In tedesco "übersetzen" è tradurre, ma anche traghettare; questa "strana barca" vuole quindi trasportare parole da una sponda all'altra di lingue diverse, sperando che non risentano troppo della traversata.
“Haunted” fu il contributo dei Pogues alla colonna sonora
del film “Sid and Nancy” di Alex Cox, del 1986. La canzone, cantata
originariamente dalla bassista Cait O’Riordan, fu poi incisa da Shane MacGowan
con Sinead O’Connor.
“Whiskey in the Jar” è una canzone tradizionale
irlandese ambientata nelle montagne meridionali dell'Irlanda, spesso con
riferimenti specifici alle contee di Cork e Kerry. La canzone, che parla di un rapparee (ovvero un brigante che depreda
viandanti) il quale viene tradito dalla moglie o dall'amante, è una delle canzoni
tradizionali irlandesi più eseguite ed è stata registrata da numerosi artisti a
partire dagli anni Cinquanta.
“Whiskey in the Jar” è la storia di un brigante che, dopo
aver derubato un ufficiale militare o governativo, viene tradito da una donna;
non viene chiarito se si tratti della moglie o dell' innamorata. Varie versioni
della canzone si svolgono a Kerry, Kilmoganny, Cork, Sligo Town e in altre
località dell'Irlanda. A volte viene anche collocata nel Sud americano, in vari
luoghi tra gli Ozark o gli Appalachi, forse a causa dell'insediamento irlandese
in questi luoghi. I nomi nella canzone cambiano, e l'ufficiale può essere un
capitano o un colonnello, chiamato Farrell o Pepper tra gli altri nomi. La
moglie o l'amante del protagonista viene talvolta chiamata Molly, Jenny, Emzy o
Ginny, oltre a vari altri nomi. Anche i dettagli del tradimento sono diversi: o
lo tradisce la persona che ha derubato e sostituisce le sue munizioni con sabbia
o acqua, o non lo tradisce, con il risultato di uccidere la persona.
Questo è il testo della versione di Jerry Garcia e David
Grisman dall’album “Shady Grove” del 1996.
Mentre mi aggiravo per le Gilgarra Mountains
Mi imbattei nel Colonnello Pepper e nel suo
denaro, lo stava contando
Tirai fuori la pistola e minacciai con la mia
sciabola
Dicendo “o la borsa o la vita”, perché inganno con
audacia.
Musha ringum duram da
Una parte di bottino per il paparino
Una parte di bottino
C’è Whiskey nella giara
Le monete gialle e lucenti apparivano brillanti e gioiose
Portai a casa i soldi e li diedi alla mia Molly
Lei promise e giurò che non mi avrebbe mai
ingannato
Ma il diavolo è nelle donne, perché non sono mai
facili da gestire.
Quando mi svegliai tra le sei e le sette
le guardie mi stavano intorno in numeri pari e
dispari
Afferrai d’un balzo le mie pistole, ma ahimè mi sbagliai
Apersi il fuoco e un prigioniero fu catturato
Mi misero in prigione senza un giudice o una giuria
Per aver derubato il colonnello Pepper al mattino
di buon’ora
Ma non presero il mio pugno, così buttai giù la
sentinella
E diedi un lungo addio a quel freddo penitenziario
White
City è una zona di Londra che un tempo ospitava un cinodromo.
In
questo lamento per come la sua amata Londra sia andata in malora, MacGowan
ricorda la vecchia pista di levrieri di White City, dove “gli irlandesi e i
mangiarane venivano a scommettere sui cani” e immancabilmente perdevano le loro
camicie.
"here
the paddies and the frogs came
to gamble on the dogs..."
“Paddy”
è il gergo britannico per definire gli irlandesi; ‘Frog’ è il gergo britannico
per i francesi. La combinazione di questi due termini dà vita a un meraviglioso
gioco di parole.
Nelle
corse dei cani, un coniglio meccanico “corre” lungo la pista per dare ai cani
qualcosa da inseguire.
White City
Qui una torre risplendente di luce
Un tempo si ergeva scintillante nella notte
Dove ora ci sono solo le macerie nella buca
Lì lrlandesi e “mangiarane”
Venivano a giocare d'azzardo puntando sui cani
Venivano a puntare sui cani non molto tempo fa
Oh, le matrici dei biglietti strappati
Da centomila tazze
Ora lavate via con i sogni morti nella pioggia
E i parcheggi che stanno sorgendo
E stanno buttando giù i pub
Ed è solo un altro dannato giorno di pioggia
Oh, dolce città dei miei sogni
Di velocità, abilità e schemi
Come Atlantide, sei sparita dalla circolazione
E la lepre sul filo
è stata bruciata sulla tua pira
Come il cane nero che un tempo correva fuori dalla
gabbia due
“Fields of Fire” è uno dei maggiori successi del
gruppo rock scozzese Big Country. È stato pubblicato per la prima volta nel
Regno Unito nel 1983 come secondo singolo dell'album di debutto della band "The
Crossing".
Stuart Adamson, cantante della band, ha dichiarato
che la canzone non intendeva raccontare una storia coerente. “È una selezione
di immagini”, ha dichiarato “Pensieri durante un viaggio in treno”.
Questa canzone era originariamente intitolata “400
Miles”. Quando è stata scritta, Adamson e Bruce Watson viaggiavano regolarmente
da Edinborough, in Scozia, a Londra. La distanza tra queste città è di circa
400 miglia, e tale distanza è sottolineata nel ritornello:
La canzone da il titolo all’ultimo album dei T. Rex
di Marc Bolan, che morì in un incidente nello stesso anno della pubblicazione,
il 1977.
“Dandy in the Underworld” fu scritta all'inizio di
novembre del 1976, mentre le sessioni di registrazione per l'album omonimo
stavano volgendo al termine. Bolan ha descritto la canzone come una ‘revisione
bolaniana della discesa agli Inferi di Orfeo. Nel 1977 disse a Record Mirror:
‘Dandy in the Underworld è una rivisitazione della vecchia storia in cui Orfeo
va negli inferi e poi torna alla luce’. A volte è stato così anche nella mia
vita"La canzone è stata ispirata anche da The Picture of Dorian Gray, e
Bolan ha rivelato a Ian Ravendale nel 1977: ”È una canzone molto triste, in
realtà. Un giovane uomo attraversa il mondo sociale e non ne esce molto bene.
Parla di qualcuno che è stato molto impulsivo e ha bruciato le tappe.
Principe dei giocatori, pedina di nessuno
Nato con redini di acciaio sul cuore del Sole
Esploratore zingaro sulle alture del New Jersey
Amato compagno di notti cocainiche
Perché è un Dandy negli Inferi
Dandy negli Inferi
Quando verrà su in cerca d’aria
Importerà a qualcuno?
A diciotto anni fu esiliato
Nei regni deserti di un mitico Oz
Voleva distrarsi, ma cadde nella distruzione.
Ora si aggira altero per sempre tra le antiche
dimore
dell'inferno
Ora le sue amanti lo hanno abbandonato
E la sua
giovinezza è mal spesa
Piange nei sotterranei e cerca di pentirsi
Ma il cambiamento è un mostro e cambiare è
difficile
Daniel Lanois è nato e cresciuto a Gatineau, di
fronte a Ottawa, sull'altra sponda del fiume Ottawa, in Quebec. Nel 1961,
quando aveva circa 12 anni, i suoi genitori si separarono e lui e i suoi tre
fratelli si trasferirono con la madre a Hamilton, vicino a Toronto. Conoscevano
pochissimo l'inglese perché Gatineau è francofona, quindi dovettero imparare la
lingua rapidamente.
“Jolie Louise” è una canzone basata sul padre di
Lanois. È un brano tratto da Acadie, il primo album solista di Lanois. Nella
canzone, il padre ha una felice vita lavorando in una fabbrica, finché non
perde il lavoro. Inizia a bere, cade nella disperazione e si sfoga con la
moglie, che lo lascia portando con sé i figli.
I dettagli della canzone che sono veri sono il
nome del padre di Lanois (Guy) e il luogo in cui viveva (“a est di Gatineau”).
Sua moglie si chiamava Jill, non Louise. Guy Lanois è morto nel 2010 a 87 anni.
In un'intervista a Songfacts
Daniel Lanois ha spiegato: “Ho
scritto 'Jolie Louise' dalla prospettiva di mio padre quando i miei genitori si
sono separati. Ho pensato che sarebbe stato un modo interessante per affrontare
quello che successe, e ho deciso di impostare così la narrazione
Il testo è per metà in francese e per metà in
inglese. “Jolie” significa ‘bella’, quindi il titolo si traduce in ‘Pretty
Louise’. Il verso “Et pis mon nom, y est pas bon”, dopo la perdita del lavoro,
significa “e il mio nome non è buono”, a indicare la vergogna che lo porta alla
follia.