Da Crazy Rhythms (1980), album d’esordio dei Feelies. Il
brano dà inizio al disco con quello che sembra il gocciolio di un rubinetto. Ma
sono in realtà chitarre, le quali nel minuto seguente intensificano il loro
suono, fino a quando batteria e basso fanno il loro ingresso con un ritmo
martellante, penetrante, e continuano poi a intrecciarsi e a ricamare suoni
ipnotici. Il ritmo nevrotico della canzone descrive l’agitazione perpetua del ragazzo
del titolo e del narratore che come confessato sconsolatamente da quest’ultimo nel
ritornello, sono la stessa persona (“The
boy next door is into better things , as far as I can see, the boy next door is
into bigger things, the boy next door is me”).
C’è un ragazzo che conosco, ma non troppo bene
Non ha molto da dire
Beh, questo ragazzo vive proprio qui accanto e
Non ha mai nulla da dire
Apparentemente non fa nulla
Non aiuta mai fuori in cortile
Lascia che sia sua madre a portare in casa la
spesa
Perché non ha intenzione di lavorare troppo duro
Il ragazzo della porta accanto si dedica a cose
migliori
Per quanto posso capire
Il ragazzo della porta accanto si dedica a cose
migliori
Il ragazzo della porta accanto sono io
Tutto bene
Ecco, non è come gli altri ragazzi che avevamo
Non è per niente come loro – oh no
Quelli erano l’orgoglio dei propri genitori
Questo
li batte tutti
Il ragazzo della porta accanto si dedica a cose
migliori
Per quanto posso capire
Il ragazzo della porta accanto si dedica a cose
migliori
Il ragazzo della porta accanto sono io
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