mercoledì 7 novembre 2018

Aye Co’lorado


Nel 1978, Lou Reed e Genya Ravan collaborarono sui rispettivi album solisti. Ravan contribuì cantando nei cori su “Street Hassle” e Reed canto su “Aye Co’lorado” una canzone scritta dalla Ravan su un compagno/spacciatore portoricano sul primo lato del suo “Urban Desire”.
Nel suo libro di memorie Lollipop Lounge, la Ravan scrive che quando furono presentati alle session per il disco, Lou fece una sarcastica allusione al passato della Ravan col gruppo Goldie and the Gingerbreads: la prima cosa che Lou mi disse dopo che ci avevano presentati fu “mia nonna comprava i tuoi dischi anni fa”.
Nello studio calò il silenzio. Lo guardai negli occhi e gli dissi, “Sì, almeno qualcuno nella tua famiglia aveva buon gusto in fatto di musica. A te che è successo?”
Rise, la tensione si allentò e rapidamente diventammo amici. Accettò immediatamente il fatto che lì ero io a comandare, e conducevo il gioco.
Gli diedi il testo scritto a mano di “Aye, Co’Lorado” ed entrammo nello studio A. I microfoni erano già accesi, pronti a incidere, e scorremmo la canzone sulla traccia di base. Fu grandioso!
“Okay”, disse Lou. “Penso di esserci ora”. Sorrisi. Gli avevo fatto credere che stavamo solo provando, ma in effetti avevo fatto segno al tecnico di fare andare il nastro. L’avevo ingannato deliberatamente, cosa che facevo spesso con i cantanti quando volevo ottenere un feeling “Live”…
Lasciai che Lou registrasse altre tre tracce della canzone, per rispettare la sua volontà, ma come avevo pensato suonavano tutte un po’ fredde dopo la prima, mancavano di quel vero feeling. La prima traccia fu quella che usammo. Anche lui fu d’accordo con me dopo aver sentito tutte le tracce eseguite.

(testo tratto da Dangerous Minds)



Sono così stanca del tuo mentire
Per cercare di dipingere una bella immagine, ragazzo
È davvero imbarazzante per me
Hey, lo so che sei un pezzo grosso
Dall’angolo della città
Proprio un fighissimo portoricano sulla scena

Mi svuoterei qui sul tavolo
Se per una volta fossi in grado
Di tirarlo su sul tetto e semplicemente fare
Ma mi faccio sempre rovinare
Dall’uomo che chiamo il mio migliore amico
Che incontro sotto la terza Avenue

Ti dico, oh Co’lorado, Co’lorado
Sì, Co’lorado, bandito dell’Hell’s Kitchen*

Ti alzi ogni mattina
Con il sudore che ti cola addosso
Mentre fissi con lo sguardo la tua nuova pistola usata che brilla
Hey, ti ho beccato nel salone
Perché sai che fa strillare le ragazze
Lungo il tuo braccio un tatuaggio con scritto “Mamma”

Hey, sono io a essere rifiutato
Perché hai perfezionato il tuo modo si squagliartela
Sì sono un Portoricano, e sto diventando cattivo
So che è la mia mente perversa
A darti l’impressione che valga la pena questa routine
Quello sguardo ondeggiante così cercherò di mantenere tutto a posto
       
Ti dico, oh Co’lorado, Co’lorado
Sì, Co’lorado, bandito dell’Hell’s Kitchen
Hey ti beccherò giù per Rivington e Ridge
Va bene
Aspetterò qui finché non cambierai


*quartiere di Manhattan

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