone diventa rivolta, ancora una volta, come discusso in un post precedente su "Wharf Rat", a Garcia da parte di Hunter. "Hai dato tutto quello che avevi, perché vuoi dare di più?

L'orecchiabile figura ritmica della canzone è un perfetto contorno per il giocoso lavoro della chitarra di Garcia, che si snoda tra le battute. Negli assoli tra i ritornelli Garcia può urlare, ballare o fare entrambe le cose contemporaneamente. E suppongo che tutti noi stessimo facendo lo stesso, proprio insieme a lui. E il suo modo di recitare i testi sembrava praticamente una serietà mortale. L'intera performance può sembrare quella di un profeta che dà notizie terribili. Eppure, balliamo. E balliamo.

Quindi, ascoltate: credo che la band stia cercando di dirci qualcosa.



Corridore di lunga distanza, che cosa stai lì a fare?

Alzati, esci, esci dalla porta

Stai suonando musica fredda sul pavimento del bar

Affogato nelle tue risate e morto fino al midollo

C'è un drago con fiammiferi che è libero in città

Ci vuole un intero secchio d'acqua solo per raffreddarlo

 

Fuoco! Fuoco sulla montagna

 

Quasi in fiamme, ma ancora non senti il calore

Ci vuole tutto quello che hai solo per rimanere sul ritmo

Dici che è la vita, tutti dobbiamo mangiare

Ma tu sei qui da solo, non c'è nessuno che possa competere

Se la misericordia è un business, la auguro a te

Più che soltanto cenere quando i tuoi sogni si avverano

Fuoco! Fuoco sulla montagna

 

Corridore di lunga distanza, cosa stai aspettando?

Catturato al rallentatore in una corsa verso la porta

La fiamma del tuo palcoscenico si è ora estesa al pavimento

Hai dato tutto quello che avevi, perché vuoi dare di più?

Più si dà, più ci vorrà

Fino alla linea sottile oltre la quale non si può davvero fingere

Fuoco! Fuoco sulla montagna


mercoledì 1 maggio 2024

Galway Races

Sul disco dei Pogues “If I Should Fall From Grace with God” è presente un "Medley" composto da tre canzoni tradizionali: "The Recruiting Sergeant," "Rocky Road to Dublin," e "Galway Races."L’ultima canzone è “Galway Races”, laddove il testo cantato da Shane MacGowan, oltre a essere più breve, differisce in alcuni punti da quello originale.


 

Mentre me ne andavo a Galway Town

A cercare un po’ di svago

Il diciassette di Agosto

Con nobili pensieri

C’erano passeggeri riuniti

Alla stazione, con i loro biglietti

E gli occhi iniziarono  a brillarmi

E via, a vedere le corse


With me wack fol the do fol
The diddle idle day

C’erano passeggeri da Limerick
E altri da Nenagh
I ragazzi del Connemara
E le signorine da marito della contea di Clare
C’era gente della città di Cork
Leale, sincera e fedele
Che riportò a casa i feniani prigionieri
Salvandoli dalla morte in nazioni straniere

 

Ed è là che si vedono i pifferai

E i violinisti competere

E la ruota della fortuna

Con i ventiquattro quarti

E altre persone senza scrupoli

Che bersagliano la povera Maggie con bastoncini

E suo padre ben contento

Guarda la sua figliola

 

Ed è là che vedrai i fantini

Montare in sella con grande equilibrio

Il rosa, il blu, l’arancio, il verde

I colori della nostra nazione

Tutti i cavalli sembravano impazienti

Le loro zampe toccavano a malapena il terreno

Che meraviglioso portento di velocità!

 

C’erano mezzo milione di persone

Di tutte le confessioni

Cattolica, Protestante, Ebrea, Presbiteriana

Eppure non c’era alcun astio

Indipendentemente dalle convinzioni

Ma solo ospitalità e saluti di benvenuto

Che inducevano nuova familiarità

 

venerdì 12 aprile 2024

The Recruiting Sergeant

Medley
(Traditional)

Sul disco dei Pogues “If I Should Fall From Grace with God” è presente un "Medley" composto da tre canzoni tradizionali: "The Recruiting Sergeant," "Rocky Road to Dublin," e "Galway Races."

La prima di queste canzoni -- "The Recruiting Sergeant" – fa riferimento alle pratiche di reclutamento degli Inglesi durante la Prima Guerra Mondiale. La versione dei Pogues non si distanzia dal testo di quella tradizionale.

“Kaki” si riferisce all’uniforme dell’esercito britannico (che a quel punto aveva abbandonato la “giubba rossa”). A seguito del disastro della prima battaglia di Ypres, fu nominato Segretario di Stato alla Guerra Lord Kitchener, il quale riuscì a fare adottare la coscrizione obbligatoria. Il proclama citato nel testo è la chiamata alle armi di Kitchner.

A un certo punto, le Fiandre erano uno stato indipendente europeo, confinante con il Mare del Nord. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’invasione della Francia avvenne attraverso il Belgio, violando la neutralità di quest’ultimo; nei paesi alleati, resoconti di atrocità tedesche, e appelli a vendicare l’assalto al Belgio furono strumenti efficaci per il reclutamento e armi di propaganda. La prima e la seconda battaglia di Ypres furono combattute nelle Fiandre. Nella prima l’esercito inglese formato da professionisti fu battuto dalle forze tedesche, superiori per numero.

Entrambe le battaglie sono degne di nota, non da ultimo per l'enorme numero di vittime inflitte. La Prima Battaglia di Ypres segnò l'inizio della guerra di trincea così caratteristica della Prima Guerra Mondiale e, insieme ad essa, l'inizio di un'aggressiva opera di reclutamento da parte degli inglesi. La Seconda battaglia di Ypres vide il primo uso di armi chimiche nella guerra.

La “lotta da combattere a Dublino” probabilmente è riferita alla Rivolta di Pasqua del 1916. La maggior parte dei corpi ufficiali dell’Esercito Britannico era costituita da inglesi; gli irlandesi erano considerati utile carne da cannone piuttosto che soldati in grado di esercitare il comando.


Me ne andavo per la strada

Spensierato come un’allodola

Quando un sergente reclutatore mi approccia

E mi fa “staresti proprio bene in kaki,

sai, il Re ha bisogno di uomini

Vieni, leggi questo proclama

Una vita nelle Fiandre e poi

Avresti una bella vacanza”

 

“Può anche essere”, gli dico io

“ma dimmi un po’ caro il mio sergente

Se avessi uno zaino attaccato alla schiena

Sarei così contento e di buon umore?

Perché ci vogliono addestramento ed esercitazioni

Prima di raggiungere i francesotti

Sarà anche caldo nelle Fiandre

Ma c’è pieno di spifferi nelle trincee.”

Il sergente sorrise e strizzò l’occhio

Un sorriso molto irritante

Giocherellava coi suoi baffetti e se li attorcigliava

E mi fece, “Lo so che stai solo scherzando,

Ché i sacchi di sabbia son caldi e alti

E il vento non lo sentirai proprio”

Nel mentre faccio l’occhiolino a una ragazzina che passa

E gli dico “E come la mettiamo se nevica?”

 

Che venga pioggia o grandine o vento o neve

Io nelle Fiandre non ci vado

C’è una lotta da combattere a Dublino

I vostri sergenti e comandanti se ne possono andare

Che le guerre inglesi le combattano gli uomini inglesi

È quasi ora che comincino

Augurai al sergente una felice notte

 E a quel punto ci separammo.

martedì 26 marzo 2024

Where Do You Go To (My Lovely)?

"Where Do You Go To (My Lovely)?" è una canzone  composta da Peter Sarstedt nel 1969. Il testo – ricorrendo anche a numerosi riferimenti a celebrità e marchii realmente esistenti – narra la vita di una ragazza di nome Marie-Claire, nata nei quartieri poveri di Napoli ma diventata in seguito parte integrante del Jet Set parigino. Ella viene descritta dal punto di vista di un amico d’infanzia, e non è chiaro se i due siano rimasti o meno in contatto, anche se il narratore sembra conoscere la malinconia e il celato disagio dell’amica.



Parli come Marlene Dietrich

E balli come Zizi Jeanmaire

I tuoi vestiti sono tutti di Balmain

E ci sono diamanti e perle nei tuoi capelli, sì, ci sono.

Vivi in un appartamento di lusso

In Boulevard St. Michel

Dove tieni i tuoi dischi dei Rolling Stones

E un amico di Sacha Distel, sì, è vero.

 

Ma dove vai, mia cara

Quando sei sola nel tuo letto?

Dimmi i pensieri che ti circondano

Voglio guardare dentro la tua testa, sì, lo voglio fare

Ho visto tutti i tuoi titoli di studio

che hai preso alla Sorbona

E il quadro che hai rubato a Picasso

La tua avvenenza continua, sì, è vero.

Quando vai in vacanza d'estate

Vai a Juan-les-Pins

Con il tuo costume da bagno in topless accuratamente disegnato

Ti abbronzi uniformemente sulla schiena e sulle gambe

E quando cade la neve ti ritrovi a St. Moritz

Con gli altri del jet set

E sorseggiate il vostro brandy Napoleon

Ma non vi bagnate mai le labbra, no, non lo fate.

 

Ma dove vai, mia cara

Quando sei sola nel tuo letto?

Dimmi i pensieri che ti circondano

Voglio guardare dentro la tua testa, sì, lo voglio fare

 

Il tuo nome è noto nelle alte sfere

Conosci l'Aga Khan

Ti ha mandato un cavallo da corsa per Natale

E tu lo tieni solo per divertimento, per ridere, ha-ha-ha

Dicono che quando ti sposerai

sarà con un milionario

Ma non si rendono conto da dove vieni

E mi chiedo se a loro importi davvero, o se gliene freghi qualcosa.

Dove vai, mia cara

Quando sei sola nel tuo letto?

Dimmi i pensieri che ti circondano

Voglio guardare dentro la tua testa, sì, lo voglio fare

 

Ricordo i sobborghi di Napoli

Due bambini che chiedevano l'elemosina in stracci

Entrambi toccati da un'ardente ambizione

Per scrollarsi di dosso l'etichetta di umili, ci provarono

Quindi guardami in faccia, Marie-Claire

e ricorda chi sei

Poi vai e dimenticami per sempre

Ma so che porti ancora la cicatrice, nel profondo, sì, la porti.

So dove vai, mia cara

Quando sei sola nel tuo letto

Conosco i pensieri che ti circondano

Perché posso guardare dentro la tua testa

Na-na-na-na, na-na-na-na-na-na-na
Na-na-na-na, na-na-na-na-na-na-na

 

lunedì 19 febbraio 2024

Smugglers

"Smugglers" è una canzone tradizionale pubblicata nel 1988 sul disco "Waiting for Bonaparte" del gruppo britannico The Men They Could'nt Hang.


Il battello si dirige a sud di Ailsa Craig al calar della luce

Ci sono trenta uomini a Lendalfit per rendere il nostro fardello leggero

E ci sono trenta cavalli a Hazleholm con le cavezze in testa

Tutti pronti per questa notte sulla vostra vita se il vento e l'acqua sono veloci

 

I contrabbandieri bevono il vino dei francesi e la notte più buia è l'ora dei contrabbandieri

Siamo scappati dall'uomo delle accise

È una vita da contrabbandiere per me

È una vita da contrabbandieri per me

 

Oh, ragazza, hai un letto accogliente e hai dieci capi di bestiame.

Non puoi vivere una vita lecita e vivere con uomini leciti?

Ma devo usare i vecchi beni di casa mentre c'è un'attrezzatura straniera così bella?

Devo bere in riva al mare e la Francia è così piena di vino?

 

I contrabbandieri bevono il vino dei francesi e la notte più buia è l'ora dei contrabbandieri

Siamo scappati dall'uomo delle accise

È una vita da contrabbandiere per me

È una vita da contrabbandieri per me

 

Anche se mi piace vederti Kate, con un bambino sulle ginocchia

Il mio cuore è ora con il valoroso equipaggio che solca il mare arrabbiato

La burrasca più violenta, la vela più stretta e la baia o la meta più riparata.

È la vita da vagabondo, è la lotta dei contrabbandieri, è la gioia dell'anima dei contrabbandieri


I contrabbandieri bevono il vino dei francesi e la notte più buia è l'ora dei contrabbandieri

Siamo scappati dall'uomo delle accise

È una vita da contrabbandiere per me

È una vita da contrabbandieri per me

E quando finalmente sorgerà l'alba e il carico sarà messo al sicuro

Come santi senza peccato andremo in chiesa. La misericordia di Dio ci permette

È champagne per il vino della comunione e lo beve anche il parroco.

Con un ammiccamento sornione prega: "Perdona questi uomini, perché non sanno quello che fanno".

 

I contrabbandieri bevono il vino dei francesi e la notte più buia è l'ora dei contrabbandieri

Siamo scappati dall'uomo delle accise

È una vita da contrabbandiere per me

È una vita da contrabbandieri per me

mercoledì 7 febbraio 2024

Dreamy Skies

"Dreamy Skies" dei Rolling Stones affronta il tema dell'evasione e del desiderio di liberarsi dall'incessante trambusto della vita moderna. Il narratore esprime un desiderio di sollievo, lontano dalle pressioni urbane e dalla costante connettività del mondo di oggi. L'immagine della natura - il vento, la natura selvaggia, l'abbaiare di una volpe e lo schiamazzare di un gufo - funge da sfondo in contrasto con i limiti della vita cittadina, rappresentando libertà, tranquillità e semplicità.

La musica d'altri tempi proveniente da una radio AM, con riferimenti a Hank Williams e all'honky-tonk, suggerisce la nostalgia di tempi più semplici. Nonostante questo profondo desiderio di solitudine, il narratore riconosce che questa fuga è temporanea; ha troppo a cuore gli aspetti del mondo esterno, come le risate, le donne e il vino. In ultima analisi, la canzone ritrae il bisogno umano di equilibrio tra il caos della vita quotidiana e i momenti di solitudine e riflessione.



Beh, devo prendermi una pausa da tutto questo

Perché il vento e la natura selvaggia chiamano

E ho bisogno di un po' di pace dalle tempeste

Devo prendermi una pausa da tutto questo

E devo prendermi una pausa per un po' di tempo

Dove non c'è un altro essere umano nel raggio di cento miglia

Odio essere rinchiuso tra le mura

E devo prendermi una pausa da tutto questo

 

Ballerò sui diamanti, pattinerò sul vetro

Taglierò la legna, dividerò le metà

Una vecchia radio AM è tutto ciò che ho

Trasmette solo Hank Williams e un po' di cattivo honky-tonk

Perché devo prendermi una pausa da tutto questo

E devo staccare da tutto

Dalla città, dai sobborghi e dall’espansione urbana

E dalle chiacchiere di provincia e da chi la sa lunga

In un luogo dove nessuno può chiamare

E non sentirò le sirene o la folla impazzita

Solo l'abbaiare di una volpe e il canto di un gufo

Non ho connessioni né un telefono satellitare

Sto evitando le foto e le persone a casa

 

E devo solo liberarmi da tutto questo

Vedete, non possono durare per sempre, mi ci tufferò di nuovo

È un bene per la mia anima, sì, mi sta salvando la pelle

Perché amo le risate, le donne, il vino

Devo solo liberarmi da tutto questo

 

Ma sono fuori dalla griglia, fuori dal sentiero

Non scriverò e non spedirò lettere

Ho solo bisogno di un po' di pace dalla tempesta

Devo staccarmi da tutto

E devo staccare da tutto

E devo fuggire da tutto

In un posto dove nessuno può chiamare

E devo fuggire da tutto