Dal
disco “Stories from the City, Stories from the Sea” di P. J. Harvey. Una
canzone sulla fine di una storia. O sul confine che pare di percorrere alla fine
di una relazione. Non necessariamente triste, anzi quasi euforica. Ogni verso
descrive i piaceri dell’amore, mentre il ritornello esprime il dolore e il
desiderio di fuggire quando le cose non vanno proprio secondo i piani. Nella
leggerezza liberatoria di una fuga.
Ho buttato la mia malasorte
Giù dalla cima di
Un alto palazzo
Avrei preferito farlo con te
Il tuo sorriso da ragazzo
Cinque di mattina
Guardavo nei tuoi occhi
Ed ero veramente innamorata
A
Chinatown
In
sospeso
Mi
mostrasti
Ciò
che potevo fare
Parlando
Di viaggi nel tempo
E del significato
Semplicemente quello che valeva
E mi sento
Come un qualche uccello del paradiso
La mia malasorte scivola via
E provo l’innocenza di un bambino
Tutti hanno qualcosa di buono da dire
Cose che una volta pensavo
Incredibili
Nella mia vita
Hanno tutte avuto luogo
Quando
camminavamo per
Little Italy
vedevo il mio riflesso
vedevo il mio riflesso
Venire
fuori dal tuo volto
Dipingo quadri
Per ricordare
Sei troppo bello
Per esprimerlo in parole
Come un gitano
Danzi in circoli
Tutto intorno a me
E
tutto intorno al mondo
E mi sento
Come un qualche uccello del paradiso
La mia malasorte scivola via
E provo l’innocenza di un bambino
Tutti hanno qualcosa di buono da dire
E mi sento
Come un qualche uccello del paradiso
La mia malasorte scivola via
E provo l’innocenza di un bambino
Tutti hanno qualcosa di buono da dire
Così prendo la mia
Buona sorte
E fantastico
Delle nostra partenza
Come qualche moderna
Frana zingara
Come Bonnie e Clyde
Dei tempi moderni
Di
nuovo in fuga
Di nuovo in fuga
Di nuovo in fuga
Di
nuovo in fuga
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