Per introdurre questo brano da “Rum, Sodomy and the Lash”
traduco le parole con cui lo stesso autore ha spiegato l’argomento del brano: "Parla
semplicemente di un tizio che si è ubriacato al bar”, afferma Shane MacGowan.
“Si è sbronzato perché ha rotto con la sua ragazza e… sai com’è quando te ne
vai in un pub per conto tuo per bere ed è molto tranquillo e ti arriva questo
vecchio svitato che ti attacca un bottone infinito. Così questo vecchio
comincia a raccontare di come tornò dalla guerra, la Prima Guerra Mondiale. O
la Seconda. Una delle due comunque. E gli racconta della nave che aveva e di
come è partito e tornato e questa ragazza se l’era filata con qualcun altro,
una ragazza con un paio di occhi bruni. Che è la stessa situazione del tipo
giovane seduto lì ad ascoltare tutte quelle sciocchezze mentre il jukebox suona
Johnny Cash e Ray Lyman e Philomena Begley, classiche canzoni da jukebox a
Londra. E alla fine arriva al punto in cui dice fanculo, ed esce barcollando
dal pub e cammina lungo il canale, cominciando a sentirsi malissimo, al limite
della lacrime, e comincia a rendersi conto che il vecchio ha provato quel
sentimento per tutta la fottuta vita, attraversando la guerra e tutto il resto,
ma la sua reazione originaria è stata di odiarlo e disprezzarlo. Non dico che
tornerà dentro per cominciare a parlargli, ma sai... " (tratto da
Pogueology, Folk Roots, August 1987)
Una sera d’estate, con una sbronza d’inferno
Stavo là quasi inanimato
Un vecchio nell’angolo cantava
Dove crescono i gigli d’acqua
E dal jukebox Johnny cantava
Di “una cosa chiamata amore”
E poi mi fa: come stai ragazzo, e come ti chiami?
E come diamine lo sapresti?
Tra sangue e morte sotto un cielo urlante
Giacevo sul terreno
E le braccia e le gambe di altri uomini
Erano sparse tutto intorno
Qualcuno imprecava, qualcuno pregava, qualcuno
pregava poi bestemmiava
Poi pregava e sanguinava ancora un poco
E l’unica cosa che potevo vedere
Era un paio di occhi bruni che guardavano verso me
Ma quando tornammo a casa, in tanti pezzi numerati
Non c’era nessun paio di occhi bruni ad aspettarmi
E vagando, vagando, vagando io andrò
Per un paio di occhi bruni
Io guardavo lui, egli guardava me
Tutto ciò che potevo fare era odiarlo
Mentre Ray e Philomena cantavano
Dei miei sogni inafferrabili
Vedevo i fiumi, le colline ondulate
Dove i suoi occhi bruni stavano aspettando
E pensai a un paio di occhi bruni
Che una volta aspettavano me
Così con una sbronza d’inferno lasciai il posto
A tratti strisciando, a tratti camminando
Un suono affamato giungeva attraverso la brezza
Così feci due chiacchiere con i muri
E udii i suoni di tanto tempo fa
Dal vecchio canale
E gli uccelli fischiettavano sugli alberi
Dove il vento rideva gentile
E vagando, vagando, vagando io andrò
E vagando, vagando, vagando io andrò
E vagando, vagando, vagando io andrò
Per un paio di occhi bruni
E vagando, vagando, vagando io andrò
E vagando, vagando, vagando io andrò
E vagando, vagando, vagando io andrò
Per un paio di occhi bruni
Per un paio di occhi bruni
Per un paio di occhi bruni
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